Missioni Consolata - Luglio 1902

108 . llt· e o 11 so 1 a t a · (~vendo abdicato i=: f:atèllo ~~ ""'"...,.;;;;,I;;;;L~:::~- I;Ee;;;;;D~I ... O,==_,o torio Emanuele) introduceva ' la causa. di --- beatificazione della impareggiabile ·sua con– sorte, la quale cinque ap.ni dopo si potè già. designare col titolo di Venerabile, in seguito al decreto con cui il santo Pontefice Pio VII approvò l'introduzione di detta causa, in data 7 aprile 1808. Da quel tempo la c_ausa non fu più ri– presa; morto Carlo Emanuele IV, morto' Mons. Bottiglìa 1 nell'affrettato succedersi di avvenimenti politici e di sempre nuovi ri· mutamenti nella nostra .patria, la santa re– gin~ f~ dal mondo dimenticata. Ma la' sua mem..oria fu · ~a}; ';-eligios.amente conserv.ata nella~ Ca:sa Sabauaà. da· ~uguste donne, c)le colla no~tra eroina ebbero ed hanno punti- non pochi di contattoi. e forse merqè loro, la Venera?ile Maria Clotilde sarà ascrit-ta al novero dei santi. Noi affrettiamo coi voti ·il giorno .irr cui nel rinnovato santuario di N.· S. delle ·con· · solazioni, accanto al mom,miento delle regine Maria Teresa e Maria Adelaide, si pòssa a lei dedicare un altare, sul quale il sacro mi– nistro. offra il .divin sacrificio rivestito dei ·. sacri paramenti lavorati dalla mano · indu– stre della _piissima principessa. · I tempi corrono burrascosi p~r la patria, ed il sagace os~ervatore, sotto men tristi apparenze, scopre i. sintomi di tempeste· più tremende. ancora di quelle scatenatè dallà rivoluziqne francese. Colei che fu trovata degna di dividere i patimenti degli immor– iali Pontefici Pio VI e Pio VII, e di unirsi ad es~i per dimostrare una volta di · più al mondo come il potere della virtù sia eterno -ed incoercibile e come la vittima di una santa -causa sempre vinca il suo persecutore, po- trebbe certo con frutto essere invocata a . / ·perorare presso Dio la causa del nostro vec- ·chio ma sempre forte Piemonte, facendovi rifiorire quelle avite tradizioni di fede e di pietà religiosa, le quali furono il balsamo mi– racoloso che lo sostennero attraverso le lotte -e le vicis~;~it~dini di tanti secoli. =";===~~=== Alla solenne processione della Consolata dello scorso.giugno interveniva il conte Rog- · gieri di Villanuova per rendimento di ·grazie. Egli riconosce .dalla Consolata, di cui fu sempre devoto, ·la grazia dèl suo' felice-ritorno in patria dail'isola della .Martinica, teatro del– l'immenso disastro che commosse il mòndo intiero. Doveva infatti restare a Saint-Pierre, la città poi distrutta, fino circa la metà di maggio, ma circostanze inaspettate fecero si che anticipasse la partenza e così rimanesse · salvo: Prima di partirà si era raccomandato ~ alla Consolata, cui ogni giorno lo raccoman– dava pure la pia ·madre sua. Il fortun~to reduce potè essere testimonio, durante la sua permanenza nell'isola, dell'im– moralità grandissima che regnava a·S.t-Pierre, · e çonfermà quanto un missionario tedesco dall'isola Trinitad vicina 'alla Martinica seri- : veva -poco dopo la catastrofe-ai suoi genitori: · « ..... Le notizie 'sull'immoralità di quella infelice .popolazione, !Jhe ci pérvengono, sono quasi incredibili. , . «Avrete sentito che ivi, il Venérdì Santo, il p.opolaccio crocifiggeva per disprezzo sacri– lego un porno ed il giorno di Pasqua cacciò attraverso·la città un altro porèo coll).e risorto. «Da quéi pochi .che in queste ultime setti– mane sj. sono rifugiati qui, apprendiamo che per l'Ascensione si preparava un altro simile sacrilegio, il quale però fu sventàto dalla tre– ~enda catastrofe ». Un altro missionario scrive che ancor dopo· la prima eruzione, avvenuta il 5 maggio, gli emigrati di Saint-Philqmene e di Precheur al– bergati i,n città passavano le notti in orgie cantando nelle vie canzoni ,oscene contro la Vergine !)d· il Cristo, e che infami cartélli in– sultanti alla Vergine SS. vennero affissi alle porte della Cattedrale. . Rabbrividisce l'aJ!imo nostro.,. ricordiamoci che con Dio non si scherza e non impunemente . si provoca l'ira sùa. . Quel Dio che vivente in terra non permise mai di essere tacciato di disonest4..(simboleg·· giata dall'animale immondo), glorioso in Cielo · non poteva tollerare gli osceni insulti e tre· menda scoppiò l'i~a divina~ ' ===~==~

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