Missioni Consolata - Gennaio 1902

6· 1ll eo.,solata B. Camillo Gaetàni, si erano stabiliti nel convento annesso alla Consolata e ne custo– divano la taumaturga Effigie. Sebbene este– nuato da lunghe infermità. e febbricitante, S. Francesco di Sales s'affrettò a portarsi dove lo chiamava la parola del Papa. In quel memorandoCapitolo, scrive il dottissimo Padre Semeria, S. Francesco fece cose mirabili, ap– pianando ogni difficoltà. e lasciando ammirati e contenti tutti quanti quei buoni religiosi, dai quali infine, quasi premio dell'opera sua; chiese edottenne di essere affigliato all'Ordine. Termi~ata così l'alta missione ricevuta dal Sommo Pontefice, egli venne a Torino, dovè era desideratissimo dalla Corte, dalle più il– lustri famiglie e da ·gran parte della citta– dinanza, la quale già. lo venerava come santo. Cristina di Francia, principessa di Piemonte, della quale il Santo era grande elemosiniere, fu lietissima di aver finalmente un'occasione di onorare il venerando Prelato. Desiderosa di goderne ·la santa conversazione, avevagli fatto preparare nel palaz~o ducale Ùn sontuoso appartamento ; ma il Salesio con quelle gra– ziose maniere di cui egli solo aveva il segreto, .si schermi dall'andarlo ad abitare. Chiese i.nvece ospitalità. ai monaci Fugliensi . del convento annest;~o alla Consolata. I buo~i religiosi furono quasi ·spaventati da tale do– manda. Essi versavano in grande povertà.; il loro convento mancava perfino del necessario quanto a locali, arredi e biancherie. Suppli– carono perciò il Santo che, se non voleva di– morare allaCorte, accettasse almeno l'alloggio . presso qualcuna delle nobili famiglie dimo– ranti presso il Santuario, che andavano a gara nell'offrirglielo. - Ma che- disse con santa arguzia il Salesio - volete dunque coi vostri complimenti, scacciarmi dalla comune casa del Padre S. Bernardo? Io ho oramai diritto ad abitarvi come vostro confratello. - Fu giuocoforza accontentarlo e !asciargli occu– pare l'unica cella disponibile che vi fosse nel convento, e che per essere esposta a mezzo– giorno e assai angusta, era quanto mai afosa in quell'estiva stagione. Ottenuto .così il suo intento di sfuggire il _più .che gli fosse possibile gli onori mondani e di vivere come l'ultim~ dei monaci, S. Fran– _cèsco divise il suo tempo in tre parti. An– dava a Corte, dove lo chiamava la convenienza ed il rispetto al sovrano, e dove, oltre il trat– tare gli interessi della sua diocesi, trovò modo di compiere opere eminenti di carità coll'otte– nere il perdono di colpevoli e tirare a Dio diverse anime. Ma, come egli aveva detto altra volta alle sue religiose della Visita– zione, la corte era un luogo dove egli fàceva bensi qualche po' di noviziato, ma dove mai non avrebbe fatto professione. Spendevl!< poi una gran parte de,l suo tempo nell'ascoltare quanti desideravano parlargli in confessione o chiedergli consigli, tollerando secondo il suo solito senza dimostrare tedio, anche gli im– portuni, e tutti consolando ed edificando colla sua sapienza e la sua bQntà. Ma le ore più belle, quelle che egli con- . siderava come il premio delle sue apostoliche fatiche, erano le ore che poteva passare ai piedi della taulllaturga Effigie di N. S. delle Consolazioni. Nei suoi passaggi a Torino sempre si era recato a venerarla ed a cele– brarvi la S. Messa, però mai come questa volta egli non aveva avuto comodità di effon– dere d'avanti ad Essa il suo gran cuore. A render p}ù soavi i misteriosi colloquii che, spe– cialmente nel silenzio della notte, passavano tra la Vergine Consolatrice ed il fervente suo divoto contribuiva una. speciale circo- _stanza. Col dono della profezia di cui il Si– gnore l'aveva illustrato, S. Francesco· cono– sceva ed aveva predetto esser prossima l'ora della sua .morte. Quali slanci. amorosissimi doveva provare verso la Madre celeste èhe stava per vedere faccia a faccia; con quanto · ardore Le doveva raccomandare le persone e. le cose care che stava per abbandonare sulla terra! - Specialmente nella cappella sot– terranea delle Grazie, ·il .Santo amava in- . trattenersi; colà perciò fu posta, ed ancora rimane, una statua che lo rappresenta. Il suo soggiorno a Torino si prolungò pa- recchi mesi, sia per gli importanti affari che l ebbe a trattare, sia perchè le soverchie fa– . tiche avendo aggravate le sue infermità, gli resero impossibile il rivalicare le Alpi, fin~hè

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