Missioni Consolata - Agosto 1902
114 w eo.,so(ata QQ.-~~~~~~~~~.,~~~~c~~~~·~~~Q simulacro della Vergine o del Santo patrono del rione aveva la sua nicchia ornata di ceri _ e di fiori. Quante poi fossero le cappellette, i piloni, le croci votive sparse per la campagna, ancora lo possiamo argomentare dagli avanzi che ci rimangono di questi rozzi sacri monu– menti. Nè erano questi vani segni. Il rude .e or– goglioso castellano, partendo per una guerra, per un lungo e periglioso viaggio si votava a S. Giorgio o ad altro Santo guerriero, pi– gliava i colori della Madonna o cuciva sotto il suo giustacuore una croce, promettendo lasciti ad ospedali o ad ospizi per i pelle– grini, oppure fondazioni di chiese o mona– steri, ritenendosi da ciò meglio assicurato che non dalla sua corazza di ferro o dalla buona lama della sua .spada. L'artigiano benchè protetto dalle mae– stranze, non riteneva sicuro e proficuo il suo lavoro, se con ossequi e con elemosine adatte alla sua fortuna non tenevasi raccomandato al Santo protettore dell'arte sua; nè il labo– rioso colono aveva fiducia nella fertilità del terreno o nella bontà delle sementi, se sopra l'uno e le altre non era scesa la benedizione celeste, ch'egli si assicurava colle decime tra– dizionali e con prestazioni d'opera per l'edi– ficazione di Chiese o di case ospitaliere. Così praticavasi nel medioevo; però noi non abbiamo bisogno di risalire tanto lontano per trovare quelle pie usanze continuate colle mo· difìcazioni volute dal tempo e dall'ambiente mutati. I nostri nonni, e fors'anca i nostri padri, ce ne diedero l'esempio, nè occorre es– sere garruli lodat01·i dei tempi passati per affermare che i nostri antenati prossimi o re– moti mai non ebbero a rimpiangere come de– nari buttati i premi da loro pagati per Ie mistiche loro assicurazioni. Uno sguardo alla loro longevità , alla proPpera e tranquilla loro vita famigliare ci dirà se fosse per loro buon usbergo la divina protezione. Un'altro sguardo ai tesori meravigliosi d'arte !asciateci in re– taggia dalle età che si vorrebbero appellare superstiziose, alle ricchezze che secoli di sper-~ pero ancora non son riusciti a distruggere, ci dirà se le elargizioni fatte a pio scopo ro- vinassero gli interessi dei nostri maggiori, oppure se loro giovassero i premi pagati a ·Colui che rende il cento per ùno. Anche i piò. infatuati delle idee e delle isti– tuzioni moderne sono ~passo, quasi loro mal– grado, tratti dall'evidenza a confessare che una volta i patrimoni delle famiglie poggia– vano in basi piò. large e piò. solide, che gli istituti finanziari meglio rispondevano alla fiducia del pubblico, che le arti davano una modesta agiatezza a molti popolani, ·che i campi erano meno ingrati alle sudate fatiche del povero agricottore. Anche i piò. sfegatati progressisti, coloro che senza restrizioni in– neggiano alle meraviglie del mondo moderno, sono spesso obbligati a riconoscere che, anche fatta ragione delle mutate circostanze in cui si svolge la lotta per la vita, le disgrazie personali erano una volta piò. rare, meno frequenti le luttuose catastrofi, i pubblici guai. Gli è che molti, troppi hanno dimenticata la verità incastonata qual fulgida gemma nei citati versi del Metastasio, la quale poi non è che u na pallida reminiscenza di mille testi biblici, che tutti si possono compendiare nel– l'energica invettiva dell' Ecclesiaste: Male– detto l'uomo che confida nell'uomo. * * * Ma per uno di quei ricorsi provvidenziali a cui l'umanità è soggetta e che soltanto al– l'osservatore superficiale appariscono strani, la nostra età così smaniosa del nuovo ritorna all'antico. L'arte nell'affannosa ricerca di nuove forme ricade, quasi inconscia, nel go– tico, nel bizantino, nel medioevale; la lette– ratura dà di quando in quando vere fioriture mistiche che affascinano le folle; l'incredulità, testè così baldanzosa e schernitrice, per vie inaspettate ritorna al soprannaturale e si mo– stra oggi in molti per contro rispettosa di veri, dei quali, se ancora non intende la sublime / portata, già apprezza l'indiscutibile pratica utilità. Quanti e quante, che pur non oserebbero per umano rispetto confessarlo ai loro amici,
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