Missioni Consolata - Giugno 1902
8ortsolata 95 tra pubbliche dimostrazioni di stima;. Come fervido è volato i! nostro ringraziamento alla Consolata, a colei che muta il dolore in gioia, le lagrime in doke sorriso! A Lei debbo anch'io una grazia straordinaria: la cofiversione di mio padre, avvenuta in prin– éipio del1900. Da 45 anni, già egli aveva posto in oblio chiese e sacramenti; per di più a!lescato dalle false dottrine·dei protestanti, aveva apo· , statato, 15 anni prima ch'io venissi al mondo. Ma la Consolata, ch'io tanto pregava, vegliava su di lui; lo attendeva al varco, come una po– vera pecorella smarrita. Una di· Lei immagine posta sotto il guanciale, quand'egli s'ammalò, operò il ' miracolo. Mio padre, nella pienezza delle sue facoltà, pentito sinceramente, abiu– rava i suoi errori e si riconciliava con Dio nella tarda età di 84 anni. • Oh, la cara immagine della Consolata resterà meco sempre nel cerchietto d'oro che porto al collo. La sua dolce figura campeggia anche sull'uscio della mia casa; Essa dice a chi la vede (come ben si disse nel caro bollettino): Qui abita un graziato dalla Madonna!»- . M. B. (l) Brisighella. - Stralciamo da una lettera : Rev.mo sig. Direttore, « Venuta a Torino per visitarvi l'Esposizione del 1898 in compagnia di una parente, questa mi condusse al santuario della Consolata, da lei già altre volte visitato. La Vergine SS. cosi ~ispose con provvidenziale, materna bontà. Dalla mia visita al celebre santuario riportai una profonda impressione; mi colpi il numero stragrande degli ex.voto e notai quelli special– mente dei militari. Tornata a casa, mi sentii trasportata ad invocare anch'io Maria SS. sotto il titolo dolcissimo della Consolata, raccoman– dandole in particolar modo la conversione di un mio parente, che da·molti anni stava lon– tano dai Sacramenti, per quali anzi mostrava un'ostinata avversione. Erano pochi giorni che pregavo a questo fine ed - oh, prodigio!– in giorno di sabato, senza che nessuno a ciò lo soUecitasse, detto mio parente chiese di confes– sarsi e fece la s. comunione, fra le lagrime di consolazione dei congiunti e.di tutti gli astanti. Visse ancora un anno, dopo ricevuta la grazia della conversione, sempre soffrendo, ma più rassegnato e paziente e inori da buon cristiano, dopo aver acquistato l'indulgenza del S. Giu– bileo. O divina Consolatrice, come potrò mo– strarvi la mia gratitudine per il grande favore a me concesso? Vi sono riconoscentissima, Vergine Miracolosa, prima per la stupenda con. versione operata c poi anche perchè mi libe– raste dal rimorso che mi avrebbe perseguitata per tutta la vita, se quel mio parente moriva senza confessarsi. Eppure, nella mia debolezza, (l) Facciamo questa. volta un'eccezione alla regola impostaci di non pubblicare grazie senza il nome della persona ~aziata. La natura delicata di queste grazie spiritnah ghutifica questa eccezione, che però non ri- . peteremo per le grazie temporali. io non avrei mai avuto il coraggio cristiano di proporgli tale atto necessario..... Ella, reve– rendissimo sig. Direttore, mi aiuti a ringra– ·ziare la Consolata» , dev.ma LucrA LEGA. Roma. - Un ·alto impiegato, oppresso da lunga malattia di cuore, si andava avvicinando al suo fine, e la famiglia, oltrechè desolata per la imminente perdita del suo capo amatissimo, era oltremodo impensierita per l'eterna di lui sorte. Egli apparteneva alla schiera infinita degli indifferenti. Marito e padre esemplare, lavoratore indefesso ed onestissimo, egli aveva passati i suoi trent'anni di matrimonio tra casa ed ufficio, ma alla sua virtù puramente umana era mancata l'anima della religione, · la quale mentre santifica le buone abitudini ed allevia i ~acrifizi del dovere, li converte in meriti per l'eternità. Senza avversare in alcun modo le pratiche cattoliche in famiglia, egli se ne era astenuto sempre per conto suo, come se il Dio della sua sposa e dei suoi figliuoli non fosse il suo Dio, nè lo aspettasse al di là della tomba la stessa immortalità che essi aspettavano colla certezza della fede. Che fare intanto? Far parola di sacramenti ad un tale malato, a cui il male già dava un' im– mensa melanconia, era come · affrettarne la morte.... In famiglia si pregava ardentemente la Consolata; la pia figliuola del povero pa· ziente aveva intrapr~si divotamente i Nove Sabati. Con pia industria, a sua insaputa, gli si pose lo scapolare della Madonna; ed una medaglia benedetta fu introdotta fra i mate– rassi, sotto il capezzale. Si aspettava ansiosi.... Ed ecco passa per Roma l'Em.mo Card. S'vampa, amico del malato, che è tosto messo a parte delle angosce della famiglia. Lo zelante mi– nistro di Dio, con ogni delicatezza, nella prima sua visita riesce a far gradire al pericolante una medaglia della Vergine e nella seconda a riconciliarlo con Dio. L'indomani mattina, in una stanza attigua, celebra la S. Messa e lo comunica. La Madonna ha fatto tutto Lei, conchiude la relazione della grazia, scrittaci dall'ottima figlia dell'infermo G. M. Il fortu· nato cosi visibilmente protetto dalla Conso– lata spirò l'antivigilia della festa del 20 giu- gno 1901. · Torino. ,....... Da lungo tempo trascinavo una misera vita, schiavo delle mie passioni, e, seb– bene punto da vivi rimorsi di coscienza, mi mancava il coraggio di rompere la terribile catena colla quale mi aveva legato la cattiva abitudine. Nella mia spirituale miseria però, aveva conservata una certa divozione alla Vergine SS., a cui sempre rivolgevo, almeno per usanza, qualche preghiera. E Maria SS. ebbe pietà di me. Un mattino mi sentii tutto il cuore penetrato di dolore vivissimo per i miei peccati, e nel tempo stesso una spinta, quasi mano invisibile, mi portò alla Conso– lata. Andai difilato ad un confessionale; al buon sacerdote che vi stava manifestai colla massima sincerità lo stato della mia coscienza,
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