Missioni Consolata - Dicembre 1902
1ll co.,solata 197 QOrr!ll!!!lli;;;=;;;o+K!I §ffl===~-=~·~~..,·--..:;;;::;====zo-'JO pm di questo .mondo. Promisi_ semplicemente una messa alla Consolata se fossi guarito e sentii in cuore una grande .fiducia ». . IJ giorno ~usseguente alla visita del dot– tOre stette in riposo sino a mezzodì, quindi s'alzò da letto é provò a camminare. Con sua meraviglia, .potè farlo senza più risentire, come il dì prima, alcun dolore: movendo ada– gino un passo dopo l'altro, passeggiò per circa due ore. Verso sera, anzichè crescere, l'en– fiagione che erasi manifestata al ginocchio era scomparsa. L'indomani il Vigliani si recò ad Asti; si sentiva cosi svelto e forte da com- . binare con un conoscente il ritorno a piedi a S. Damiano, il che voleva dire una cam- minata di 16 km. circa. · Era certo un'imprudenza che la fiducia nella·Madonna non basterebbe a giustificare, ma ci entrava :per molta parte quella incre– dulità ai medici ed alle loro sentenze, istin– tiva in chi si sente forte é robusto. Checchè ne·.sia, al bu~n: .notaro tardava l'ora di ' ar– rivare a casa per dare la gran novella al suo parente medico chirurgo. - Son guarito, sai! - gli gridò trionfante appena lo vide, senza però parlargli della Consolata, nè della promessa fattale. Il dot– tore montò in collera; sgridò il suo poco ub– bidiente ammalato, e lì, su due piedi, col preciso e terribile linguaggio della scienza, lo minacciò di mali gravissimi ove ancora avesse insistito nel far moto. Soggiunse.anzi che, allo ·stato presente delle cose, anéhe eu- . randosi col riposo, e coi necessari rimedi e bendaggi, non avrebbe più potuto camminare ~he appoggiato al bastone. Quindi, quasi a a suggello e sanzione di quanto aveva detto, rivisitò iÌ ginocchio, lo palpò e premendo sul punto leso, lo rese ben sensibile al paziente, dicendogli come estremo monito - Sei ben servito, va l· La stessa cosa fece e disse un secondo valente dottore_, capitatogli ~ello studio, e poi da capo un terzo, il medico ordinario della famiglia. Il povero paziente a queste unanimi minaccie rimase atterrito. Come candidamente ~ confessò egli stesso, la sua fede nella Con– solata venne meno, tacciò se stesso di super- stiziosò e si apostrofò con uri moto di'sprezzo·: - E tu, imbecille, ti lasciavi traviare dal sentimento, come le donnicciuole, e ti credevi guarito! . Si abbandonò nelle mani dei medici, i quali non gli risparmiarono le pennellature dijodio, le fasciature e tutto quanto consiglia la scienza. Il sig. Vigliani, memore della lezione ricevuta, non si mosse più che quanto era strettamente necessario: in casa col bastone, fuori col landeau. Con tutto ciò stentava sempre più a muovere il passo, il dolore al ginocchio si faceva più acuto,.cresceva l'en– fiagione. Si tennero due consulti: tutti eran d'accordo: - male gravissimo, necessità di cura scrupolosa, riposo e riposo; guarigione piena impossibile..... Dopo ·un po' di tempo il dottore curante asserì che se il malato no·n si poneva a letto decisamente, restandovi notte e giorno quanto fosse d'uopo, non sarebbe guarito mai, neanche relativamente. Era daccapo l'inazione asso– luta, il danno, la rovina..... Colla morte nel cuore, annichilito, il povero padre di famiglia, il lavoratore instancabile, dovette obbedire. Si pose dunque a letto. Ma da quel luogo, non di quiete, ma di tortura per lui, si diede a · riflettere. Con rapida sintesi rip·assò tutte le peripezie della sua malattia, riandò quanto lui stesso e gli altri avevano detto e fatto, e specialmente esaminò i propri sentimenti... In fondo, in un cantuccio del cuore, la fede e la dìvozione messevi da una pia mamma, erano rimaste vive e feconde. Da esse quasi scintille un'ispirazione gli balenò alla mente, gli illuminò di santa speranza il ,cuore. - Ebbene, pensò, dicono che non potrò più gua– rire perfettamente. Non importa: se soltanto io possa arrivare a compiere tutti i miei la– vori, rinnovo la promessa fatta in principio alla Madonna, anzi la raddoppio. ·- Questo nella notte. « Come ùn bimbo che aspetti impaziente dalla mamma un regalo, attesi il mattino _:_ scrive nella sila relazione il bravo notaro, e non si potrebbe meglio che colle stesse sue parole, narrare quanto segue: « Pieno' di fiducia, senza badare ·alle pro·
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=