Missioni Consolata - Luglio 1902

]11 eo.,solata 103 Q Piemonte e designato a succedere al padre Vittorio Amedeo III sul trono di Sardegna. Indifferente al fasto, mite e dolce con tutti, nelle feste sontuosissime datesi a Chambery ed a Tox:ino in occasione di questo matri– monio, ella apparve come una visione mi– stica, e ben si potè di le~ scrivere sulla medaglia conia– ta per l'occasio– ne : Sanguinis claritatem mo– rum sanctimc– nia illustrat. Q trarla con maggiore slancio alle pratiche di pietà. La brevità di un articolo non ci per– mette di soffermarci lunga~ente a descrivere la vita di Maria Clotilde negli anni di pro– sperità relativa, che corsero dal suo matri– monio allo scoppiare della rivoluzione fran– cese. Basti il dire che la piena sottomissione ai suoceri, la fraterna defe– renza verso i co- -gnati, l'affettuo– sa assistenza al consorte nelle frequenti sue infermità, la sa– piente bontà con cui ella sapeva alleviarne le af– flizioni e soppor– tarne i difetti dipendenti dal di lui carattere eccessivamente nervoso, la per– spicacia con cui riuscìva spesso ad appianare le di ~ergenze che sorgevano tra il vec-chio re di Sardegna ed i suoi figliuoli, la rendevano di In compenso del suo sacrifi- – cio, nel nuovo suo stato la prin– cipessa di Pie– monte ebbe la più grande be– nedizione che le potesse largire Iddio: ella trovò nello sposo e nella suocera due anime che compresero la sua, che ineb– briatesi, anzi, al - celeste suo pro– fumo, lasciarono eh~ esso si span- – desse libera– ·menté per la reggia. Maria Clotilde potè così, n·on solo continuare alla Ritratto della Ven. M;ru:ia Clotilde giorno_ in giorno più benevisa al– la Reale fami– glia; mentre la Corte di Torino la vita pia e ritirata che aveva condotta da fanciulla, sibbene ancora perfezionarsi nello spirito di abnegazione e di preghiera, e rendere più austera la sua vita a misura che ne divenivano più gravi i doveri e più tristi le circostanze. A Dio non piacque darle le desiderate gioie della maternità; fu questo per la gio– vane sposa un primo soggetto di lunghe e non lievi pene, ed insieme un'occasione per dignitosa umil– () tà, l'uguaglianza di carattere, la vigilante e l squisita carità la ponevano a modello di tutta la Corte e la facevano amare dal popolo. Di q~esto tempo dobbiamo più particolar- ~ mente ricordare una pia abitudine, e lo fa– remo colle stesse parole del suo sposo, quali le troviamo registrate negli atti preliminari l del processo per la beatificazione della serva di Dio. « Contribuì moltissimo, a misura delle sue forze, con limosine frequenti e

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