Missioni Consolata - Gennaio 1902

l~ eo.,so(ata 5 :to mostrò w s:=:::: al mon~~ ~ 0 virtù sotto un più amabile aspetto, talchè si Tale, per sommi capi, fu la vita di S. Frau- sarebbe detto che la via del Cielo, anzichè cesco di Sales; e se noi ci siamo al quanto in- erta e spinosa, fosse per lui facile e fiorita. dugiati a richiamarla, fu per rimetterà sotto Eppure basta gettare uno sguardo -sommario gli occhi dei nostri pii lettori una delle più sulla vita del grande Vescovo di Ginevra per belle nostre glorie. Imperocchè S. Francesco convincersi del ,contrario. di Sales fu ed è in parte nostro: nostro perchè Lasciati, non senza fiere -opposizioni da nato nei domini dell'antico Piemonte ; nostro parte del genitore, gli agi e le alte speranze per il suo soggiorno nella nostra città e per mondane a cui gli davano diritto la sua na· le memorie prezi<!sissime che vi lasciò; nostro scita ed il suo ingegno straordinario, Fran- perchè anche a Lui furono carissime due di- casco di Sales iniziò la sua carriera -sacerdotale vozioni che sono il vanto dei Torinesi : le nelle difficilissime missioni tra i protestanti devozioni verso la SS. Sindone e verso la del Chiablese, e la prosegui attendendo per Consolata. tutta la vita alla conversione degli ·eretici, S. F1·ancesco di Sales fu riella nostrà città intanto che mirava alla santificazione della nel -1596, nel 1599 e nel 1603, per conferire parte cattolica del suo gregge; restaurava ·col duca di Savoia Carlo Emanuele I, il quale collo spirituale anche l'ordine materiale in dal grande suo genitore, Emanuele Filiberto, intere provincie, e, trovatane in quella donna· aveva appreso l'importanza che la religione forte che fu la baronessa di Chantalla pietra ha .per il buon governo dei popoli e per ia angolare, fondava il mirabile Istituto della tranquillità degli stati, e secondava perciò Visitazione. lo zelo che il santo V ~scovo spiegava nei Da due campi opposti si riconobbe ben suoi domini di oltre. Alpi, devastati in quei presto la grandezza e la potenza dell'azione ·tempi da gravi rivolgimenti politici e religiosi. che il dottissimo e santo Vescovo di Ginevra Nel1613 S. Francesco si trovò di nuovo in veniva esercitando in mezzo alla società ·del secolo XVI, e mentre i protervi-seguaci di Calvino e di Teodoro Beza lo insultavano, lo calunniavano, attentavano perfino alla sua vita, i cattolici ed i convertiti concepivano per lui immensa ammirazione ; i sovrani di Francia e di Piemonte lo onoravano della loro fiducia, commettendogli incarichi delica- · catissimi ; 'gli stessi Sommi Pontefici ne chie– devano i consigli e l'opera · per il bene della Chiesa. · E Francesco di Sales, sopportando còl– l'istessa amabilissima carità gli insulti del– l'odio ed i pesi non sempre dolci nè lievi che gli venivano dalla stima e dall'amore, ogni cosa volgeva a gloria di Dio, conservando l'anima sua in una perfetta calma tra di– sparatissime occupazioni, tra le agitazioni · degli eventi or tristi or lieti; sempre schiet– tamente umile fra le grandezze; sempre affa– bile còn tutti; sempre santamente operoso ~ nelle contraddizioni, nelle infermità, in faccia alla stessa morte. . Torino per la solennissima festa della SS. Sin– dona, in onore della quale recitò il sermone nella nostra Metropolitana, con immensa edi– ficazione dei grandi e del popolo. Fu in quel- ·l'occasione che l'umile grazia con cui il Salesio, per ubbidienza, aveva indossata la mantel– letta dell'arcivescovo di Torino fece escla– mare: Tutto predica in questo santo ora_tore, perfino le vesti! - Il duca di Savoia poi lo scelse ·ad essere mio dei prelati che tennero i lembi del sacro Lino nell' ostensione che se ne fece al pubblico, e certo, dopo S. Carlo Borromeo, nessuno più'degnamente del nostro Santo avea toccato quella veneranda reliquia. L'ultima visita del Vescovo di Ginevra a Torino fu nel 1622, l'anno istesso della pre– ziosa sua morte. Il Sommo Pontefice,. che era allora Gregorio XV, l'aveva·delegato con pieni poteri a presiedere un Capitolo che dovevano tenere in Pinet·olo i monaci di S. Ber-nardo detti Fugliensi, cioè Cisterciensi riformati, i quali dal 1589 per disposizione dell'Abate Commendatario di S. Andrea, il Cardinale

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