Missioni Consolata - Novembre 1902

J1l 8o11solata 177 ~Le cose nostre.::::::-:rra pro~ess~~~ bon:-soffrire~one; ricordiamo ~e il cui unico male è il non essere cattolica, con- parole di Nostro Signore: Si me persecuti sunt tinuano ad andar bene senza merito nostro. ~ et vos persequentU1·, e andiamo domandandoci: Ripensare alle difficoltà, d' ogni genere che Fino a quando così? Ma non per questo ci ostacolarono la nostra venuta qui, e vedere . turbiamo: l'avvenire come il presente è nelle come ora tutto proceda a gonfie vele, è cosa mani di Colui che ci ha mandati. Anzi ci va che fa stupire noi medesimi. Certamente crescendo ognor più la speranza che quando Donne e fanciulle Akikuju 1 (Da una (otog•·afla) l'atmosfera del santuario. satura di grazie, manda i suoi effiuvii fino a noi. E forse, ormai assuefatti al buon andamento delle cose, all'aver favorevoli quanti incontriamo sul nostro cammino, non ci accorgiamo ab– bastanza che la mano di Dio e la Consolata spesso c'entrano più che in via ordinaria a guidare le nostre imprese, a riparare le nostre sape. Talora però, questa stessa prosperità, delle cose nostre ci desta .un vago timore. Noi sa·p– piamo che le opere di Dio presto o tardi deb- ~ potremo entrare direttamente nel nodo della t questione, nell'unico motivo per cui siamo venuti, la grazia di Dio, per intercessione di Maria ~S. si sparga abbondante a convertire queste anime. Il capo ci è sempre fa~orevolissimo; la po– polazione non occorre andarla a cercare, chè intorno a casa nostra è un assedio da mane (l) In questa e nelle precedenti fotografie, inviateci dal Teol. Perlo, i vestiti sono più ampii di quelli de– scritti nelle sue lettere, ma il rispetto ai lettori non permetteva di presentarle nella loro integrità.

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