Missioni Consolata - Settembre 1902
132 12 eo.,so(ata 1: bandiera italia:a~:le di I t~~ Ci condu~:= a visitare la ·~attedr: cav. Pestalozza, accompagnato da due dome· innalzata già dallo stesso Monsignore. Credo, stici arabi, che viene a darci il benvenuto: e tutti lo dicono, che sia la più bella chiesa ci salutò con tal effusione di cuore, che pa- di Missioni, e starebbe benissimo in Torino. reva gli fossimo amici di lunga data. Questo È un grandioso edifizio di stile romanico e fu suo primo atto di cortesia non era che il fabbricata quasi unicamente da operai italiani. preludio di mille altri, come le dirò. Subito Due magnifiche colonne del nostro marmo dopo in altra imbarcazione arriva il P. Lutz, verde di Polcevera fiancheggiano la porta superiore e procuratore dei Padri dello Spi- principale (vedi incisione a pag. 131). rito Santo in Zanzibar: veniva a portarci il sa- Passammo quindi all'ospedale, tenuto dalle luto di Mons. Allgeyer, trattenuto allora in Suore della stessa congregazione dello Spirito cattedrale per u·na funzione. È una maestosa santo. Sono principalmente militari e marinai e simpatica figura, con un fare aperto e franco europei che, ammalatisi in viaggio, trovanG che ispira fiducia al solo avvicinarlo. Egli è qui un ricovero provvidenziale. Anche ricchi nativo di Strasburgo, e n~lla sua parentela europei qui stabiliti, arabi ed indiani doviziosi molto estesa si contano ben 25 tra padri, vengono volentieri a farvisi curare a paga- suore e confratelli addetti alle missioni. mento. Un'àla dell'edifizio·è riserbata ai mis- Unitamente al cav. Pestalozza ci istruisce sionari che dalle stazioni dell'interno vi sono ed aiuta nel compiere le formalità pel tra– sporto del bagaglio, poi scesi in barca in loro compagnia ci avviammo alla città. Questa ci si presenta come una distèsa di edifizi quadrati, con tetti piani all'uso orientale, allineati in riva al mare, qua e là ·inter– secati da costruzioni all'europea, fra le quali spiccano il nuovo palazzo del Sultano e la cattedrale. Una laguna, inondata nell'alta marea, sta dietro a questa linea di edifizi, che costituiscono la città signorile, e li se· para dalla città indigena fatta di gu1·bì, cioè capanne in paglia e terra battuta. Approdati di fronte al palazzo del Sultano, in cinque minuti arriviamo alla casa dei Padri dello Spirito Santo; una grandissima casa araba a,dattata e riadattata più volte, nel cui centro sorge la cattedrale. Monsignore, che era ad attenderci in casa, ci fece un'ac– coglienza cordialissima e veramente paterna; espresse il suo rincrescimento di non aver potuto venire a prenderei a bordo, si mostrò ben informato di V. S. e dell'Istituto, e dispos– tissimo a favorirci ed aiutarci in tutti i modi possibili. "ci fece vedere una serie di fotografie delle varie missioni del suo vicariato, e, sopra una carta geografica, approssimativamente il luogo della nostra prima stazione, dicendo che voleva egli stesso accompagnarvici e ri– petendo più volte: Vedrete che bellamissione! ricevuti, il più sovente per ril.orirvi. Vi sono nove suore, le quali tengono inoltre un ritiro di fanciulle orfane raccolte a Zanzibar o man– date dalle missioni dell'interno, e che giunte ad etit conveniente sono maritate a giovani della stessa condizione, essi pure educati ed istruiti dai Padri nell'agricoltura ed in di– versi mestieri. Dopo accasati li rimandano nell'interno in qualità d'operai ed alcuni di catechisti. L'ospitalità che ci offrono i Padri è quanto si può dire larga ed affettuosa. Monsignore ci va ripetendo che noi dobbiamo riposarci e rimetterei, affine di muovere in buon assetto alla nostra destinazione. A Zanzibar la temperatura in questa sta– gione oscilla tra i 27° ed i 30° e, benchè elevata, è sopportabilissima, grazie aìla ventilazione. Le finestre sono soltanto munite di persiane; qui è difficile veder vetri all'infuori di quelli istoriati della cattedrale. I tetti delle case europee son tutti in lastra zincata, quelli delle capanne in paglia. Le vie non sono contrassegnate da alcun nome o indicazione; la loro larghezza si mantiene dappertutto da m. 2 a 3, èosicchè non è mai possibile cam– minarvi in più di due di fronte. Assai sovente si sfila l'uno dietro l'altro, e quando si passa davanti alle capanne bisogna chinare il capo come per i baracconi di P,orta Palazzo. La
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