Missioni Consolata - Settembre 1902

l lJ1 e o f1 s o la t a 145 Qrps;; ·~ ~ g~ o sendo definitivamente fissata, provvidenziale ~ gini tappezzati da trifoglio ed erbe balsamiche. coincidenza! pel giorno della Consolata. Questi sentieri mettono a campi accuratamente coltivati, a immense e magnifiche spianate er- Attenda adunque buone notizie di noi, e bose, nelle quali, al tempo del Teléki, pascola- la nostra buona volontà aiuti colle sue pre- vano vacche e montoni numerosissimi. ,ghiere. Accanto all'opera dell'uomo si afferma gran- Obbed.mo 'ed aff.mo Teol. FILIPPO PERLO IV. Il Kikùju ed i suoi abitanti Un alt-ipiano equatoriale a 2000 metri- La perla · dell'Africa orientale - Clima, - Colti– vazione e prodotti del suolo - Usi e costumi degli abitanti- Religione -Poligamia -Fan– tasie notturne - I protestanti alle porte. Non crediamo far torto ai nostri lettori sup– ponendo che ben pochi fra essi siano informati del Kikùju; la regione menzionata finora e nella quale si svolgerà il primo apostolato dei figli della Consolata. Ne daremo quindi le poche notizie fornite dal conte Teléki;'l'unico viaggiatore che attraversò nel1891 il Kikuju in tutta la sua lunghezza, ma con una marcia che fu piuttosto una fuga, sempre pressato ed inseguito dagli indigeni. Un·viaggio compiuto in tali éondizioni dava ben poca comodità di raccogliere notizie precise sulla popolazione, epperciò riguardo a queste ci atterremo spe– cialmente alle informazioni che i nostri mis· sionari attinsero dal P. Hémery, il quale da tre anni e stabilito a Nyrobi, l'estremo limite del Kikuj u a sud. In Africa la forma dominante e l'altipiano. Oltrepassata. la striscia della costa, le teyre si alzano, ed alle zone di varia estensione for– mate da ondulazioni piu o meno accentuate di valli, colline e dirupi, si alternano gli al– tipiani, quasi giganteschi gradini agli . alti bacini dei meravigliosi laghi centrali. · Il Kikuju e anch'esso uno di questi gradini; e un altipiano ondulato della larghezza da 20 a 30 miglia sopra una lunghezza di oltre 100. Queste ondulazioni formano una successione continua di grandi e piccole colline, e nelle valli tra l'una e l'altra corrono numerosi ruscelli di acqua perenne ·e fresca. E' poco al di là dell' equatore e le sue terre salgono da 1800 a 2000 m. ed oltre sul livello del mare, il che spiega la straordinaria freschezza di questo clima durante la maggior parte del- l'anno. , · La parte già esplorata del paese e ben irri– gata; il sopramenzionato Teléki contò ben 62 torrenti che traversano il Kikùju nella sua _larghezza per gettarsi quali nell' Athi quali nel Tana. Il suolo e fertilissimo; in 'tutte le direzioni corrono strade e sentieri assoluta– mente ripuliti da cespugli è liane, e coi mar- diosamente la natura selvaggia, concorrendo a dare a questa regione quell'aspetto tutto particolare che affascina quanti europei vi mettono piede. Il Dott. Peters, che pochi anni fa attraversò un tratto del Kikuju alla estre– mità nord, scrive:« Il Kikuju e senza dubbio, dopo ·l'Uganda, la perla dell'Africa Orientale inglese. « Ho visto, scriveva nel 1900 Mons. Allge– yer, l'Usambara, tanto celebrato, ed il Nata! di cui si dicono meraviglie, ma che sono in paragone del Kikuju? »- E gl'inglesi a cui si nomina il Kikuju, esclamano invariabilmente: Very lovely place! (E' un paese incantevole). «Bisogna arrivar qui, ci scrive il teol. Perlo, per capire tutta la forza della descrizione che il Bòttego fa dei paesi oltre il lago Marghe– rita. Proviamo la perfetta illusione di trovarci .nelle località piu ricche di vegetaziop.e delle nostre Alpi. Non e piu l'Africa come l'avevam vista finora, e un parco inglese selvaggio. La temperatura e come nell'estate al nostro san– tuario di S. Ignazio: lungo il giorno sale a 20o, o 22° e nella notte scende a 10 ed 8°. Nella notte e necessario avere due buone coperte di lana. Si può attendere ad un lavoro materiale anche l' intera giornata, cosa rarissima in tutta l'Africa ». Nel Kikùju vi sono due stagioni della piog- · gia: la grande massika in marzo, aprile, maggio; la piccola in ottobre-novembre. Una o l'altra però talora manca, e qualche volta mancano tutt'e due, come successe or son pochi anni, ed allora e la carestia. La pioggia genèral– mente cade dalle 10 di sera fin verso le 8 del mattino: raramente piove nella giornata. Al– lora e il tempo dei grandi lavori che procu– rano il vitto per tutto l'anno. I prodotti principàli, ed il quasi esclusivo nutrimento degli indigeni, sono le nostre pa– tate ed i fagiuoli. Però vengono benissimo anche il caffè (di qualità veramente squisita), la canna da zucchero, la meliga, il miglio, i banani, tutti i legumj d'Europa, le zucche ed altri ortaggi. La vite non attecchisce: dicono che sia per mancanza di calcare nel terreno. Sebbene vi si allevi molto bestiame, sopra spazi amplissimi di prateria l'erba nasce, cresce e muore senza essere in alcun modo utilizzata. Le gregge e gli armenti si potreb– bero moltiplicare all'infinito. Fra gli animali selvaggi abbondano le scimmie ; le iene ed i leopardi sono pure numerosissimi. Le malattie predominanti sono la polmonite e la dissenteria; per gli europei s'aggiunge l l'anemia in grado leggiero, causata probabil– mente dalla scarsità di pane che e carissimo, dovendosi importare la farina dall'Europa. I wakikuju (cosi si chiamano gli abitanti)

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