Missioni Consolata - Luglio 1902

98 )11 <Zot')solata diava di aureo nimbo il quadro mira– coloso, coi fiori che d'ogni intorno esa– lavano dolci profumi nell'aria fragrante d'incenso, pareva riflettere gli splendori del cielo. La moltitudine del continuo rinnovantesi, andava e veniva., depo– nendo appiè della Vergine l'ardente tri– buto di sue preghiere, sostava nel clau– stro a leggere sui quadri delle pareti a storia delle Mariane beneficenze, e ge– nufletteva intorno al regal trono su cui innalzavasi la lucente statua della. gran Madre di Dio , esposta , come di con– sueto, nella chiesa di S. Andrea. * * * Così andò man mano crescendo la di– vozione, e colla divozione la folla in .ogni giorno della novena fino alla sacra vi– gilia, che'si aprì con migliaia e migliaia di comunioni. La benedizione del SS., la sera della v]gilia, fu impartita da S. E. Rev..ma Monsignor Luigi Spandre, assistendovi, fra numerosissimo stuolo di sacerdoti, il venerato Pastore dell'Archidiocesi l'Emi– nentissimo CardinaleAgostino Richelmy. Durante la religiosa funzione la scuola di canto di San Dalmazzo eseguì musica .vocale di stile strettamente liturgico, e di severo, bellissimo effetto. Con tratto di specialissima bontà, il Cardinal Arcivescovo, accompagnato dal Vescovo suo coadiutore 8 dal clero del santuario si degnava quindi, al giulivo suono delle campane, recarsi sulla piazza prospiciente il tempio, salendo sul palco della banda Salesiana che diè tosto prin– cipio all'annunziato suo concerto serale. Tra"i numeri dello scelto programma, vivamente applauditi dall'immenso pub– blico circostante, ricordiamo la Lode della Consolata, coro di sessanta sacerdoti con accompagnamento musicale. E trà i suoni ed i canti si accendevano per ogni dove i lumi di gioia ad incor– niciare le finestre e le porte, a profilare i cornicioni, i terrazzi, le balconate, quasi lo sbocciare di fiori maravigliosi, quasi il rutilare di fantastiche gemme per fe– steggiare la Consolata che dall'alto della granitica sua colonna, tutta candida e pura, al siderale chiarore della luce elet– trica, sorrideva benedicendo alla città del ma:terno suo cuore. L'illuminazione, per unanime voce del pubblico, riuscì quest'anno· imponente, straordinaria, estendendosi senza ecce– zione a tutti i quartieri di Torino. Essa fu tale uno spettacolo che persino un gior– nale liberale cittadino ebbe a scrivere: La luminaria per la Consolata ha assunto in quest'anno le proporzioni d'un vero avve– nimento generale. Da molti anni almeno non si erano veduti tanti lumi ardere in onore della Vergine. Ve ne erano in ogni angolo della città; nei quartieri popolari e nei quartieri signorili, nelle regioni centrali e in quelle della peri– feria, nelle vie maggiori e in quelle minori. Nelle :vie della 'vecchia Torino specialmente e in quelle che conducono al santuario non vi ei-a finestra, balcone od abbaino che non avesse il suo lume, H suo bicchierino fìam- . meggiante, la sua lanterna o la sua modesta candela. Per la storia e per l'osservatore che si compiace ·di raffronti aggiungeremo che particolarmente caratteristica riuscì l'illuminazione del Borgo Dora, ove non solo la facciata delle case, ma ancora i cortili scintillarono di faci ad onor di Maria, quasi a ripagarsi con raddoppiato zelo della 'mancata luminaria del25 aprile scorso (in ringraziamento dello SCéimpato pericolo nello scoppio della polveriera, or fa cinquant'anni) guasta allora dalla pioggia. Un'immensa fiumana di gente, colla

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