Missioni Consolata - Giugno 1902

-· ·88 c.à===<-==Q;)~§H ~ .··~ o l'estre~a lotta di q~ella notte_ non le ~;pper~ ~ l'amico .suo, da coll~carsi co;ne icona sull'àl:.· .. che D10 e la Vergme SS. L'11}-domam, l'An· ~ . tare della cappe]J.a d1 u:6. ospedale, per la cm - gelo éustode di -quell'anima, _il quale per fondazione lasciò morendo la propria casa in · tanti anni era stato contristato al vederne le f Volpiano, ingiungendo ancora che la Conso- continue iniquità, assisteva estatico al più lata fosse dipinta a fresco sul muro esterno, consolante degli spettac9li. L'Arnaud, ferma- allato al davanzale della finestra della sua mente risoluto a mutar vita, era rientrato camera. Ambedue le dette immagini si pos· nel santuario della Consolata per confessar; ~ sono vedere all'ospedale di Vplpiano e, come sinceramente tutte le sue colpe ed attenerne questa depositata ne1 nostro· santuario: 'nar- l'assoluzione. Di là uscì trasformato: l'uomo rano le misericordie di Maria SS., la quale vecchio era veramente morto, ed un uomo ~ si prote:>ta Rifugio dei peccatorì. _ nuovo era uscito dallavacr~ nel Sangue pre- Finito appena il suo debito di riconoscenza ziosissimo di ·Gesù Cristo. col _dipingere le sembianza della sua Salva- • La conversione di una persona così nota trice, l'Arnaud divenne •cieco; e tale· visse per là sua irreligione doveva successiva- ~ ancora due anni, ma di questa sventura si mente far rumore . nel paese, nè Satana, seb- servì come di scala per ·giungere pih sicu- bene vinto, v0leva rinunziare all'ultima ramente al Cielo. L'uomo ·già impaziente, _ arma: il rispetto umano. All'Arnaud non collerico; bestemmiatore ad ogni minima con- mancarono motteggi e scherni da parte degli trarietà, umilmente benediva ora la rp.ano di antichi' suoi compagni di disordine ; mormo- Dio che, percuotendolo, gli dava un mezzo di razioni e dicerie i~finite corsero sul suo radi· raccogliersi meglio in sé stesso, di sfuggire cale m_utamento, di cu·i alcuni vollero travi- ad ogni pericolo, ad ogni tentazione di rica- sare e falsare le cause. Ma il conv.ertito, come duta. In questi sentimenti degni di un santo egli stesso dichiara nel lungo àuo testamento, lo còlse la morte, conducendolo alla beata da buon filosofo aveva tutto provveduto e si visione.di Colei che, quale corredentrice delle era corazzato contro gli erronei giùdizi degli anime, si fa una gioia di ricondurle al Buon uomini, pago oramai di potersi preparare con Pastore, al divino suo Figliuolo. una giusta penitenza ad aver benevolo il giu– dizio di Dio. E siccome fermamente riconosceva in primo lq~go dalla Consolata, per lui tante volte in· vocata, l'essere sfuggito alle bran,ché del·de– monio ed all'inferno, egli, che .si dilettava di pittura, volle <li sua man~ abbozzaré il quadro votiv9, che a perpetua memoria del beneficio mandò al santuario e che noi qui fedelmente riproduciamo. Esso fu poi ritoccato e com– piuto da un suo amico, il pittore Serena. Nel mezzo vedesi ritratto l'Arnaud in atto di render gFazie alla Con-solata; nei piccoli quadretti all'ingiro volle es!'lo ricordare al– cuni degl''innumerevoli· episodi della lunga, straordinaria lotta spirituale ch~egli ebbe a sostenere, spinto dà una parte dalla grazia di Diq, raffigurata nell'Angelo custode, e bersagliato ·dall'altra dal demonio. · Un· altro gran quadro coll'effigie della Cònsolata sbozzò similmente l'.Arnaud e finì LE GOLO~NE-~IOORDD ,' Giugno, il mes~ della Consolata, si distin– gue da tutti gli altri dell'anno per gli omaggi più numerosi e più grandi che la Vergine SS. riceve dai suoi devoti. È naturalissimo che i figliuoli bennati, sebbÈme ogni giorno ~n­ tenti ad onorare la Madre, nell'occa~ione della sua festa)e offrano il fiore più olezzante della_ loro ten~rez~a, e _di~~o ~ond_o ai lor' t~sòri per offrirle 1 dom.. pm nccb1 e sfogg1atl. . Neli' imminenza della prossima solennità, del 20 Giugno, ha preso nuovo slancio la · sottoscriziop_e·dei pilastri-ricordo che saranno · ?-ecoro.del ripnovato santuario, e siamo certi che i .pochi ancora disponibili prima dello spirare del mese saranno anch'essi assegnati. . . . . .

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