Missioni Consolata - Ottobre 1902
]11 86f1so1~da 165 ~~--~a..-~~~~~~w=~"·~~~~~--·~~~~iC;-.-KaMM~~~--~aDP dovette mettersi a letto, pieno di paura. Si rammentò allora della sua promessa alla Ma– donp.a ; promess~ ch'egli aveva negligente· mente, sebbene senza malizia, violata: i primi suoi passi non si erano volti al santuario, non erano stati guidati dalla divozione e dalla riconoscenza a Maria SS. Ed ecco che il male l'aveva ripreso{ l'aveva ripiombato nel letto ' chissà per quanto tempo ' ancora e con qual esito finale! Oltre il cordoglio per la pena e per il danno materiale, il povero Peschiera provò in cuore un serio e reale pentimento ·per il suo fallo ; ne chiese perdono sinceramente alla v ergine e rinnovò la sua promessa. E la Consolata, sempre Madre indulgente e pietosissima, perdonando all'umana fragi – lità e miseria, ebbe una seconda volta· pietà di colui che La invocava. L'indomani l'en– fiagione era di nuovo scomparsa, cosicchè il graziato potè alzarsi e recarsi ·al santuario, dove fatta celebrare e sentita divotamente la messa, ringra~iò con tutto il suo cuore ~a Madonna. Comperò poi un bel quadro colla benedetta effigie della Consolata, che collocò nel luogo d'onore e tuttora. conserva come l'ornamento più prezioso della sua casa, quale , egida e scudo contro ogni disgrazia. Roma. - Nel1900 SANDRONE FELICITA, un'ottima giovane di Chieri, partì col pelle– grinaggio delle Figlie di Maria di Torino alla volta di Roma, per l'acquisto del Santo Giubileo. Stava poco bene quel giorno; da circa tre settimane· l'idea di andare in una città tanto lontana e tanto meravigliosa te· neva in continuo orgasmo la poverina, vissuta sempre nel guscio, come si dice, cosicchè ella quasi più non mangiava, più non dormiva la .notte. Ad ogni modo partì. Le Figlie di Maria giunsero a Roma con cinque ore di ritardo, terribilmente sbattute dal viaggio e più dal modo con cui lo avevano compito per-il cattivo servizio ferroviario. La povera_ Sandrone , in preda ad un orribile mal di testa, fu dalle caritatevoli compagne portata, più che condotta, all'Istituto del Preziosissimo S~ngue, dove erano alloggiate in massima par~e le componenti il pellegrinaggio. Posta subito a letto, è colta da un'alta feb– bre che la fa vaneggiare. La direzione del pel– legrinaggio è impensierita assai ; si teme che la meschinella non abbia più a tornare in pa· tria. Nella notte ella ha qualche lucido in– tervallo, qualche istante in cui riesce a for– mulare un pensiero, e allora è un · subito rivolgersi alla Consolata. - O Madonna della Consolata, possibile che mi abbiate lasciata venire qui per morirvi? Se volete prendermi in patria, pazienza, mi rassegno, ma Ìwn qui non qui, Madonna della Consolata... - Ha pronunciate appena queste ultime parole che istantaneamente ,. come per incanto·, sente cessato ogni senso d'oppressione, ogr. i dolore; pare che il suo capo sia stato posto in una atmosfera dolce , refrigerante. Temendo che tutto questo improvviso benessere sia una illusione febbrile, non osa gridare la sua gioia, tanto più che è ancor notte buia. Ma s'ad– dormenta di un sonno placido e ristoratore; quale non aveva più ·gustato da tanto tempo e si sveglia sana, lieta, arzilla... Le compagne, accorse sollecite a pigliar sue notizie, non san che dirsi ; i superiori 'sono meravigliati anch'essi, ma il fatto è che la Sandrone sempre prima nella bella schiera, sempre infaticabile, compie tutte le visite del Giubileo, visita le chiese e ·le rarità romane e t~rna a Torino a ringraziare la Consolata, alla quale era pure venuta a raccomandarsi prima di partire, e rron inutilmente. I MISSIONARII della CONSOLATA ci hanno inviato altre notizie molto confortanti, chepulJbliclteremo nelpe– riodico di novembre. La Consolata li protegge e benedice visibilmente. Non cessiamo di raccomandar/i allepre– ghiere dei divotinostri, lettori, special– mente per una grazia impo':iantis– sima,' dalla quale dipende in gran parte l'avvenive di quelle missioni.
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