Missioni Consolata - Novembre 1902

180 J1l eo.,solata nostre colline in piena primavera. Le pioggie, durante il giorno, consistono per lo più ·in acqueruggiole di pochi minuti, a cui non si bada più che tanto, come in montagna fra le Alpi, ed il terreno è subito asciutto. Sfor– tunatamente alle 18 1 / 2 è già notte, ma l'o– scurità è meno fitta e le stelle più luminose che in Italia. Della metereologia locale tengo un apposito registro; cosi in fine d'anno avrò la media delle giornate serene e delle nuvolose, come della temperatura, della quantità della piog– gia, ecc. Per l'istrumento d'acquisto del terreno da Karòli essendo conveniente un teste europeo, il buon P. Hémery ci mandò da Nairobi un degnissimo suo confratello, il Padre Cayzac. Questi, educato nell'antico collegio di S. Pa– trir.io in Irlanda, conosce e parla perfetta– mente l'inglese e ci renderà più spedite e chiare le trattative coll'autorità del forte Hall a cui dobbiamo presentarci. 'Approfit– tando di questo viaggio a Moranga, la regione dove trovasi il forte Hall, e della compagnia del P. Cayzac che deve tornar a Nairobi, farò il progettato giro, di cui coll'aiuto di Dio e la protezione della Consolata, spero darle presto buone notizie. Alle preghiere di V. S., dei superiori e colleghi di Torino siamo certo debitori dei nostri progressi: tutti s'abbiano ì nostri ringraziamenti e ricompensa di ce– lesti benedizioni. Suo obbed.mo ed aff.mo Teol. FILIPPO PERLO. IX. I,. viaggio - Bellezze del Kilaìju - Nella ze– rifJa; pasto di un leone - I protesta11ti preve– meti - Gli Akikuj u e l'effigie della Consolata - I11 cerca di u•• fJum• sentz'ero- .La 8. Messa nella steppa - Il segno della croce j'ra gl'in– ·ai,qe11i - U•• /iaztri monatre? Nairobi, i! settembre 1902. Rev.mo ed amat.mo sig. Rettore, Sono col confratello Luigi a Nairobi, dope~ esser partito il 25 Agosto da Tusu, aver attraversato il Kikùju nella sua larghezza, costeggiatolo ad est nella maggior parte della sua lunghezza passando pel piano dell'U– kamba e, finalmente, col progetto di girarlo ad ovest, per riguadagnare Tusu, cercando u~a strada alquanto comoda di allacciamento alla ferrovia. Per ora mando a V. S. un cenno sommario del mio viaggio, riserban– done la relazione particolareggiata a quando l'avrò tutto compiuto ed abbia potuto ordinare gli appunti presi per via. E prima di tutto, mi permetta che le parli nuovamente del Kik~ju, di questa oasi dell'A– frica, ora che assai meglio la conosco. Quando . nei mesi passati sentivo parlare entusiasti– camente del Kikùju, pensavo che in fondo cì. fosse un po' di esagerazione, ma dopo che l'ho percorso io stesso e visto coi miei occhi, posso dire che la fama non ha mentito. Come paragone grossolano, prenda la col- . lina da Torino a Moncalieri : al luogo di ogni villa metta un. piccolo villaggio; due si– mili colline in faccia formino una valle col suo fiume in fondo, e poi' moltiplichi per 100, p~r 200 queste vallate e le situi in un clima di eterna primavera ed avrà il Kikùju geo– grafico. È la Svizzera in pieno estate, ma colle montagne coperte da un grosso strato di terra vegetale, con quasi tutta la . flora europea in aggiunta a gran parte della tro– picale. La direzione generale delle valli è bensì da ovest ad est; ma altre numerosissime piccole valli intersecano le grandi in ogni senso, e dappertutto, anche nelle gole pi'ù nascoste e sulle vette più elevate, villaggi che sembrano s'orgere anch'essi dalla terra, campi coltivati, verde intenso. La formazione geologica del Kikùju sembra non dipendere dal Kenia, ma bensì da un'altra montagna, ora detta la montagna di .Karòli, ma il cui vero nome indigeno è Ndiaròa ed il nome europeo Kinangop: fu così battez– zata di lontano, perchè nessun: viaggiatore mai la raggiunse. La sua altezza dev'essere tra i 4 ed i .5 mila mètri. Da essa, ad est; partono tutti i maggiori corsi d'acqua del Ki-kùju, e da ovest pare scaturisca il Guaso-

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=