Missioni Consolata - Marzo 1902

lJi ~OflSO(ata 45 ;';;~;;;~·,::~:,:::""oo:thlvo :::1 ~Bla:oni::::~ rscsn: La più anziana cerca i fiammiferi .e la ~ candela, ma fortunatamente non trova nè l'una nè gli altri, sebbene questi fossero pro– prio li sul tavolo dove li cercava. Allo scuro si veste, e passa nell'attigua camer~, dove dorme la nipote e chiede a lei un lume. La ragazza, sveglia appena per metà, non com– prende la dimanda, e invece di accendere il lume risponde macchinalmente: - Sì, su– bito zia, m'alzo subito..... Tra questi indugi ·anche l'altra delle Villa si è vestita e viene a sua volta dalla nipote. Ma il replicato aprire dell'uscio della camera, ne ha fatto uscire buffi d'aria viziata, che si spande per l'alloggio. Il cognato sente l'odore caràtte– ristico e chiama la figliuola: - Bada, che c'è qualche chiavetta del gaz aperta..... · Così era difatti: nella camera delle due sorelle, la chiavetta del becco d'illumi~azione era rimasta mezza aperta tutta la notte e l'ambiente era saturo di gaz. Guai se vi si fosse acceso un lume prima di spalancare la finestra, come fece la nipote dellè ·Villa, _pratica di queste cose e messa ancora in sull'avviso dal babbo! Le Santenesi non erano ·andate invano a fare la loro visita alla Consolata; avevano davvero incominciato subito a ricevere grazie. Passò .quel po' di male pres9 dormendo in un'aria viziata; passò l'affanno che le prese riflettendo ai pericoli corsi di rimanere asfis– siate o di. aver danno dallo scoppio del gaz, ma -rimase nel loro cuore la riconoscenza alla Vergine, che vollero dimostrarle con una messa di ringraziamento. Cki. nei primi dieci giorni dz' cz'ascun mese non rz'ceve il peri~dico, è pre,qato dz' recla– mar/o subz"to, z'nvz'ando alla .Dz'– rezz'one un ,semplice biglz'etto di vz'sita colle inz'zialz' P. P. DELLE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE Torino. - PEPPINA EANDI di 13 anni si trovava coi genitori ai bagni a Savona. Un di mentre si divertiva nell'acqua presso la spiagg-ia, un'ondata del mare agitato la investì e la trascinò seco: in un attimo la povera fan– ciulla scomparve sott'acqua. Com'ella narrò di poi, perdette in quel subito i sensi, e quando li riacquistò si trovò cosi lontana dalla spiaggia che capi subito esserle impossibile raggiun– gerla a nuoto. In preda a mortale spavento, col terrore della disperazione, si diede a gri– dare: Mamma, babbo! Ma la sua voce si per– deva nel rumore delle onde. Allora si ricordò di un'altra Madre più potente che l'avrebbe potuta salvare e gettandosi, in spirito, nelle Sue braccia, la povera Peppina gridò a squar· ciagola : O Madonna della Consolata, aiutatemi! Poclii· minuti dopo si sentì afferrata da una mano robusta. Era un suo cugino, slanciatosi coraggiosamente al soccorso, e che dopo·sforzi terribili contro i cavalloni, era riuscito a rag· giungere la pericoJante. In riconoscenza alla Vergine S$. la salvata offre un bel cuore d'ar– gento. Torino.- BARBERISMARGHERITA,di anni 17, già estenuata da grave anemia, trovandosi in campagna, fu presa da così gravi disturbi ip– testinali, che fecero temere al dottore curante la rottura di qualche vaso, con grave pericolo di vita. Le cose andarono tant'oltre che la povera giovane già pareva perduta ed erasi chiamata con telegramma la madre di 'lei. In– tervenne però più sollecita la Consolata, dal– l'inferma sempre invocata con tutto il cuore, e la liberò dall'instante pericolo e poi le rese li piena salute. _ Torino. - ·Nella priina quindicina del Mag– gio 1901 la signora CRISTINA SOLA· vedova Nicola, insegnante municipale, fu colpita da un male t~nto più terribile, quanto meno ap– parente materialmente: la nevrostenia, contro cui la scienza è ancora pressochè impotente. In preda a mortale melanconia, ad un'indif ferenza per ogni cosa, ad un'invincibile acca– sciamento morale e materiale, le cui torture solo intende chi le prova, la povera signora soffriva e faceva soffrire i suoi quattro figliuoli, per cui ella è tutto nella vita. Neanco la caro- i pagna le arrecò giovamento, e giunta alla vi– gilia di partirne, la brava e provetta inse– gnante pensava con ispavento alla prossima riapertura delle scuole. Iri quell'ultima notte , peTrò e_bbe un dolce sogn?. Le pa~ve di esser1 e a ormo, a pregare e .piangere m un ango o l della cappella sotterranea del nostro Santuario. Ed ecco farlesi vicina una bella e risplendente signora che la tocca dolcemente sulla spalla ~ e le dice: Coraggio: eccoti guarita! - Il sogno

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=