Missioni Consolata - Febbraio 1902

la - 8o11solata 25 al senatore Lorenzo Bruno, i quali tutti mi cu– rarono con quell'interessamento che nei cuori ben fatti sempre desta l'infanzia sofferente. « Ma purtroppo le risorse della scienza a nulla valevano per correggere la mia defor– mità; con essa progrediva il deperimento generale del mio povero corpicino, ridotto allo stato di piccolò scheletro. A complicare ancora sì misere condizioni di salute, in principio di aprile del citato 1864, mi soprav– venne la cosidetta tosse asinina, la quale in ciascuno dei violentissimi accessi con cui mi scoteva, pareva dovermi torre il debole soffio di vita che ancora mi animava. « La mia ottima mamma non faceva che piangere; soltanto invocando per me la Ver– gine Santissima trovava un -po' di coraggio ed un filo di speranza. Il prof. Bruno infine si ridusse a ~ire: « Nulla c'è più da tentare; è inutile martirizzare questo bimbo: c'è da ringraziare Iddio se lo collserva in vita gobbo e zoppo com'è... >>.E la reticenza ben lasciava indovinare il peggio che il bravo sanitario pensava. Il dottor Pacchiotti anch'esso di– chiarò non esservi più speranza. « Sebbene il Borelli, a sua volta, ripetesse più volte: «·È tutto inutile!» tanto per non lasciar nulla d' intentato, consigliò ai miei parenti di farmi fare un bustino di gesso e ferro, di cui prescrisse esattamente la forma e le dimensioni. Doveva foggiarlo il dottor P istono, incaricato pure di fornirmi un.paio di grucee. «Nel portarmi da -lui, che abitava in via della Consolata, n. 3; la mia buona mamma volle prima depormi nel vicino Santuario ai piedi di Maria Santissima, ed a Lei mi votò con tutta l'effusione di un cuore materno e profondamente religioso. « Come -fummo d'al Pistono, egli mi guardò, scosse il capo in atto di grande compas– sione _e disse ai miei parenti: « Ma perchè vogliono sprecar denaro, per tormentare inutil· mente questo caro innocente? ». E a detta di mia mamma, sul volto gli si leggeva il com– pimento della frase : Lo lasciM morire in ~ pace, almeno! Tanto e tanto oramai la sua deformità è inc?rreggibile..... « Così parlavano la scienza e la pratica, ma tutta l'umana sapienza non può ·prevedere l'opera di Dio, il quale, certo a salutare monito, si piace talora scompigliarne e capo-. volgerne le più logiche deduzioni, a sven– ta:rne i pronostici più fondati. « Et·a il principio di Maggio quand'io in– dossài il mio cilicio sotto forma di busto ; a metà del mese già potevo posare a terra la mia gamba malata e scendere dal mio· lettino senza aiuto. Un miglioramento cosi insperato e per giunta cosi rapido, rese letteralmente attoniti gli egregi sanitari curanti. Il dottor Pistono esclamò: - Ma questo è un miracolo! .Nelle mie molteplici cure non ho mai e poi . mai verificato una cosa simile ; e si che esse furoi:w- 'sempre intraprese su ragazzi in con– dizioni generali molto migliori di quanto lo fossero quelle di questo povero piccino! - « Il prof. Borelli, il quale certo non pativa di fisime riguardo al soprannaturale, disse sinceramente:- Proprio non so spiegarmi questa guarigione. - E umanamente non seppe spiegarla nessuno. « Ma il. fatto certo, indiscutibile è che la guarigione avvenne, e chi mi conosce può dire se ig sia gobbo o se io cammini con UJ;J.a gam– ba più corta dell'altra... Nelle mie prediche, quando ho da parlare di Maria SS. non posso trattenermi dal renderle testimonianza, pre– sentandomi come un trofeo vivente della infinita sua ·. potente bontà. · « Da giovanetto,·e poi da chierico e da sacer– dote, finchè rimasi a Torino, non ho tralasciato mai la visita quotidiana alla mia cara Mam– ma nel suo Santuario. Ora, lontano da esso, mi consolo pregando davanti alla sacra effigie della Consoiata che pende sul mio letto, e ogni mattina in questa bella Cattedrale di Como celebro la S. Messa all'altare della Madonna delle Grazie, anche perchè la Vergine SS. ivi dipinta a fresco, rassomiglia assai · nella celestiale figura e nell'atteggiamento alla Consolata di Torino. « Monsig. G. BA'rTIS'rA BARGE ».

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