Missioni Consolata - Agosto 1902
1.ll 8o11solata 125 QQ~~~~2A5M~~~IQm~.-~~~~ .. ~ --~~~~.~·~~~~~----~~D ~Blaziimi compBndiatB di graziB rBcBnti D~LLE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE Torino. - QuAGLIA TERESA, di 32 anni, da moltissimo tempo sentivas'f un· ronzio nella testa; infine fu presa in questa parte delica- ' tissima da terribili dolori :· le pareva proprio .che le spaccassero il cranio. Trascorso un mese in questo stato tormentoso, per colmo di sventura si trovò inoltre completamente sorda: vedeva i movimenti delle labbra delle sue compagne, ma delle loro parole non ca– piva sillaba. Già da· -due anni abbonata àl Periodico, pensò di votarsi alla Consolata. Incominciò ùna novena; al fine di essa già udiva un pachino; continuò a pregare e quin– dici giorni più tardi si trovò completamente guarita dalla sordità, durata sei mesi, ed in– sieme dal male di capo. E ciò senza aver fatto uso di ·alcun rimedio. Madonna dell'Olmo (Cuneo).- «Venni qui in campagna nel maggio 1901, portando un quadro da collocarsi in questa Chiesa parroc– chiale. Trovai la moglie del sacrestano, LUIGIA OLIVA, in istato gravissimo per una pleurite complicata con altri mali; Ja debole comples– sione della povera madre di famiglia aumen– tava i giusti timori. Subito mi - rivolsi alla Consolata, acciò si degnasse segnare con una grazia il suo arrivo in paese; raccomandai pure all'ammalata ed ai suoi parenti di pre– gare e sperare. Fummo esauditi; l'ammalata risanò çompletamente, ricevendo le primizie di grazia che la Consolata vorrà certamente anche qui dispensax:e. B G. D. »- Napoli. - GIOVANNA CÀSTAGNo, torinese, recatasi a Napoli per affari, vi fu assalita da forti febbri tifoidee; il dottore disse alla fa– miglia presso cui la Castagno era ospite che il caso !lra serio assai. Da 12 giorni essa teneva il letto; il male non accennava a rimettere della sua forza; la povera paziente ·si sentiva oramai stremata di forze ed in preda ad un profondo scoramento, ad una melanconia ter– ribile, per il timore di morire cosi lontana dal suo paese, dai suoi cari. Una notte, nel colmo dell'angoscia, esclamò: O Maria SS. della Consolata, fate che io possa rivedere Torino, la casa mia, la mia famiglia! - Al mattino il dottore constatò un notevole mi– glioramento, il quale progredì cosi rapido che una settimana appresso già la Castagno era a Torino, dove fece celebrare una messa al Santuario in rendimento di grazie. Ciriè.- Nel marzo del1901 il sig. G. G.CAR– DOLLE, telegraficamente chiamato in Sorde– v~;>lo (Biella) al letto di una sua figlia mori– bonda, prima di prendere il treno a Torino corse alla .Consolata, pregandola di conser– vargli quella cara vita e promettendo che se otteneva tanta grazia avrebbe fatto fare uri. quadro votivo. Arrivò a Sordevolò che già si suonava per la benedizione d'agonia, ma senza perdersi ancora di coraggio esortò la· figliuola a sperare in Maria SS. Tanta fede ebbe il meritato premio; la · morente si ria– nimò di nuova vita e tre mesi dappoi era guarita perfettamente. 1\Iontà d'Alba. - « Dopo aver sofferto più d'un anno di atroci dolori di ventre, venni all'Ospedale di S. Giovanni in Torino, dove i sanitari trovarono necessaria una pericolosa operazione. Non reggendomi l'animo di sotto– pormi ad essa, mi trovai in UJlO stato d'in– dicibile angoscia. Mi recai al Santuario della . Consolata, scongiurandola di aver pietà dei miei poveri bambini e_promettendole che, se guarivo, avrei fatto nove visite al Santuario. Q~;~el giorno stesso incontrai un'amica, la quale mi condusse da un suo dottore che in un mese di cura e senza la temuta operazione, mi guarì coll'aiuto della Vergine SS. a cui non cessai mai di raccom·andarmi. ' AMEDEA CASETTA ». Brescia. - QUAGLIOTTI MARIA, colpita da infiammazione al sacco lagrimale con fistola, fu sottoposta ad una prima operazione il 6 giu– gno 1901, ad un'altra il 15. Il dì 11 la paziente aveva incominciato divotamente la novena della Consolata, ed ·ecco che il 20, recatosi il dottore per procedere ad una terza operazione, restò stupefatto trovando l'occhio perfetta– mente guarito. Gianzano (Alba). - PALLADINO ALBINA da· tre anni era tormentata da male in una gamba, che infine divenne pericoloso. Venuta a Torino per consultarsi, diversi distinti dottori dichia– rarono, se non urgénte, necessaria un'opera- ~ zione chirurgica per la guarigione. La Pal– ladino molto temendo i ferri, non potev_a. decidervisi. Pensò di venire ad implorare l'aiuto della Consolata; la vista dei tanti voti nel Santuario le riempi il cuore di confidenza: anch'essa si votò alla Vergine SS. qui !3 poi anche alla Madonna della Pace. Subito dopo la gamba che da tre anni non le lasciava requie, migliorò sensibilmente ed in breve tornò allo stato normale. Provata durevole la . guarigione, rende pubbliche grazie alla SS.Ver– gine ed adempie i suoi voti. Cafasse.- GrACOMETTI FRANCEsco, d'anni 19, operaio alla cartiera di quel paesello, assistette un giorno ad un terribile spettacolo: un ra' gazzo addetto alla fabbrica, lasciatosi cogliere da un meccanismo, fu trascinato nelle spire del motore..... Il Giacometti si ebbe una tale impressione che fu colto da malattia di cuore. Provò diversi rimedi, ma visto che essi poco valevano contro la penosissima palpitazione, implorò il soccorso dalla Consolata con una divota novena, e fu pienamente esaudito. 'La sorella di lui, SUSANNA GIACOMETTI, imi– tando il buon esempio del Francesco, fece anch'essa una novena alla Consolata per otte– nere la guarigione da forti dolori, che la tor– mentavano da tre settimane obbligandola al
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