Missioni Consolata - Febbraio 1902
attualmente a Barolo, nel collegio ivi fondato .dal marchese di .Baròlo, e fa da custodia ad un'altra immagine della Consolata che colà è tenuta in grande venerazione. Il beneme– rito gentiluomo richiese quella ,cornice e la .conservò come prezioso ricordo storico. Terminate le visite e gli inventari che dovevanq porre .nelle mani della Nazione, non. solo i beni dei frati e delle monache, ma perfino i tesori regalati dalla pietà dei fedeli alle chiese, ed i capolavori che in esse custodivansi da ~anti secoli, la taumaturga Immagine, con grande consolazione dei pii religiosi che l'avevano in custodia, risalì sul seggio che occupa .tuttora sull'altare a Lei dedicato. Era finito il breve suo esilio, che nel secolo testè spirato più non doveva rin– novarsi. Passò la Repubblica Una ed Indivisibile, smembrandosi in antiche e nuove monarchie; passò la potenza napoleonica, e delle vittorie che sbalOl.-dirono il mondo non rimase che l'eco vana. Ma il santuario della Consolata s'ingrandì successivamente, ed anche ora continua ad acquistar terreno, nè si può prevedere la magnificenza a cui piacerà a Dio d'innalzarlo .nei secoli futuri. Alle argenterie involate al santuario, altre se ne sostituirono; dei doni perduti, altri doni presero e continuano a prendere illpro posto, stupendo plebiscito dei popoli credenti alla divina Consolatrice, a Colei che esperimen– tarono sempre Madre amorosa e potente Regina nelle private' miserie e nelle pub– bliche calamità. La Consolata in Fiano Tra i paesi del nostro vecchio Piemonte che più hanno caro il culto della Consolata, . si distingue Fiano, posto ai piedi delle pre- · alpi a nordovest di Torino. Nella chiesa -parroèchiale di Fiano si tiene in grande venerazione una bella statua della Consolata, · davanti alla quale bene spesso arde una lampada, riflettendo la blanda ,e mistica sua luce sulla testa giovanile o canuta di qualche devoto supplicante. Fin dal 1856, ogni anno, il 20 giugno, si celebra la festa titolare, a cui dà un particolare caratteré di affettuosa divozione la processione, imponente per concorso di popolo in esemplare contegno. Dovunque s'incontri un'immagine o una statua della Consolata esposta alla pubblica venerazione, si può con tutta sicurezza chie– dere in riconoscenza di quale grazia l'effigie o il simulacro sia colà stato collocato. La grazia, antica o recente, ci fu immancabil– mente. E cosi è pure della Consolata di Fiano. Nel 1839 un piccolo fianese, a p.ome Giu– seppe Barrera, sebbene già in età di sei anni, per qualche difetto degli organi vocali, era incapace di pronunziare una sola parola. Ai genitori di lui, come si può pensare, era una pena amarissima il vedere quel figliuoletto, per altro vispo ed intelligente, segregato dal consorzio dei suoi coetanei cosi amanti del chiasso e delle gazzarre, ed esserne talo~a lo zimbello . per la forzata sua mutolezza o per gli sforzi inani che il poverino faceva a fine d'uscirne con qualche voce. Il padre di lui, specialmente divoto della· Consolata, un bel dì ebbe la felice ispirazione di condurre il suo disgraziato bimbo.al san– tuario di Torino, fiducioso di .meglio impetrare-– così la grazia che da tempo chiedeva alla Vergine SS. Pregò umilmente che si ce– lebrasse a sua intenzione . una messa nel1a cappella sotterranea di N. S. delle Grazie, ed assistendovi colle migliori per lui possi– bili disposizioni, non faceva che ripetere una supplica semplice, fervida ; fiduciosissima: « O Madonna della Consolata, madre delle grazie, fate che il mio Giuseppe parli..... ». Al sanctus Giuseppe parlò, dicendo per . la prima volta in vita sua i nomi così dolci al · cuore d'ogni bimbo: « papà, mamma... » e da quel punto ebbe la loquela. Giuseppe Barrera, sebbene di costituzione un po' debole, crebbe normalmente .e senza
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