Missioni Consolata - Gennaio 1902

14 ]11 _eo.,so(ata ~elazioni compendiate di grazie recenti ~ DELLE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE Crescentino. - BrANCO RosA, di 26 anni, fu tribolata per parecchi anni da ostinatissima artrite, a cui si aggiunse ultimamente una malattia di cuore, tanto che fu dichiarata in pericolo di vita. Per colmo di sventura una bambina della Bianco, Carolina di 2 anni, s'am– malò anch'essa seriamente : il suo _corpicino si coprì letteralmente di croste e per· forte mal d'occhi pareva in procinto di perdere la vista. In tanta tribolazione la giovane madre rac– comandò sè e la sua povera piccina alla Con– solata, promettendole una messa ed un'offerta proporzionata alla povera sua condizione. Sul finire di una novena intrapresa con grande fiducia, la Bianco e la sua figliuoletta miglio– rarono sensibilissimamente e poco dopo, en' trambe guarite, possono venire in persona al Santuario in visita di ringraziamento. .Graglia-. - CORLANDO MARIA, una sera dello scorso febbraio, verso le 23, udendo strepito di vento fortissimo, scese · dal letto per assi– curare i battenti della propria finestra. Av– vicinatasi a questa, eccola spalancarsi con tanto impeto che i sei vetri ne andarono in frantumi, colpendo e fet·endo la Corlando. Essa era sola: quell'incidente improvviso le cagionò tanto spavento da lasciarlà come intontita e penosamente impressionata per un mese. Te– mendo da questo stato qualche ancora più brutta conseguenza, la poveretta ricorse alla Consolata, a cui promise un quadro. Migliorò subito, tornando in breve allo stato normale Perosa Canavese. - MASERO ELISABETrA, di 8 anni, tenne per due mesi una gamba im– mobilizzata da dolori, di cui i medici non sep– pero ben precisare la n~ tura. La ragazzina fu caldamente raccomandata alla Consolata con preghiere ed offerte, ed in breve la gamba am– malata potè di nuovo far benissimo il suo uf– fìzio, e permettere alla piccola Elisabetta di venire in persona ad offrire alla Vergine un cuore d'argento. Torino. - ZABERT BARTOLOMEO, il 19 Giu– gno 1899 entrò in cura all'ospedale di S. Luigi. Era affetto da tubercolosi ossea al ginocchio · sinistro, con prodromi di malattia generale, tra cui la tosse. Fu curato con . ogni solleci– tudine da quei valenti sanitari, ma senza gran frutto; il povero Zabert nel sett.embre del1900 si trovò così deperito che fu dato come ingua- .ribile; nemmeno si osava tentare l'operazione al ginocchio, per timore che il malato vi soc– combesse. Una sorella.dello Z&bert lo visitava spesso, e nelle sue corse all'ospedalè non man– cava mai di passare al Santuario della Conso– lata, così vicino al S. Lu{gi. Essa, visto dispe– rato il suo povero fratello, padre di tre bimbi, lo votò alla Vergine Consolatrice; pregandol~ a:ffinchè i dottori si decidessero a far l'opera- zione e questa avesse buon ' esito. Tutto si avverò appuntino, ed il Zabert, uscito il10 gen– naio 1901 dall'ospedale colle grucce, le depose ai primi di maggio, ed ora continua a goder buona salute. - Torino, - VARETrO MARGHERITA presa da peritonite e quindi dal così detto volvero, passò in letto ben cinque mesi continui di cui tre all'ospedale S. Giovanni. Infine, consigliata da quei sanitari, fece ritorno alla sua abitazione portata in barella. Peggiorò sempre più; di– versi dottori la diedero come spedita. Allora la povera ammalata non potendo rassegnarsi ad abbandonar.e la vita a soli 22 anni, calda– mente si racèomandò alla Consolata promet– tendo un quadro votivo. Un miglioramento insperato si fece poco aspettare, e la povera giovane riacquistò infine completamente la sa– lute, compiendo con gratitudine il suo voto. Venaria. - Il 22 u. s. aprile BoNGIOVANNI CARLO, sedutosi per riposare al fresco sul parapetto del pozzo, vi si addormentò e per un movimento fatto nel sonno, vi preCipitò dentro. Svegliatosi nella rapida, breve caduta, emise un forte grido. L'udirono i vicini che accorsi prontamente poterono trarlo in salvo. Il Bongiovanni attribuisce ad una grazia della Consolata, di cui è divotissimo, la prontezza sua nel gridare e quella dei caritatevoli vicini nel p6rtargli soccorso. Offre un quadro. S. Clara Buonavista (Provincia S. Fè, Ame– rica del Sud). - VAUDAGNA FRANCESCO di anni 30, era colpito da male in una gamba, senza speranza di guarire altrimenti che colla amputazione. Con il profondo cordoglio che ognuno può immaginare, ne scrisse ai parenti, abitanti a Carignano. Questi lo votarono alla Consolata. Due mesi dopo ricevono la fausta notizia che il loro Francesco è uscito dallo ospedale, conservando la sua gamba, e che questa era in ,buona via di guarigione. Parma. - «_La sottoscritta pubblicamente ringrazia la Consolata di averla scampata, in– sieme con persone della sua famiglia e servitù, dal gravissimo pericolo di essere sbalzata di vettura, mentre il vetturale, caduto da cas– setta, potè rialzarsi incolume ed afferrare pl'ontamente il . cavallo, che già stava per prendere la fuga. L'incidente fu causato dalla _rottura dell'as~e del veicolo, ed avvenne in Borgo Regale nella soprascritta città. La gra– ziata riconosce la sua salvezza dalla Conso- - lata, a ·cui si era colla famiglia consacrata alla sua partenza da Torìno. . · « POLISSENA BUGLIONE DI MONALE ». Torino. - La piccola MARIA OLIVA, figlia di Antonio, tramviere della Società Torinese– Belga, avvelenata da uha dose troppo forte di papavero, è assalita da coJ;lvulsioni tre– mende, le quali, ripetendosi per &ei giorni, portano la povera innocente ad un punto in· cui il dottore dice:- Non c'è più nulla a fare.– Allora la mamma fa .un voto alla Consolata, ed ecco cessare da quel punto lll convulsioni,

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