Missioni Consolata - Ottobre 1902
111 <2o11solata 163 GGM-~~~~~~~~~~~~~~=z~~~~- . ~~e.~~·~~~~~~~.-p che cosa, torni domani ad ora debita ;io _non mi muovo adesso. E si volta da:ll'altra parte, decisa a starsene in pace. Ma che? Non ha finito di pensare, di dire: Non mi muovo, che un impulso segreto, in– dipendente .dalla sua volontà, la obbliga a cambiar radicalmente la sua decisione. Una voce pare dirle in cuore: Scendi dal -Ietto, va a vedere chi è... Scende difatti, indossa una veste e s'avvia all'entrata. - Oh, chi fruga così nella serratura? S'avanza tremante come una foglia, e giunge alla p~rta d'in· gresso proprio all'istante in cui questa, ce– dendo, sta per dare l'adito ai ladri... - Aiuto, aiuto! - grida .dalla finestra la povera signora con quanta voce ha in gola. I farabutti, spaventati, se la danno a gambe; accorrono i vicini, sale il portinaio. Che peccato essersi lasciati sfuggire i bir– boni, nella confusione del primo momento! Diversi li han visti passare come il fulmine, anzi alcuni ne furono urtati; ma chi sapeva? Ebbene pazienza, purchè la buona signora sia salva! Può davvero ringraziare la Ma– dònna che la ispirò ad alzarsi ; se i ladri la coglievano sola, a letto in una camera ap– partata, l'avrebbero forse strangolata per compiere a man salva il saccheggio. de{ ga.,tuario ~~~ Srazie recenti riferita alla sacrestia del Santuario QUADRI VOTIVI PORTATI IN LUGLIO N. 49 IN AGOSTO N. 52 Alessandria d'Egitto. - Il bambino · BEZZIO LEANDRO, figlio di genitori italiani stabilitisi colà, un giorno giocherellava con uno spillone. Coll'inesperienza dei suoi quat– tr@ anni se l'era cacciato in bocca,· quando, nel voltarsi vivamente, lo trangugiò. Accor- :tasene la mamma, si sentì morire per lo spavento. Richiama in fretta dal lavoro il marito; si corr(;l tosto per un medico, ma nè quello nè altri consultati in seguito, pos– sono venire a capo di estrarre lo spillone coi ferri, oppure di farlo emettere in qualche modo all'incauto innocente. Povero Leandro! Egli già così florido ed allegro, una polvere pirica - come si dice - per vivacità e moto perpetuo, si va facendo pallido e macilento, svogliato d'ogni trastullo, chè lo spillone omicida lo tormenta con atroci dolori dì e notte. Tre mesi, eterni all'an– goscia dei genitori, passano così. I rimedi moltiplicati non giovano; il piccino quasi più non mangia, non dorme..... L'esito finale si mostra prossimo, letale inesorabilmente; indarno la povera mamma, il babbo infelice ne vogliono distorre lo sguardo, il pensiero. . Ma le tribolazioni h&.nno, fra le altre, la missione di costringere dolcemente gli uo– mini a guardare in alto. La mamma di Leandro, così crudelmente straziata nelle sue viscere, si ricorda della Consolata, delle molte grazie da Lei prodigate e registrate nel nostro Bollettino. Oh, la potenza della Con– solata può ben farsi sentire anche laggiù in quella lontana terra straniera! Anzi, Maria SS. deve volgere con compiacenza lo sguardo pietoso all'Egitto, dove anch'Ella· un giorno ha sofferto, ricoverandovi trepi– dante il divino suo Figliuolo insidiato da Erode. . Senza un momento d 1 indugio, la trambà– sciata donna dà principio ad una devota novena di supplicazione alla Consolatrice degli affiitti. Quel giorno, confortato da un germe di speranza, viene· a sera. Il dottore visita il piccinò: il suo stato è invariato. Ma nella notte si produce il fatto tanto desiderato, invocato con tutto Fardore del cuore: lo spillone, causa di tanti guai, vien fuori. Unanime è il grido dei parenti e degli amici della famiglia Bezzio : È una grazia della Consolata! - Sì, ma è una prima grazia soltanto. La micidiale punta· acuta ha pro– dotto gravi lesioni negli organi interni con · cui fu così lungamente a contatto; occorre
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