Missioni Consolata - Giugno 1902

94 ll' C o f1 so la t a :ammato di santo=::e potut~~ Chi avrebb:== predire un ritor:o Madonna non 'esaudirlo? Angelino aveva ap· tanto divérso dalla venuta? pena finite le tre Ave Maria, quando senti- L'arrivo a casa è un trionfo. Il babbo, i tosi d'improvviso circolare per il corpo una congiunti, i conoscenti fanno le più alte me- virtù sanatrice, si svincola dalle braccia ma- raviglie. L'indomani ed i giorni successivi terne e dice ad alta e chiara vqce: Mama tutti vogliono vedere coi loro occhi il pro- lasme 'nde ch'i vad da mì; i sun guarì, la digio. Esso è innegabile; la guarigione è Madona a m'ha faY[!e la /grassia (Mamma, reale e piena e si va rassodando di giorno !asciami andare, che vado da me; son gua- in giorno. I dottori la constatano, pur asse- rito, la Madonna m'ha fatta la grazia). rendo di non sapere a quale causa attribuire E unendo l'atto alle parole, lui che da tre il subitaneo sparire di un male, secondo i anni non poteva star ritto un momento sulle dettami della scienza, ing~aribile: sue gambe, nè tampoco piegarle, corre, per Il 20 giugno dello scorso 1901, Angelo quanto)a calca: glielo permette, verso l'altar Rita tornò al santuario vestito del suo abito maggiore, s'inginocchia alla balaustra. La votivo, ritornò là dove egli ed i suoi parenti mamma e la nonna, che alla prima mossa ben sapevano risiedere la causa sopranna- del bimbo han tese istintivamente le braccia turale della sua guarigione, Colei che con come per accoglierlo in una inevitabile ca- profonda significazione è pure invocata come duta, lo seguono poi trasognate, scosse da Causa nostrae letitiae. Dopo una tenera pre- un tremito di meraviglia, spargendo copiose ghiera di gratitudine, il bravo ragazzo.passò lagrime di consolazione. Colle due amorose a deporre in sacrestia le grucce e il bustino parenti seguono il fanciulletto molte delle ortopedico che per tre lunghi anni l'aveva persone che han tutto veduto, che commosse torturato, quale eloquente ricordo della mise: dallo stato miserando di lui e dalla sua in- ricordia a lui usata da Maria SS. fanti)e pietà, avevano anch'esse impetrato il Appena prima di licenziare alla stampa miracolo. Sì, miracolo. La parola che è sino· questa relazione, abbiamo voluto assicurarci nimo di fola per il mondo incredulo, racchiude un'altra volta dello stato di salute del gra- in quell'istante tanta verità, che sussurrata ziato. Come ci riferì la nonna, apposita- dapprima a mezza voce per rispetto al luogo mente venuta da Moncalieri, esso è sempre sacro, va man mano irresistibihn:ente riso- perfetto: Angelino Rita sta benissimo, salta, - nando più alta e distinta. Il corteo che ac· · corre; si comporta, insomma, come un baro- compagna Angelino nel suo giro per il san- bino normale della sua età e còme se mai tuario s'ingrossa. non avesse sofferto la terribile coxite. Eccolo il fortunato piccino: discende nella tribuna prospettante la cappella sotterranea delle Grazie, come se volesse fornire sempre più chiara e lampante la prova dell'ottenuta guarigione. Colà le ragaz'ze d'un istituto stanno cantando una divota lode; ed egli unisce la piccola sua voce al coro che dà gloria a Maria SH. Consolatrice. Ma l'ora si fa tarda; convien lasciare il santuario e pensare al ritorno. Dopo un'ul– tima fervente preghiera di riconoscenza, i tre felici si avviano sempre seguiti da gente santamente curiosa. In mezzo alla mamma ed alla nonna, Angelino cammina spedito fino in piazza Castello a riprendere il tram. ~elazioni compendiabe di grazie recenbi DELLE QUAli FU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE Como. - Da una lunga e bellissima relazione di varie grazie, stralciamo i brani seguenti: «Venerdì vi fu il processo dell'infelice padre della mia amica, per il quale avevo chiesto preghiere al santuario. Esso, accusato di·falso in atto pubblico, da oltre un mese languiva in carcere, senz'altro conforto che la convinzione della sua propria innocenza. Al dibattimento si conobbe chiaramente che altri aveva abusato della sua buona fede, ed il poveretto veniva riconosciuto pienamente innocente e rilasciato