Missioni Consolata - Marzo 1902

40 )11 - <2o11solata QQ~~~az~~.~~--~·~~~~~~~~~BS~~,~~~O· pressi di Lavellor il drappello di lancieri avvistò' un giorno un gruppo di briganti a ' cavallo. Il luogotenente Asinari di Bernezzo non contava che 19 anni, . ma in lui il valore . ed il sentimento del dovere, anzic~è nocu– mento, ricevevano dalla giovinezza . impeto e calore. Scorta appena quella ba:nda, egli si gettò ad inseguirla con foga indescrivibile, obbligando l'eccellente cavallo chè montava a salti ed evoluzioni inus!tate.·I suoi lancieri, non provvisti di così buone cavalcature, mal– grado il buon volere, restarono ben presto tutti più o meno indietro dall'animoso loro ufficiale. Giunse questi infine ad un largo e pro– fondo torrente, dalle rive scosce_sè, che i ca– valli dei briganti, addestratissimi a quei terreni, avevano facilmente superato. Non ·ascoltando che la voce della sua intrepidezza, anche a rischio di, uccidere il suo destriero, il marchese di Bernezzo tentò il salto ·smisu– rato, e riuscitogli, si trovò al di là del fosso solo affatto, avendo dovuto i suoi uomini com- . piere un lar~o giro per trovare un passaggio per cui fosse possibile il raggiungerlo. ' - Ciò vedendo, i briganti s'arrestarono nella loro fuga e gli mossero incontro scaricando le loro carabine. Rimasto illeso, il giovane luogotenente, punto intimorito, si slancia verso colui che gli pare il capo della banda e ·gli intima: -Arrenditi, briccone! - Un colpo sparatogli a bruciapelo dal brigante è la risposta. Il cavallo del marchese colpito in mezzo alla fronte, c'àde fulminato, traen– dosi sotto il suo cavaliere. L'avversario, che era proprio un capobanda e dei più feroci, gli è subito addosso e puntandogli un ginocchio sul petto, stava sguainando il pugnale per piantarglielo nel cuore. Ma il valoroso caduto, più svelto di lui, con felice, vigorosissima mossa si sbarazza del peso che lo ritiene, balza in piedi e con una puntata di sciabola trafigge il brigante, che colle armi in mano vacilla, e poi boccheg– giante cade rinverso all'indietro. Sul teatro del disuguale combattimento giungeva in quell'istante un sergente dei lancieri,. che primo aveva potuto raggiungere il suo luogo– tenenté; egli diede al ferito il colpo di grazia. Gli altri briganti, esterrefatti da tanta bravura, abbandonando sul terreno il cada– vere del loro capo, si diedero a così veloce fuga, che quando l'intero plotone dei lancieri giunse sul luogo essi erano già lontani, pro– tetti dalle anfrattuosità e dai frastagliamenti del terreno. Il luogotenente marchese Giacomo· di Ber– nezzo ebbe per quel fatto la medaglia al valor militare, ed il dono di un magnifico cavallo dal Re Vittorio Emanuele II. Ma il padre dell'intrepido ufficiale, pure riconoscendo an– ch'esso il valore del figliuolo suo, di cui an– dava lieto ed altero, attribuì la salvezza di lui alla Consolata, alla quale sempre, insieme col fratello, specialmente soleva raccoman· darlo. Il fatto che ha veramente in sè del . meraviglioso è ritratto nel quadrç votivo qui riprodotto e rappresenta il momento più l · saliente: quello in ·cui il capo brigante, tra· ' fitto, cade agonizzante, mentre ·da una parte i compagni di lui saltano in sella per sfug– gire ai lancieri che arrivano dalla: parte op– posta. L'effetto di un'Ave Marz'a . Pochi anni or sono, una pia ed avvene~te giovane sui vent'anni, MARIA BocCADOROt scendeva un giorno soletta <:lall' am~:~ria col– lina torinese di S. Margherita. Era salita lassù a visitare un'amica ammalata, e se ne ritor1;1ava lieta in cuore per la gentile opera di carità compiuta, gustando nel tempo st13sso il benessere dell'aria balsamica e dell' igie– nica passeggiata. Semplice e buona, la Boccadoro non aveva timori nè so.spett.ava pericoli, pe~ciò seguì l'idea che ad un certo punt'o le venne di la·

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