Missioni Consolata - Settembre 1902
130 J1t eo.,solata Fra le regioni poi che presentavano maggiore convenienza per un futuro avanzamento verso i Galla, la più indi– cata era il Kikùju a sud-ovest del monte Kenia (l), massime perchè facilmente accessibile mediante la nuova ferrovia dell'Uganda, aperta soltanto nello scorso marzo, e perchè località sana e di belle speranze, come si _vedrà dalla descri– zione che ne faremo in seguito. I necessari accordi col Rev. mo Vicario Apostolico di Zanzibar, Mons. Allgeyer, dal quale dipende il Kikùju, furono fa– cilitati assai dall'opera intelligente e delicata del R. Console italiano a Zan– zibar, cav. Giulio Pestalozza, al quale ripetiamo qui l'espressione della nostra profonda riconoscenza ed auguriamo e preghiamo dalla Consolata degno com– penso di celesti benedizioni. Pei buoni uffici di questo egregio funzionario, S. E. Mons. Allgeyer fu così ben di- - sposto verso i nostri missionari, che non solo acconsentì loro di stabilirsi nel Ki– kùju, ma, come diremo più innanzi, volle çon grave suo disagio, accompagnarli egli stesso fino al posto della loro prima missione, istruendoli su quanto potesse giovare per la buona riuscita dell'opera. La carità apostolica e la sollecitudine paterna, dimostrate verso i nostri da questo piissimo e zelante Vicario Apo– stolico, sono superiori ad ogni elogio, e noi segnaliamo il venerando Prelato all'ammirazione ed alla riconoscenza dei divoti della Consolata, acciò lo sosten– gano colle loro orazioni per la prospe– rità della sua persona e la riuscita delle sue opere apostoliche. Fissata per tal modo la località ove iniziare l'impresa, si dispose per l'imme– diata partenza dei missionari, la quale (l) Vedi la carta geografica a pag. 140-141. per suggerimento dello stesso Monsi– gnore doveva esser limitata a pochi in– dividui, stante le difficoltà d'un primo impianto in luoghi quasi sconosciuti e non per anco aperti alla civiltà. Pertanto 1'8 maggio, benedetti dal nostro vene– rato Arcivescovo, il Cardinale Richelmy, partivano da Torino i primi missionari della Consolata, in numero di quattro: due sacerdoti, D. Tommaso Gays da Ri– vara e Teol. Filippo Perlo da Caramagna, e due confratelli secolari, Lusso Celeste e F::~.lda Luigi, entrambi torinesi. Imbarcatisi il lO maggio a Marsiglia, arrivarono il28 dello stesso mese a Zan– zibar, città capoluogo d'un'isola dèllo stesso .nome nell'Oceano Indiano. La traversata fu felicissima grazie alla pro– tezione della SS. Vergine Consolatrice, sopra di essi invocata da tante anime buone, le quali vivamente s'interessano alla riuscita di un'opera di tanta gloria a Dio. Tralasciamo di parlare di questa prima parte del viaggio .e seguiamo sen– z'altro i nostri missionari da Zanzibar al luogo di loro destinazione. Lo faremo stralciando dalle interessanti lettere scritte nelle varie tappe del viaggio dal predetto Teol. Perlo. I. L'arrivo a Zanzibar I•• vista dell'isola- Sbarco- Accoglt'enza - La città - Il clima di ZanzilJar - La po– polazione iHdigena e il suo Sultano- Cortesie dei consoli europei - La festa del Corpus Do– mini - .Preparato'vi per la partenza- La prima grazia della M adomta -Il fuhtro Ospizio della Consolata in ZanzilJar. Zanzibar, 81 maggio 1902. Rev.mo ed amatis.mo sig. Rettore, .. ~ .... Il 28 maggio al levar del sole com– parve in vista l'isola di Zanzibar. L'impero dei monsoni è cessato d'un tratto e il mare
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