Missioni Consolata - Marzo 1902

:Ut e o ., s à l a t a 37 GQ~~~~~~~·~~~~~~~KU~~~~G§~~~~~~~~~~~QO Camerlengo,della S. Romana Chiesa. A Lui, quasi martire, ed al successore benediceva Maria SS. Consolatrice. * * * È il 20 febbraio 18i8, pressapoco quest'ora istessa..Si sparge fra noi una lietissima no– vella: il Cardinale Gioachino P ecci è stato eletto Papa. Chi può dire il santo gaudio che dall'eterna Roma si riversa su tutto l'Orbe Cattolico ? Esulta in particolar modo ,· la nostra Torino, quasi figliuola primogenita di Roma, sempre prima nell~ dimostrazioni religiose, com'è prima nella pieta e nell'af– fetto verso la Santa Sede, ed il-suo giubilo espande in questo Santuario. G_ol pio Ret– tore, con questo Clero, si prostra il popolo devoto e sul novello Vicario di Gesù Cristo in v oca dalla v ergine le più elette consolazioni. Mess;tggerò dei pii- voti dei Torinesi, il loro Arcivescovo, M.r Lorenzo Gastaldi, dopo essere qui venuto a ringraziare la Consolata e ad implor~rne l'aiuto e l'assistenza, parte verso la .Citta Santa, Il 5 marzo, uno dei . primi tra i vescovi del' mondo, è ai piedi del nuovo Papa. E Leone XIII lo accoglie con bontà, e manifestand 0 gli la stiina e l'affetto ·che da lungo tempo Egli nutre per la citta nostra gli dice: - A Torino si opera molto bene in servigio della Chiesa: 4ite ai Tori· nesi che io tutti li. benedico con effusione. - . Ma a chi dobbiamo noi, ·- fratelli e figliuoli carissimi, la religiosita e l'operosità. santa, se non a Maria Consolatrièe? È il 1.879, il ci~q~antenario d~ll'incorona- . zione dell'Immagine taumaturga della nostra Madre e Regina. Torino è in festa; i1 Santo Padre vuole parteciparvi, -inviando per mezzo dell' Em.mo Cardinale Nina, il dono prezio– sissimo d'una speciale indulgenza, la quale si potè lucrare dal giorno 11 al _29 del mese di giugno. I decreti di Dio : sono imperscrutabili. M.r Gastaldi è chiamato al premio eterno. Tosto lo sguardo di Leone X III si porta pie– toso sulla vedovata Chiesa Torinese. Egli si stacca dal fianco il figlio prediletto, colui che per la sua -dottrina e per le doti impareg- giabili d'eU' animo nobile e gentile aveva conquistato il Suo cuore, sì che nella prima promozione del suo pontificato l'aveva voluto decorare delia .sacra porpora. E l' Em. Ali– monda, prezioso regalo del S. Padre ai To– rinesi, fu altamente benemerito della divo- zione a Maria SS. Consolatrice. . Quante volte venne egli a prostrarsi innanzi a Lei in questo santuario! E con quale entu– siasmo disse le lodi della Consolata! All' il– lustre Prelato che cose grandi operò nel suo, purtroppo breve, pontificato in mezzo a noi, toccò la gioia di accrescere colla sua pre– senza lustro alla cinquantenaria commemo– razione che della preservazion_e del colèra si celebrò nel 1885. Nell'anno seguente, va– lendosi dell'autorità, di cui godeva presso la S. Sede, il Cardinale Alimond~~t otteneva quanto da tempo ardentement~ si desiderava: la Messa votiva e l'Ufficio proprio della Consolata. Così l'illustre e soave Arcivescovo legava la sua memoria alla divozione più cara ai Torinesi, i quali nel tempo stesso ricevevano un novello pegno preziosissimo della predilezione del SommÒ Pontefice. M.r Riccardi fu pur esso un dono del Cielo per i devotì della Consolata. Ella stessa guidò certo la scelta felicissima di Leone XIII, e volle chiamare presso di sè colui che dalla sua sede d'Ivrea era venuto in questo San– tuario a predicarne con t anta unzione le · glorie nelle due cinquantenarie solenni ricor– renze del 1879 e del 1885. Qui, ai piedi di 1.\):aria SS. M.r Riccardi veniva certo ispirato a convocare il Congresso Eucaristico, il qualè tanta onda_di mistica vita riversò pure in questo Santua~io, che ebbe rinnovellato de– coro dalla porpora di due Principi della Chiesa: i piissimi Cardinali Svampa e Fer– rari. Ai piedi della Vergine essi vennero a chiedere lumi, aiuti e consolazioni feconde sull'opera del Congresso. Ed in quei giorni non solo Leone XIII era presso di noi quasi materialmente rappresentato, ma in mezzo a noi palpitava il suo gran cuore, benedicendo ai figli della Consolata, memori di essere pur sempre gli abi-tanti della citta del Sacra– mento.

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