Missioni Consolata - Novembre 1902

\ 174 Jl1 eo.,so1ata Q ~""""o==o;;o;;;·~~ ilOro mali. =:teva: nemuega,:– muega (bene, bene). .Ritorno del capo - Kat·òli ed il suo se,qttito Fattolo sedere, lo ristorammo con un bic- fJistortri- Pro/'umeria igienica- ScamfJr'o di , chiere di vino, che bevette d'un fiato. Ne doni- l7n capo rispettato ed amalo- l7n nuovo offrimmo anche al principe ereditario pre– f'ralello e padre - Kar;òli IJlo ? - Alla scuola - Vz'sita ai musungo - La piatta, le j'orfJici, il ~ a suon di tr~mfJa _ come i soldati... sente, ma Karòli non gli permise d'accettarlor non volendo che egli fosse partecipe di un tanto onore. Indi il segretario (non so come qualificarlo di v~rsamen te) estrasse le lettere di V. S. e me le consegnò. Appena io ne ebbi aperte le buste, Karòli me le richieset le esaminò ad una ad una attentamenter come un censore · di collegio, figurando da– vanti al suo popolo di leggere quello che i musùngo (europei) sanno scrivere. È vero, che lesse tenendo lo scritto ora capovolto, ora in posizione laterale, ma la serietà era perfetta e l'effetto grande... Missione della Consolata in Tnsu 28 luglio 1902 Rev.mo ed amat.mo sig. Rettore, Il21 luglio mentre tutto il paese era in al– legria ob adventum regis, per l'arrivo dell'or– mai famoso Karòli, anche noi eravamo in festa, perchè egli era latore delle loro desideratis– sime lettere del 30 maggio, le quali da Zan– zibar inviate a Nairobi, ivi attesero il ri- torno del P. Hémery. , Karòli arrivò oggi alle tre, mentre noi eravamo intenti a fabbricare la cucina, e la piog~a veniva a catinelle, non -ostante che i suoi sudditi dicessero che quando Ka:ròli sarebbe a Tusu splenderebbe sempre un bel sole, perchè egli è, secondo essi, il padre della pioggia e del bel tempo. Arrivò sotto il suo parasole, drappeggiato in una gran co– perta rossa, con un berretto da ciclista in capo, a pied~ nudi, naturalmente. Era pre– ceduto e seguito da guerrieri, da servi in tenuta europea (cioè con giubba sulla camicia ed un berretto rosso), da un fanciullo vestito in swahili portante un mazzetto di chiavi ordinarie da lucchetto, e poi da portatori di generi acquistati a Nairobi, fra cui due casse in ferro simili alle nostre. Prima ancora di andar a casa sua passò ' da noi con tutto il suo seguito; la nostra veranda ed i pressi della nostra dimora erano perciò stipati di folla, ansiosa di rivederlo. Io, per il primo, gli mossi incontro colla destra alla visiera e gli strinsi la mano, domandandogli sue notizie; e così fecero · tutti i nostri. Egli mi ripetè l'ormai solita domanda: se i fratelli fossero nostri figli. Gli risposi che non avevamo figli, com'egli in– tendeva, ma che-volevamo aver come figliuoli tutti gli Ahikuju e che perciò avremmo loro insegnato a leggere e l!ICrivere e anche curati Ci offerse frutti assai rassomiglianti per la forma a quelli del pino, dal gusto di li– mone, ma più profumato; indi, presone uno, rie morse un boccone e poi ebbe la degna– zione di passarlo a noi, che facessimo altret– tanto. Ricordai che da ragazzo, coi miei coetanei, facevo così delle mele, e con disin· voltura ripetei l'operazione; D. Gays ed i fratelli mi imitarono. Dopo, più non sapendo io che dire, o meglio avendo molte cose da dire, ma non sapendo ancora esprimermir passammo alcuni minl).ti a guardarci scam– bievolmente. Poscia Karòli andò nel nostro magazzino e fatti entrare noi ed il suo se– gretario, ne chiuse la porta, e volle che tutti sedessimo quasi a consiglio segreto. Esaminò parecchi dei nostri strumenti, allargando gli ocèhi alla vista degli ·effetti della pialla. Volendo vedere anche il funzionamento delle forbici da latta, io gli tagliai con esse le lunghe e nere unghie delle mani; gli provai delicatamente le pinze dentarie; col grosso bistouri gli raschiai ~n po' il braccio ed infine lo profumai col jodoformio. Allora, soddisfatissimo, con posa solenne, regalò a me ed a D. Gays tre rupie caduno e due caduno ai fratelli. Noi, naturalmente, volevamo rifiutarle, ma non ci fu ·verso. Ar– rivò intanto un montone, ch'egli aveva man– dato a prendere, e ci regalò_anche quello.

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