Missioni Consolata - Settembre 1902
lJ1 eo.,so(ata 151 QQ=~~~~----~~~·~j;~~~~~~·~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~QQ Questi è ancora a N yrobi per la. differita incoronazione del re Edoardo; ma un fra· tello di lui già ci ha dato il benvenuto, man– dandoci incontro i suoi messi a regalarci un montone. Tutta la gente di Karòli era là ad attenderci ed io, che essendo in capo alla carovana vi arrivai pel primo, dovetti per un quarto d'ora almeno stringere le mani unte e bisunte di .vecchi guerril'ri, donne, fanciulli e bambini: poichè bisogna stringerle a tutti. Frattanto i portatori arrivano a poco a poco e dopo visitato il carico, per suggerimento del P. Hémery li paghiamo due rupie (L. 3,50) caduno. A quelli del fucile, come capi, ne diamo tre, e tutti se ne vanno contentis· simi. Cogli ultimi della carovana arrivano Monsignore e tutti i nostri, ma colle membra così indolenzite e rotte dello strapazzo sof– ferto che, piantate in fretta le tende e get– tatisi a letto, quando il cuoco ebbe preparata la cena, nessuno più volle alzarsi per far onore alla sua zuppa e alle sue patate. Temperatura minima della notte 5o. L'indomani 29 giugno, festa dei Ss. Apo– stoli Pietro e Paolo, è da noi salutato con gioia. Un sonno riparatore ci ha ridonato le forze e eolle forze tutta la nostra attività. Celebriamo la s. messa, a quella di Monsi– gnore si canta il Magni(icat: è l'inaugura– zione della Missione della Consolata, che s'im– pianta nel Kikùju a circa due giornate di marcia dalla base del monte Kenia ed a 2050 metri sul mare. Sarà la più alta missione del Vicariato di Mons. Allgeyer. Per avere in grosso un po' di topografia d_el posto ove siamo, V. S. si figuri di scen– dere da una gola alpina nella conca che forma il principio della valle, quasi ai piedi dei ghiacciai. Il villaggio di Karòli è collocato a questo estremo limite dell.a valle, la quale poi si profonda giù giù, costeggiando il Kenia da ovest ad est fino alla grande pianura del– l'Ukamba e dei Galla Barrareta. Ogni tanto le due montagne che fiancheg– giano la gran valle (montagne coperte d'ab– bondantissima terra vegetale) si allargano, ed in mezzo ad esse sorge una collina che sembra un'isoletta fra due bracci d'un fiume. Noi siamo appunto accampati sopra una di queste collinette, racchiusa fra due fiumicelli che riunitisi formano il Moranga, da cui il paese prende il nome. A sette ore di distanza da noi questo fiume bagna il forte Hall, e· poi va a finire nel Tana. Dopo la messa di Monsignore il P. Hémery ed io andiamo in esplorazione nei dintorni per far conoscenza coi capi secondàri di cia– scun villaggio, e cercare il posto migliore per fondarvi la missione. N e·i villaggi vicini a Karòli siamo ricevuti colla più schietta cor– dialità; tutti ci vengono incontro, ci offrono tèmbe (bibita estratta dalla canna da zuc– caro), ignami, patate dolci e ci presentano la tradizionale sedia, che è uno scranno ro· tondo, incavato, con tre piccoli piedi. Entriamo come padroni nelle loro capanne ed essi ridono di contentezza. Tutti i giovani vorrebbero venire al nostro servizio : per ora prendemmo due ragazzi sui lO anni, che dimostrano buona indole. I fanciulli sembrano intelligenti e non sono punto timidi. Le fanciulle prima di andar a marito, cioè prima di essere compe– rate, portano la tonsura; tutti gli altri, uo– mini e donne, hanno il capo rasato; attorno al collo hanno numerose perle, e i lobi delle orecchie sono, al solito, molto allungati. In· contrando gente per via è uso domandare: dove vai? a che cosa fare? che cosa porti? ed il saluto finale è sempre: tieni le tue parole. In qualche villaggio più distante trovammo dapprima un po' di diffidenza, e la causa è questa. Un anno fa era venuto qui un certo Bois, scozzese, il quale sotto pretesto di com· perare avorio aveva rubato, razziato, terro– rizzato gli indigeni finchè il governo inglese, informatone, lo fece partire. L'arrivo di bian– chi in questi stessi luoghi fu da qualcuno cre– duto un ritorno di Bois e de' suoi metodi. Ma queste paure furono tosto dissipate dai nostri portatori. La notizia che eravam buoni con tutti, giusti nei salarii, che volevamo curarli dei loro mali, istruirli delle cose dei bianchi e della parola di Dio, si sparse rapidamente. Ed ora da molte miglia all'intorno è una continua processione di gente al luogo ove siamo attendati.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=