Missioni Consolata - Agosto 1902

1JI eo.,sotata 121 o-Q~--~~~~=~~·~~~~~--~·~--~0 Il missionario la saluta, poi la interroga: Per– chè vuoi esserci causa di tanta tristezza ? Se ti dispiace lo .sposo a te scelto dal padre tuo, dillo liberamente. · - N Ò, non mi dispiace. - Allora, per quale motivo non vuoi le- garti a lui per la vita? - Perchè..... perchè non vo~lio... voglio essere libera. - Allora tu non vuoi nemmeno il batte– simo; vuoi dar retta al demonio, rimanere sotto il suo giogo, credendoti libera..... La conversazione continua così un altro poco. FinaJmente la fanciulla è tocca dalla grazia; scoppia in singhiozzi ed esclama : ,Ebbene, padre, farò quello che Dio comanda: voglio anch'io il bat.tesimo ! I poveri genitori, gli astanti tutti sono pieni di meraviglia e di santa · gioia. Chi avrebbe - creduto che potesse operarsi un simile cam– biamento · in colei, finaliora così dura ed osti- nata? , • Il buon Missionario leva in alto gli occhi ed il cuore e ringrazia la Vergine Consola– trice, intanto che in ispirito rivede le belle sponde d'Italia, Torino ed il dolce Santuario ' ·dove Maria impera dalla taumaturga Sua .Effigie. · Compie.. i sacri riti: la Chiesa cattolica accoglie ne,l ·suo grembo una ~uova famiglia, feconda . i germi di altre due, che si fonde– ranno fra br!3ve sanzionate dal sacramento. Il Rev.do Abba "Tecle Mariam compie tosto il suo voto, pregandoci di pubbli.care la grazia concessagli dalla Consolata, ed ancor.a ultima– mente nel fornirci gli schiarimenti doman– dati in proposito, ci confermò che la giovane persiste. nelle sue ottime disposizioni e tutta · la casa · dei Manna Derar si mostra degna del ricevuto incomparabile benefizio. L'allarme della Madonna La pic~ola fami glia G. di Torino (1), èom– posta della madre gia in età avanzata e di due figliuole , doveva nel luglio 1895 partire per la campagna lontana. L a maggiore delle figlie, la più sana ed esperta e che aveva perciò la direzione dellacasa, dopo aver prov– veduto a questo ed a quello, si lambiccava il cervello per trovare il nascondiglio adatto a un fascetto di Cartelle del Debito pub– blico al portatore. Rappresentavano esse una somm_a di 47000 lire, la parte maggiore .dei beni mobili della famiglia. Ogni anno, si sa, i ladri fanno visite sgra~ ditissime e disastrose agli alloggi rimasti de– .serti nella città a mezzo spopolata. I mobili più solidi vengono scassinati, i materassi ed i pagliericci frugati, gli angoli più riposti esplorati. Qualcuno inganna benissimo i ladri, lasciando i valori appena celati sotto i mucchi di biancheria negli armadi e nei cassettoni aperti, oppure in cucina, in un astuccio di latta posto in fondo ad un cestone d'utensili. Ma i seguaci di Mercurio oramai ne sanno una più del diavolo, e con loro c'è sempre il pericolo di far la figura dei pifferi di mon– tagna. La prudenza non è mai troppa. quando si tratta di denari. Dunque? Pensa e ripensa, e infine la buona damigella in cuor suo gridò l'eureka. Tenne però per sè sola il suo secreto: non si sa mai dove può volare una parola e anche i muri hanno orecchi. Sorridendo di compiacenza .per la sua trovata, in un momento in cui non – erano in casa nè la mamma nè la sorella, in– troduce il suo pacco di cedole nell;antica stufa a mattoni, ,lo spinge su su per ~e giravolte tortuose della gola fin dove può arrivare il . ~ . (l) Per m~~i vi f•cili a ·comprendersi omettiamo in. i questa--relazione·n nome delle persone-<graziate. .· ·~

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=