Missioni Consolata - Marzo 1902
la - Bussoleno.- MARGHERITA FERRERO sei anni or sono fu colta da una terribile risipola, che le lasciò un'affezione cancrenosa. Il suo viso, privato totalmente di naso, era anche divenuto deforme, per il lento scomparire delle carni; la povera donua faceva proprio pietà. Era inoltre oramai impossibilitata a nutrirsi d'altro che di qualche briciola di sostanza solida e di qualche cucchiaio di minestrina. I dottori concordemente assicuravano che non poteva più durare a lungo. Ma la paziente, invece, confidava nella guarigione, perchè già da tre anni si era votata alla Consolata ed a Lei con– tinuava a raccomandarsi. Ed ebbe ragione; l'anno scorso, in principio di maggio, la can– crena arrestò il suo corso, si rimarginò la piaga, e la povera Ferraro progressivamente riacquistò il suo viso primitivo, eccetto il naso irremissibilmente caduto. Ora può nutrirsi ed attendere alle sue faccende, benedicendo la la Consolata che l'ha guarita. lUombello Torinese. - Alla signorina MARIA TORR&TTA, ottima insegnante, un giorno s'enfiò sformatamente la parte destra della gola, dan– dole dolori acutissimi e mozzandole il respiro. Il bravo dottore locale, non riesce a spiegarsi lo strano male; ordina tuttavia i rimedi cbe sembrano meglio adatti, e l'enfiagione in breve scompare quasi d'improvviso com'è venuta. La paziente ne è lieta, ma - ahimè ! - per poco. Il male si rinnova per scomparire di nuovo, e così un'altra volta e poi altre ed altre..... Si ri~orre dapprima ad un dottore che gode me– ritamente una bella fama in tutti i dintorni di èhieri, poi ad un reputato primario degli ospe· dali torinesi. Anch'essi non sanno classificare quel male di gola eccezionale : i rimedi non giovano; un'operazione chirurgica non è in– dicata. La povera maestra è al colmo dell'af– flizione : oltre al timore naturalissimo per la sua vita, la tormenta il pensiero della scuola a cui non può bene attendere, che dovrà forse lasciare con grave rammarico e danno... Ma ella che ha già ricorso alla Consolata, raddoppia le preghiere, fa una divota novena, un voto. Terminata la pia pratica. la signorina Torretta si sente gua.rita, ma in modo diverso da.lle altre volte; difatti il male strano e dolorosis– simo più non si rinnovò. Con somma ricono· scenza ci manda la generosa offerta di L. 50 e fa pubblica la grazia ottenuta. Torino. -- ·La ragazza dodicenne COMERO GiuSEPPINA, votata dalla mamma sua alla Consolata, guarì da un grave male all'unghia di un piede, senza dover subire un'operazione che i sanitari avevano ritenuta indispensabile. Nel tempo stesso si rinforzò in Ralute, stata prima quasi sempre debole e facilmente alte- rabile. ' Torino. - NEVOLE CLAUDINA, di 4 anni, si trastullava verso sera in piazza Madama Cri– stina. S'era chinata a terra per raccattare qualche cosa, quando si vide venire addosso una vettura. S'alzò di scatto per fuggire, ma 47 rimase impigliata per un tacco in uno di quei buchi praticati in certe lastre per immettere l'acqua piovana nei condotti. Per la semi-oscu– rità il cocchiere non s'accorse della bimba, se non quando il cavallo già le stava sopra. Tirò con forza le redini, tanto 'che il quadrupede si rizzò sulle zampe posteriori; poi quasi avesse intt;tlligenza, si gettò, sempre su due gambe sole, a sinistra. Claudina, benchè posta verso destra non poteva togliersi di là, ma, muta dal terrore, osservava cogli _occhi im– pietriti. Per sua ventura, un buon signore vide il pericolo e coraggiosamente, colla mas– sima prontezza la tolse da quasi certa morte. I genitori ascrivono la salvezza della loro pic– cina alla Consolata, a cui sempre la raccoman– dano. Cisterna d'Asti. - « Mille e più volte ripeto grazie alla Vergine Consolatrice per la mia guarigione. Per lungo tempo soffersi atroci dolori al collo, e sommamente m'impensierivano le mie ghiandole enfiate fuor di misUI·a. I dot– tori sentenziarono essere necessaria un'opera– zione, ma io, temendola assai, mi rivolsi fidu– ciosa alla Consolata e fui pienamente esaudita. L'enfiagione ed ogni male scomparvero senza bisogno di operazioni; ritornando il mio collo nelle condizioni normali. «POVERO ANGELA».. Torino. - VALSANIA ANNA, d'anni 30, col– pita da parametrite, a giudizio dei medici dif– ficilissimamente avrebbe potuto guarire senza una pericolosa operazione chirurgica, o almeno senza tenere chissà per quanto tempo il letto. Ma l'ammalata avendo ricorso con tutto il cuore alla Consolata, nel termine di quattro mesi, senza dover subire operazione alcuna., ottenne, se non la guarigione perfetta, almeno un relativo ristabilimento, e tanta forza da potersi in persona recare al Santuario a ren– dere grazie alla Vergine e ad implorare il com– pimento dell'opera cosi bene avviata. Tonco (Monferrato). - CLEMATI EMILIA, d'anni 30, colpita da polmonite fulminante, era stata da un valente e coscienzioso sanitario dichiarata spedita. Il marito di lei, devotis– simo della Consolata, promise un quadro vo– tivo se la consorte gli fosse serbata in vita, il che ottenne pienamente contro tutte le umane probabilità e speranze. S. Damiano d'Asti. - La piccina VALLE MARIANNA di Torino, trov~;tndosi a balia, fu presa da forte angina nel tempo della denti– zione: la febbre era alta assai, imminente il pericolo di veder soccombere la creaturina. Il dottore lottava strenuamente contro il male violentissimo; i genitori, chiamati d'urgenza, non abbandonavano la culla, ora spiando an– siosi un sintomo di miglioramento, ora tre– pidando per la paura di vetler pirare la di– letta creatura. Il buon gastaldo alla cui moglie la bimba era stata affidata, sebbene non ne avesse alcun motivo temeva che nel baliaggio vi fosse stata qualche mancanza, origine del
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