Missioni Consolata - Novembre 1902

lJ1 Cof}so{ata 175 :Ila nostra volta,::=::elle più ~~ Kik~osciuto per alme:o coperte da beduini, glie l'appuntammo in· venti vallate a destra ed altrettante a sinistra dosso. fino al piano ukambese, Karòli è anche un Nel frattempo avendo cessato di piovere, ~ uomo intelligente, di capacità superiore assai andammo a veder l'orto: ci espresse con grandi alla generalità dei negri ed è naturalmente segni· la sua ammirazione per il modo ond'è buono e giusto. Tutti to possono avvicinare, coltivato. Infine ci salutammo, e me?tre egli tutti gli possono parlare, e presso di lui le l • Guerrieri 1\lassai ed Akikujn in alta tenuta ( Da una fotografia) s'avviava maestoso verso casa sua, noi cor– remmo a leggere le nostre lettere. Non le descrivo la figura dì Karòli perchè la vedrà nella fotografia che le manderò; per ora noto soltanto che fra la sua popolazione, più che rispetto, egli gode venerazione ed è veramente amato. Già alcuni giorni prima del suo arrivo se ne parlava come di una festa comune, e bastava dire ad un fanciullo: verrà Karòli, per fargli emettere grida di gioia. E tale affetto ben si può dire meritato. Oltre all'essere il capo più importante del i ~ · ragioni dei piccoli sono vagliate e pesate come quelle dei grandi. Ha ancora suo padre e sua madre, vecchi, ma di cui non si potrebbe pre- · cisare l'età. Due giorni dopo l'arri v odi Karòli andammo l a restituirgli la visita, portandogli in dono un orologio da L. 6,50 con catenella di ferro nikellato. Ne fri oltremodo contento e lo rac· t chiuse subito fra i suoi tesori. Indi ci diede a•bere del tembe, s'intende, a tutti nello stesso recipiente. Ci espresse poscia il desiderio di aver anch'egli una tenda pei suoi viaggi, e

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