Missioni Consolata - Febbraio 1902

la - (2of1sol~da 31 ~Qes===·~·am~~~~~~--~~ç-~·~~~~~~~~o aveva ordinato di non tenersi dappresso i fi– gliuoletti; la curava col guajacol e l'olio di merluzzo. La Vergine SS. benedisse la· cura e vi ag;iunse la s•1a gr·azia, cosicchè l'Ali-berti è ora guarita, sfuggendo al gravissimo pe· ricolo. . Torino. - DEGRANDI EDOARDO da un anno e mezzo soffri v~~. assai·per grave dispepsia; le digestioni lente e laboriosissime gli impedivano di nutrirsi convenientemente; d'onde deperi· mento, tristezza e cento malanni. Il povero uomo vedendo inutili le cure intraprese in cosi_lungo tempo, mise tutta la sua fiducia nella protezione del Cielo. Insieme colla moglie si vo'tò alla Consolata, praticò devotamente la divozione dei nove sabati,. ed il 20 giugno dello scorso ·anno 1901 voJle recàrsi alla pro– cessione solenne vestito'della divisa di sergen– tino. Tornato a casa, con grande sua sorpresa, · trovò d'avere un buon appetito, martgiò di · gusto e digerì benissimo. Da qu·el giorno si cibò liberamente di cibi grossolani e non ebbe mai più & risentire i passati incomodi. Torino. - CoGNOLIO V!TTORINA, in seguito ad altra malattia fu presa da salpingite. Sot– toposta a diverse cure molto complicate e gravose, dal letto dei suoi dolori si racco; mandò alla Consolata. Appena le è possibile viene al Santuario ad impetrare il compimento della gr·azia incominciata. Moncalieri. - I coniugi LUIGI e CAROLINA CAVIALE vengono in visita di ringraziamento alla Consolata, adempiendo varie promesse fatte per l'ottenuta guarigione di un loro bimbo in tenerissima età. Il corpo del povero piccino si coprì di tante crostine rosse, che poi si fecero scarlatte; aumentando quindi di volume ed enfiandosi, divennero come piccoli bubboni bianchicci prima, indi giallogMli· e suppuranti. I parenti desolati presentarono la creaturina al dottore, il quale dichiarò essere la rogna. I rimedi prescritti non giovavano; il male imperversava orribilmente in quel te– nero corpicino, specialmente la nuca fu ridotta in istato da far pietà. Vi si scavò un buco profondo, che ad ogni istante faceva temere si avverasse il pronostico del medico, il quale aveva detto che il bambino non scamperebbe. Eppure scampò, grazie alla taumaturga Ver– gine, Consolatrice pietosa di chi in Lei confida. Torino. - La bambina Mosso· MAROELLA, degente all'Ospedaletto S. Filomena, votata alla Consolata dalla mamma, .guarì contro le speranze dei dottori da doppia polmonite com– plicatasi poi per un tumore al ventricolo. Torino. - ANGELINA BROCCARDO, persona di servizio, nel passato luglio 1901, fu presa da maligno tifo. Febbri violentissime fanno assa.i temere per la vita della poveretta: raro è che il termòmetro segni meno di 40°, e più volte segna l'estremo limite di 41°. Il delirio è quasi continuo; nei suoi rari lucidi inter– valli l'ammalata però, parla sempre della Con– solata colle infermiere e le suore del S. Gio- vanni, dove essa si t~:,ova, ben mostrando che il suo pensiero è là, ai piedi della Vergine benedetta, da cui soltanto spera salute. La Broccardo era amatissima dai suoi padroni; una bambina della famiglia, dalla buona do– mestica per lungo tempo custodita, andando a passeggio voleva sempre entrare nel San– tuario a pregare per Ja guarigione di lei; spesso la mamma si univa a quelle infantili suppliche e faceva celebrare messe per meglio avvalorarle. Contro ogni umana' speranza e ogni previsione· della scienza, la Broccardo scampò al terribile morbo, ed uscita P-all'Ospe– dale subito venne a ringraziare la Consolata, portando l'offerta di L. 5. Torino. - BERTOLINO-LuciA, vedeva Fog– giati-, fu presa da una cosidetta furia di sang'lie alla punta superiore dello zigomo sinistro .con rottura della pelle ed emissione di màteria infetta. Dopo il muscolo fu intaccato l'osso e si' produsse una periostite, la quale avrebbe richiesto il pronto intervento del chirurgo per un taglio trasversale alla guancia ed una buona raschiatura all'osso. La povera ammalata te– mendo la deformità e la conseguente perdita del suo posto da cameriera, rifiutò assoluta· · mente l'operazione. Ma il male proseguendo inesorabile, si converti in necrosi al vertice della mandibola e minacciò seriamente l'occhio. I chirurghi tentarono allora un'operazione in– terna; asportarono alla Bertolini due denti ed alcuni ossicini della gengiva; il che non bastò ad arrestare il male; poteva da un momento all'altro manifestarsi la· cancrena. In tale pe· ricolosissimq frangente l'ammalata vide l11. sua sola speranza nella Consolata. Col capo tutto avviluppato si recò al Santuario, dove fece celebrare una Messa all'altare della Ma– donna. Venti giorni dopo quella visita, la Fog– giati, completamente guarita, ritornò ai piedi della Consolata e pregò si celebrasse una se– conda messa in ringraziamento. Cavom·. - A BARBETTA BATTISTA si mani– festò dapprima una suppura.zione alla caviglia del piede destro, dove poi si aprì una piaga pu1·ulenta. Malgrado i rimedi tentati, l'infe· zione in un mese si propagò fino al ginocchio, aprendovi altre piaghe sul polpaccio, due delle quali emettevano continuamente il pus. I dot– tori del Gottolengo, visitato il povero Battistino, dissero che per tentarne la guarigione occor– reva l'innesto, che importava una dolorosis– sima operazione chirurgica. Il paziente si rac– comandò alla Con~ol'ata: l'innesto, dopo varie esitanze ·fu rinviato, cosicchè infine, dato il miglioramento dell'ammalato, si giudicò inu– tile. L'infezione scomparve poi totalmente e coli essa le piaghe. Montà d'!lba. - MARIA BASSINo,-d'anni 60, fa. un'offerta alla Consolata. per esse1·e quasi totalmente guarita da dolorosa artrite, che la torr;n.entava per tutto il corpo da diversi anni. . Torino. - MOROZZO GIOVANNI, d'anni 60, si sentì un giorno un prurito acutissimo, un for-

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