Missioni Consolata - Luglio 1902
1 a .e o f} so 1 a ta - · 109 del ~af}tuario .. l~ · ~- -Grazia recenti riferite alla sacrastia dal Santuario QU!DBI VOTIVI PORTATI IN MAGGIO N. 44 Moncalieri. - . .Il 31 gennaio 1901 la si– gnora ALBINA SALENGO- Busso, da Monca– lieri dov'ella abita, era venuta a Torino per le sue commissioni. Qui la colse uno sveni– mento che si prolungò in modo inquietante; fu portata in casa di parenti per le prime cure e più tardi, a si;.ento, a -ç:asa sua. Ma invece 'di andarsene, come un disturbo pas– seggero, il malessere s'andò aggravando. Da. lunga data la povera signora era ma– lata in modo che pareva non recarle g~avi disturbi, m~ che intanto con nau~ee, emi· cranie, inappetenze ed altri malucci l'aveva condotta a tale marasmo ch'ella non era più che uno scheletro rivestito di pelÌe. L'orga– nismo . indebolito non aveva ora . forza per lottare contro il male insorto improvvisa– mente, e producente .tale accasciamento da non permettere all'inferma di te!].ersi in piedi. Il mattino dell' 8 febbraio la signora Sa– lengò, svegliatasi da breve sonno, fa per ·chia– mare la. p_ersòna di servizio, ma la voce non obbedisce all'ordine della volontà:' - San-ta pazienza l pensa ella, anche il raffreddore mi mancava adesso a tormi la voce... - Era · invèce· l'afonia bell'e buona, completa. Così . dice il dottore.- Ma passerà?- Può darsi. - Certo, no:? :- Mah l - Il breve .dialogo sostenuto a . ce~ni dall'una delle parti, la più interessata,~ tutt'altro che soddisfacente per lei. • . Intanto passano le settimane, i mesi; la poverà signora, sempre muta più non lascia il letto. Il 'dì 5 d'Agosto è scossa e scoJ,l· volta anima e. corpo. da una terribile sven- tura: il marito suo è colto da un fiero in· sulto apopletico, il quale rinnovatosi poi poco tempo appresso lo trae al sepolcro. Sotto il peso di tali strazianti avvenimenti, ' l'ammalata non poteva che peggiorare:- Sen– tivo, dice ella stessa rabbrividendo ancora alla memoria di quei giorni luttuosi, sentivo la morte ch.e già ~i aveva rapito lo sposo, incalzar me pure da vicino. Di giorno in giorno le poche forze rimastemi scemavano come ghiaccio al eole, poco a poco. Morire? Certo è cosa inevitabile, ma la sapienza di Dio, a custodia e difesa della vita, ha posto nell'uomo una formidabile ri– luttanza alla morte, una riluttanza per cui l'istinto s' afforza di tutte le reazioni della natura corporea e _di tutti i terribili timori, che il giudizio severo di Dio risveglia nel– l'anima immortale. Anche la signora Salengo aveva una giusta paura della morte, e sotto la grave, incombente minaccia di prossima fine, chiamò piamente in soccorso la Vergine Consolatrice. Quante volte l'aveva invocata nel decorso di otto lunghi, interminabili mesi quasi tutti passati in letto tra snervanti languori, tra insonnie crucciose, tra agitazioni e dolori.. Quando ancora poteva ·recarsi a Torino, nelle sue gite, per quanto affrettat!'l, mai e poi mai av.eva scordata la visita alla Con· solata, divota .come n'era fin dall'infanzia. Oh, la sua cara Madonna, che tante volte l'aveV;a confortata, l'avrebbe aiutata anche adesso a non morire! Questo pensiero valse a rjanimarla, a darle al cuore una speranza. Fa voto di portar messe al nostro santuario, e sùbito intraprende una novena di preghiere senza parole, che poi fa seguire da al t],"e novene.simili. La vittoria arride alla costanza. La MadoÌma l'asc0lta, poichè, contro ogni umana previsione, mentre conoscenti ed amici le davano pochi giorni di vita, la signora Sa· lengo sente che le sue forze rifanno il cam– mino a ritroso, crescendo poco a poco, come prima s~ema"vano. La fE;llice constatazione di questo fatto le ridà coraggio e con esso un po'.di energia fisica, un :po' di . appetito x:i– storatore. -.
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