Missioni Consolata - Agosto 1902
la - <2o11solata 127 QQ-~~=·~,~~~~·~~~* ~c~~~~~~~--~~~~.go florida e sana, quale si conserva anche al pre– sente. Cisterna d'Asti. -«In adempimento di cara promessa, rendo pubblica la doppia grazia fatta dalla Consolata a me ed a mio fratello, in oc– casione di due pericolose operazioni chirur– giche. Sia lode a Dio e grazie alla Vergine SS. « RICCIO D. TEOBALDO ». Torino.- RIGOLA PAOLINA, bimba di quattro anni la quale pativa di nevrosi fin dalla nascita, dopo due o tre giorni di malessere fu una sera assalita da violenti convulsilJni, divenne terrea in viso, cogli occhi volti all'insù, le membra, e specialmente le estremità, gelide. Il polso più non si sentiva. Il dottore esperimentato invano qualche r,imedio, se n'andò dicendo che più nulla poteva fare. Allora la mamma fece ac– cendere una lampada davanti ad un'immagine della Consolata che si venera in famiglia, ed inginocchiatavisi davanti col marito e gli altri figliuoli, t)ltti li fece pregare per la salvezza della piccola cara Paolin,, promettendo un'of– ferta se l'ottenevano. Quand'essi si rialzarono · e s'accostarono trepidanti allettino di lei, con ineffabile gioia, la trovarono tranquilla, che già aveva riacquistato i sensi ed il calore naturale. Dormì placidamente la notte, ed il seguente mattino chiese da mangiare. Era guarita, come ebbe a constatare il dottore tornato persuaso d'aver da far la fedina- di morte ; nè d'allora ebbe più alcun accejlso. Torino.- V AUDAGNA ADELINA, d'anni 20, nel– l'agosto 1899 si trovava presa da endometrite. Dopo 10 interi mesi di malattia passati in casa, si decise ad andare all'Ospedale di S. Gio– vanni, perchè i dottori avevano dichiarata in– dispensabile un'operazione. Ma la madre della giovane, temendo per l'esito di essa, ottenne di farla procrastinare. Ambedue pregarono fervi– damente la Consolata, promettendole un qua– dro votivo se la guarigione si effettu~tva senza aver ricorso ai ferri chirurgici. L'Adelina uscì dall'Osped•le proprio il giorno in cui doveva farsi la temuta operazione ; andò in campagna efl un mese dopo era completamente guarita. Caselle. - I parenti del bimbo cinquenne GARlNO FRANCESCO offrono alla Consolata una gamba d'argento, come ricordo della grazia ottenuta dal loro piccino di guarire in soli ventidue giorni e senza operazioni da una cosidetta furia di sangue alla gamba destra, che un bravo dottore credeva di non poter curare altrimenti che con tagli per l'esistente minaccia d'infezione. Torino. - LuiGIA PIACF<JNZA, che all'età di i tredici anni dimorando in Felizzano, giuocava una Sera a rincorrersi colle vicine. Inciampò, :i. cadde e per attutire la violenza del colpo istin– tivalllente puntò il braccio destro. Battendo malamente su di una pietra le estremità del cubito e del radio andarono ' in frantumi. Il povero a vambraccio fu· dal chirurgo loc• le ~ aggiustato colla massima cura possibile, ma esso non guarì mai. Da quattro anni Lucietta camminava col braccio al collo, quando nel luogo della frattura, alla regione del polso, incominciò a manifestarsi un' infezione. In breve tutto il braccio è in pericolo, anzi il corpo intero, ed i diversi dottori di Torino consultati, al pari del chirurgo locale, affer – mano che bisogna amputare, e presto, l'avam– braccio malato. Il padre della fanciulla spaven– tato e dolentissimo, vota la figlia alla Consolata, promettendo un braccio d'argento. L'infezione si arrestò ed in pochi mesi il braccio offeso guarì. Restò privo dell' apofisi stiloide, che è quell'osso sporgente in prossimità del polso, e rimangono alcuni segni delle ferite, ma la Luigia può liberamente lavorare e servirsi del suo braccio. Sposatasi nello scorso dicembre , venne alla Consolata a compiere il voto fatto dal padre suo. Bra. - Il chierico CHIANTORE LUIGI dopo una fervorosa novena vide risolversi felice– mente un pericoloso flemone alla gamba si– nistra, che, a detta dei valenti sanitari del nostro S. Giovanni, minacciava seriamente di portargli una grave infezione generale. Torino.- La signora LucrA GRosso-RAINERI, per gli indicibili patemi d'animo cagionatile da una terribile malattia del marito, e per l'esau– rimento di forze che le produsse l'assisterlo continuamente, cadde, a sua volta, gra:vemente malata. Le enfiò la milza dandole atroci pun– ture; la più acce•1tuata dispepsia la r ese affatto incapace di nutrirsi, le si produsse abbondante catarro intestinale, mentre la dilatazione del– l'aorta e la cianosi in diversi punti del corpo segnavano il prinr.ipio di un mal di cuore ed il disordine di tutto il circuito sanguigno. Il solerte dottore curante esperì invano 'le mi– gliori risorse dell'arte, cosicch è la povera si– gnora crucciata doppiamente dal suo malanno e da quello del marito, pareva irremissibilmente condannata. Ma ella aveva letto il nostro pe– riodico : quante guarigioni portentose! Anche essa pregò, fece un voto. Due giorni dopo ap– pena, si manifestava nel suo stato un sensi– bile miglioramento e non erano scorse due settimane che il dottore, meravigliato, la di– chiarava in convalescenza. Offre L. 8. Casalborgone. - SEGLIE RosA , maestra, era venuta a Torino per commiss.ioni. Sbrigatele, stava in Piazza Castello a ttendendo il tramvia di Brusasco per restituirsi a casa, quando presa da malore improvviso, sviene. E' soc– corsa dagli astanti, quindi portata con vettura all'Ospedale di S. Giovanni. Cinque giorni vi rimase fuori dei sensi; per telegramma erano stati chiamati i pare nti, ed amministrati alla degente i possibili conforti religiosi. Si trat– tava di sincope ritenuta dai dottori fatale. La pia suora che l'assisteva, quando finalmente la Seglie rinvenne, le disse :« L'ha scampata bella! E' proprio un miracolo da regiRtrarsi nel Periodico della Consolata, alla quale noi tutti l'abbiamo votata; in tanti anni che as– sisto malati non ho mai visti colpi così vie-
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