Missioni Consolata - Novembre 1902
176 la - eortsolata ci offri 150 rupie (L. 250 circa) _di una delle nostre. Io, cogliendo la palla al balzo, gli dissi che il giorno in cui fosse conchiuso il con– tratto per il terreno della missione, come compenso gli avrei regalato la tenda. Fu contentissimo della pr<1posta e spero manterrà la sua parola. Dopo la nostra visit;t egli venne già pm volte a trovarci, intrattene!!dosi a lungo con noi e mostrandosi ognor più ben disposto a nostro riguardo. Speria;no di acquistare sempre meglio la sua fiducia. D. Gays edio fummo dichiarati suoi fratelli;ed i due nostri confratelli laici i suoi mitotu (figli di ado– zione), cogli stessi diritti dei veri; tant'è che uno di questi giorni' i~viò loro un montone, affin~hè lo mangiassero essi soli, come tal– volta usa fare coi figliuoli suoi. Egli s'interessa molto di questioni religiose, però da quanto, a piccolissime dosi, gli ve– nianio esponendo trae spesso conclusioni di– verse da quélle 'che nof vorremmo. Un giorno, per es., dicendogli· che Ngai (Dio) è giusto, potei?-te, ricco, ecc. Karòli mi domandò: - Dio ha molte vacche e molti campi? -Più che non ne abbiano tutti gli uomini, risposi io. -Ed è anche buono? ----; Oh, sì, moltissimo. - Allora, conchiuse Karòli, anch'io sono Dio, perchè sono giusto, buono, e possiedo molte vacche e molti campi. Gli Akikuju cominciano a dire che essi crederaimo ciò che crederà Karòli, e che se Karòli si farà come i musung'l}, cioè cristiano, saranno cristiani anch'essi. Preghino e fac– cial!-o pregare molto, affinchè la Consolata ottenga da Dio questo miracolo: la conver– sione del capo Sarebbe una grande spinta a quella di tutto il suo popolo. Così siamo sicuri che ad un cenno di Karòli ~ tutto il paese verrà a scuola. Anche' per con– siglio di Padri dello Spirito Santo, apriremo quanto prima una scuola, ancorchè non cono– sciamo ancora perfettamente questa lingua; principieremo coi più intellìgenti tra i nu– merosissimi figli dello stesso capo. Gli dis'si che gli avrei regalata una tromba per chia– mare a scuola (a tal uopo ci mandi una tromba marina),_ ed egli promise che al mat- tino la suonerà lui stesso: cosi tutti ver– ranno, non permettendo Karòli che alcuno disobbedisca ai suoi ordini. Sarebbe però ur– gente l'aprire non una ma molte scuole: tutti dimostrano un desiderio vivissimo d'imparare il mallòa (cioè leggere e serivere), compreso lo stesso Karòli, il quale davanti al suo popolo finge di sapere benissimo. Gli ho for– malmente promesso che, appena di ritorno dal mio prossimo viaggio, gli insegnerò per prima. cosa a fare la sua firma. Termino facendo come i soldati, i quali tutte le volte che scrivono alla famiglia chiedono qualche cosa. Prego perciò V. S. di passare al caro vice rettore, che ci pro:vvede cosi pun– tualmente, questa J).ota d'oggetti, e . spero potrà inviarceli nella prima spedizione di ba– gaglio che accompagnerà i nuovi missionari. ' " E qui segue una inteNainahi'UJ lista, clie va· dagli stru– menti d'agricoltura e dai fe1'1'i da falegname ~ da fabbro fe1'1'aio, agli spilli per appuntare bende; dalle lastre di zinco pe>· la copertura delle ease, ai chiodini pe·r ripara– zioni alle scgrpe alpine; dal sale, che manca affatto nel paese e che pure è indispensabile condimento dei cibi pm· un europeo, all'jodoformio e"' all'acido fenico per le medi– çazioni agli indigeni. Si comprende come anche al meno esigente civilizzato occorrano mille cOse in un paese, dove non c'è ombra di importazione commerciale e tanto meno d''arti e d'industrie. · . , V. S. mi abbia sempre quale con pro:'ondo rispetto mi raffermo Suo umil.mo e· aff.mo Teol. 'FrLIPPO PERLO. VIII. . Assistenti· discreti - Sicurèzza e timori - Belle qualità degli Akikuju - Loro modi di computare il tempo - · Curioso memorandum delle g•'ornate di lavoro - Il tre, •u•mero per– fetto - Medicina e chirurgia in onore - Bi– sogno di operai eva7lgelici- Metereologia lo– cale - Partenza per il /'orte Hall. Missione della 'Consolata in Tusu 22 agosto 1002 · .Rev.mo ed amat.mo sig. Rettore, Le scrivo assistito, al solito,' da numerosi spettatori, i quali spiano attentamente ogni minimo movimento della mia penna, ma da essi non ho a temere indiscrezioni, nè propa– lamento di segreti. Qualcuno vuoi scrivere anche 'lui, e mi fa dei geroglifici indecifrabili, che però i compagni rimirano con segni di approvazione é anche d'ammirazione.
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