Missioni Consolata - Settembre 1902
138 W eof1SO{ata rimette la· mercanzia a miglior mercato che non tutti gli altri negozianti. Dice che deve alla protezione che sempre prestò ai missio– nari la sua fortuna. I Padri Bianchi si ser– vono di lui per tutti i loro affari. A Mombasa i suoi impiegati per' versa,rci tremila rupie non vollero neanco vedere il chèque, bastando loro la nostra parola. . La nostra partenza, fissata già per mar– tedì, dovette essere ·protratta a giovedì, 12 corrente, a causa di alcuni affari che il segretario scelto da Monsignore per accompa– gnarlo aveva ancora da sbrig~re a Mombasa. Partiremo alle ore 13, per a~rivare a Nyrobi quasi esattamente 24 ore dopo. Prego V. S. R. di porgere i nostri saluti , ai cari colleghi della Consolata, assicuran– doli · che qui l'Africa è molto più bella di quanto la descrivono i suoi ' -ammiratori, e moltissimo meno brutta di quanto la dipin" gono i detrattori. G-radisca i sensi del più vivo rispetto e riconoscenza. . Suo um.mo ed aff. mo Teol. FILIPPO PERLO. III. Da Mombasa a Nyrobi In treno - Sul Con#nente Nero - Flora tro– picale della costa - Combustibile profumato -I/altipiatzo del Tartt- Il Taita- La steppa e il paradiso t errestre dei cacciatori - Arrivo a N y rob{- Soggiorno in questa Missione - Il Buon Pastore e le sue pecoreIle - La nostra tzaura sede - Fortunato ritardo. Nyrobi, 17 giugno 1902. Rev.mo ed amat.mo sig. Rettore, Il giovedì 12 giugno, alle ore 13, eccoci a prender posto in treno. Per i viaggiatori vi sono quattro classi. Monsignore ed il suo segretario hanno il viaggio gratuito in I a classe, noi prendiamo le IIe pagando 33 rupie caduno. Le classi I a e n a sono perfettamente identiche; diffe– riscono soltanto pel numero segnato sullo l sportello e per il prezzo che è doppio. I due neri condotti con noi salgono in IIIa classe e viaggiano gratis, quali addetti al servizio di Monsignore. A causa dei frequenti de– ragliamenti le I e classi sono in coda col fur– gone postale, e le IIIe e IVe clàssi da– vanti. Il personale del treno consiste tutto in un macchinista ed in un capo conduttore; pel vitto ogni viaggiatore deve pensare a sè ed aggiustarsi. Ecco il fischio della partenza. Il treno uscendo da Mombasa attraversa il braccio di mare, che divide quest'isoletta dal conti– nente, su d'un magnifico ponte in ferro, lungo quasi un km., é che credo possa competere coi migliori d'Europa. Oltre il ponte è l'Africa. la vera Africa, dove la vita europea che ne invade la costa cessa completamente. Dapprima.il treno avanza lentamente, per– correndo una prima serie poco interessante di quelle ondulazioni del suolo che sono una cosi spiccata caratteristica dell'Africa. Poi il paesaggio diviene bellissimo; attraversiamo una zona in cui, per la vicinanza del mare e la direzione dei venti, le pioggia sono re– golari ed è perciò adorna di una vegetazione veramente tropicale. Per un percorso di circa. 40 miglia inglesi (l ) è una continua succes– sione di' colline, che per la forma ricordano molto bene le nostre Langhe, ma ci danno l'im– pressione d'un immenso parco in cui siano state profuse tutte le piante esotiche. In certi punti la vegetazione è così esuberante da di· venire impenetrabile; alberi giganteschi, so· verchiati dalle liane, hanno perduto la pro– pria forma e non sembrano più che cespugli enormi di verzura. Di tanto in tanto, attra· verso le grandiose palme, i manghi, i baobab appare qualche piccolo villaggio, i cui abitanti fan timidamente capolino·a vedere il treno che fugge; essi sono coperti da uno straccio tur– chino e da pochi ornamenti. Milioni e milioni di buoi potrebbero allevarsi in queste im– mense estensioni erbose, ora quasi disabitate per le guerre, le razzie e le crudeltà dei mer– canti di schiavi che le spopolarono. La caldaia della locomotiva vien riscaldata a legno resinoso, cosicchè si viaggia avvolti (l) Il miglio inglese è di 1609 metri. /
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