Missioni Consolata - Settembre 1902
134 1ll eo.,so{ata QQe~~~~~~~,c~~=~N~~w~~~~~~c~~~~~~~--~~~,~~~gp chè dovrebbero lavorare, se con una mezza rupia all'a~no (l) si vest<mo, se il loro nutri– mento viene da sè, e se essi non hanno bisogno di null'altro, proprio nulla? Qui è il paese della libertà: non ci sono imposte, non dogane per l'entrata; non oc– -corre domandare permessi per fabbricare, per fare funzioni o processiòni: ognuno fa il co· .modo suo ed i suoi interessi. Il Sultano nominalmente fa tutto, però s~tto il controllo degl'impiegati ingiesi. Egli paga la polizia, tiene delle vetture a dispo– sizione degli europei e mantiene una banda musicale unicamente composta di Goanesi cattolici. Tutte le volte che ai Padri occorre la musica per le funziG>ni, non hanno che da avvisarne il ministro del Sultano ed i mu– sicanti accorrono lieti far God (per Iddio), com'essi dicono. A Zanzibar risiedono circa 200 europei : consoli, impiegati, commercianti. Quasi tutte le nazioni hanno i loro consolati, da cui sven– tola la rispettiva bandiera. Sovente !n questo porto passano o si fermano navi da guerra italiane; il giorno del nostro arrivo era par– tita la Governolo, di cui un marinaio era morto all'ospedale cattolico. D'italiani ve ne era uno so\o a Zanzibar: teneva uno spaccio di vermouth e liquori, ma .fece male i suoi affari e dovette andarsene. Ora ' ne è giunto un altro dall'India con tre gabbie di cana– rini e un fonografo. L'ora di Zanzibar è ancora quella della Bibbia (a mezzogiorno sono le 6), e gli inglesi la rispettano scru– polosamente nell'orologio pubblico. Il giorno stesso del nostro arrivo, alle 16 andammo, accompagnati da Monsignore e dal P. Lutz, a far visita al console, che ci fece un solenne ricevimento ufficiale. Eravi pure la sua signora della quale il Vicario aposto– lico ci aveva fatto le più ampie lodi, come cattolica di esemplare pietà. Il dì seguente alle 9 ll2 il console ci re– stituì la visita: tenemmo una conferenza di un'ora e mezza, nella quale gli domandammo (l) Il valore della rupia oscilla da L. 1,65 a 1,80 se– condo il cambio. \ tutte le informazioni di cui avevamo bisogno, ed egli cordialmente ci diede i migliori con– sigli sulla vita africana. Ci volle pure di– verse volte a pranzo con lui, ed in uno di quesii giorni ci fece visitare la città. Saliti in una vettura del Sultano, con servi del Sultano .avanti e dietro,· ci recammo alla circostante campagna per l'unica via carrozzabile che mette alla villa del Sultano stesso, salutati per via dai policeman e dai soldati. La cam– pagna è formata - non trovo altre parole - da una vera massicciata di verdura. Passammo a~canto ai cimiteri delle varie religioni e sette, e presso le residenze delle Missioni protestanti; queste ultime sono sor– montate dal campanile e dalla croce, proprio come le cattoliche. Domenica lo giugno fu celebrata qui la festa del Corpus Domini, e benchè stretto dal tempo e dallo spazio, non so resistere alla tentazione di dirne due parole. Alle 8 vi fu messa cantata da D. Gays con assi– stenza ponti:fìcale di Monsignore, funzione che ben raramente si può far qui. Io fa– cevo il prete assistente; i nòstri confra– telli assistevano in veste bianca. Il servizio inferiore era fatto da neri, futuri catechisti. La chiesa era al completo: nel secondo pre– sbiterio, riserbato ai bianchi, stavano tutti i consoli cattolici colle famiglie; nella na– vata principale i goanesi, molto numerosi a Zanzibar, e qualche nero ricco; nelle navate laterali e nella crociera neri, uomini e donne, del popolo. All'offertorio Monsignore predicò in lingua inglese. Dopo messa, presentazione dei Fathe1·s (-Padri) italiani alla colonia europea e rela– tive strette di mano e innumerevoli bisticci di parole italiane, fr~ncesi, inglesi, hiswai– hili. Tutti ci festeggiavano e ci complimenta– vano per la nostra venuta in questi paraggi. Il connestabile del Sultano, un compito gen– tiluomo portoghese, ci invita a casa sua per un rinfresco. Vi andiamo scortati dai suoi alabardieri, e dopo il ricevimento a sua ri– chiesta gli si benedice la casa, fabbricata di fresco, e l'oratorio domestico; poiehè anche questo signore è buon cattolico, benefattore
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