Missioni Consolata - Settembre 1902

146 <Zortso(ata Q appartengono ad una bella razza, che però nelle donne è degenerata, a causa delle ecces– sive fatiche a cui sono sottoposte. Gli uomini hanno alta statura, membra ben proporzionate, son magri, fieri e t engono sempre la lancia od un lungo· bastone in mano. Le donne, in– vece hanno statura inferiore alla media e per– dono presto la floridezza della gioventù. I wakikùju sono abbastanza valenti fabbri, ed -estraggono essi medesimi il ferro dalle loro montagne. Il vestito sommario dei maschi fu già de– scritto; ·a questo in tempo di pioggia essi aggiungono talora una pelle di montone get– tata sulle spalle. Dal freddo, come s'usa in Africa, si riparano coll'unto e coll'ocra, che turando i pori della pelle ne diminuiscono la sensibilità. Il vestiario delle donne è una pelle imbevuta d'olio misto ad ocra rossa; qualcuna si copre soltanto dalla cintura in giù, ma la maggioranza va imparando a coprirsi anche le spalle. Mostrano d'aver un senso di pudore che purtroppo manca negli uomini, il cui straccio annodato alla spalla dovrebbe pendere davanti., ma viceversa passa sovente sul dorso. Le madri portano i loro lattanti nascosti in una piega della pelle che si gettano sulla schiena. Sul davanti si vedono sporgere i due piedini e le due manine del bimbç> tenut•) come .schiacciato co.ntro il dorso materno; quando poi le donne debbono portare un peso, il bebé passa davanti sul loro petto. Fanciulle da -8 a 10 anni, per sollevare le loro madri, co– minciano a portare i fratellini sulla schiena, ·ed è curioso osservare come la statura dei due sia talvolta poco differente. I wakikùju per il linguaggio, gli usi ed i -costumi appartengono alla grande famiglia -del~e tribù aggruppate dagli etnologi sotto il nome di Bantu. Non hanno religione propria– mente detta, ma credono in uno spirito buono -e<:l in uno cattivo che impedisce le pioggie e fa altri danni. In qualche villaggio vi è una pietra apposita, sulla quale coll'assistenza di tutti gli anziani si sacrifica talora un mon– tone allo spirito cattivo. In quanto allo spi– rito buono, come tale, secondo loro non ha bisogno di essere placato e non gli si rende alcun culto. A qu'anto pare, non hanno luoghi n è alberi sacri. Stregoni pochi e con pochis– simo credito. Rari sono i wakikùju che por– tino amuleti al collo, e se il missionario glieli toglie e getta via, ridono e non li ripigliano. Credono all'anima e ad un'altra vita in cui l"aggiungeranno i loro parenti, ma non vi ,annettono alcuna idea di ricompensa e di pena. ·Come i massai loro vicini, ed ora nemici, pra– -ticano la 'Circoncisione e non seppelliscono i morti, eccetto che si tratti d'un capo. Le iene · si incaricano degli altri, e non è raro trovare per la campagna teschi od ossa. Anche qui è la terribile piaga della poli– gamia, ma solo tra i ricchi, dovendosi ogni fanciulla comperare dal padre di lei con un certo numero di montoni. Siccome la donna o è considerata dal marito come bestia da soma .e da lavoro, è giusto che l'acquisti ad un certo prezzo. Il capo che abita ad un'ora dalla Mis– sione di Nyrobi ha 50 mogli. Uno degli scopi di colo.ro che lavorano, ,è di guadagnare de– naro per aver modo di procurarsi delle mogli. Per evangelizzarli occorrerà persuaderli che si può essere ricchi e felici anche senza molte mogli, i} che non è facile, com'è noto. Un altro ostacolo sono le danze notturné. Nei mesi seguenti le stagioni della pioggia, quando hanno solo da aspettare che il semi– nato cresca e fruttifichi essi vanno di villaggio in villaggio e passano la notte in fantasie e danze, con danno gravissimo della moralità. I giovani non gustano bevande alcooliche; i vecchi se le procurano colla distillazione della canna da zucchero, traendone il tèmbe. « In conclusione, scrive il teol. Perlo, il clima del Kikùju sembra confacente anche agli europei; il paese è splendido; gli abitanti, seb· bene non scevri di difetti e di vizi, sono ot– timamente disposti verso i missionari che riguardano come maestri di quella civiltà che cominciano ad apprezzare. Sarebbe pro– prio doloroso e fatale se i protestanti ci pre– cedessero, nel qual caso il governo inglese, come fa nell'Uganda, non perme~terebbe più l'ingresso nelle medesime località ai missio· narii cattolici! La Consolata ci aiuti a stor– nare un tanto male , procurando operai ed amici alla nostta impresa. Soltanto la vera religione, che questi popoli sembrano prepa– rati ad accogliere, manca a dar loro la feli– cità di cui hanno tanti elementi materiali. v. Ultima tappa e arrivo in sede Incontro col nostro capo - .Di >llto.vo in treno - Arrivo a Naivaska - St~zione militare - Il lago e i dintorni - Saluto dei leopardi e delle iene - Il primo /'rutto delta nostra caccia - Portatori cke non compaiono- Formaza"otte della carovana e partenza - Il sepolcro d"una nuova .Elena - Comparsa d' ttna leonessa . - ·Fauna e f.lora tropicale - Nella j'oresta di fJamfJit - M anca un grado al gelo -La neve l– In vista del Ke••ia - Soccorso provvidenziale -Siamo a Karòli!.- Liete accoglienze- Con– secrazione della nostra residenza alta Conso– lata - In giro pelpaese - .Di/'fidenze dissipate - La messe è matura e attende ,· mietitori. Karòli, l o luglio 1902. Rev.mo ed amat.mo sig. Rettm·e, Venti giugno... ! qu;:tnti ricordi annessi a questa data! Celebriamo la s. messa davanti all'immagine della Consolata, uniti col cuore ai nostri confratelli ed apa cara popolazione

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