Missioni Consolata - Gennaio 1902

12 Jl1 eof1SO{ata e, come il lampo dal tuono, fu seguita · da.l tremendo seoppio. Come mai non era rimasto carbonizzato dalla vampa che l'aveva colto, per cosi dire, a bruciapelo? Come mai l'urto fortissimo non l'aveva sfracellato contro le pareti del canale ; come non eragli franata sul capo la strada soprastante? - Tutto ciò gli sarebbe parso un mistero, se non l'avesse attribuito alla protezione della Consolata, che con pronta mente, invocònel -fuggevole istante dell'incidente terribile..... ·Nè cessò di invo– carla dal suo letto di dolore, a:llinchè lo libe– rasse dalle insidiose infezioni e complicazioni che talora fanno naufragare chi già si crede nel porto della salvezza. La Vergine, pietosamente continuando a . proteggere il suo bravo devoto, gli mostrò quanto gradisse i suoi omaggi e le sue pre· ghiere, guidandolo per mezzo dei valenti sa· nitari dell'Ospedale a perfetta guarigione. Il Leonardi, in riconoscenza, fece celebrare una messa di ringraziamento al Santuario, e volle che ivi rimanesse un ricordo della grazia ricevuta ponendovi un quadro votivo. Caluso. - Sul principio dell'estate del– l' an11.ò 1900 il sig. Giuseppe Farinoni, con sommo dolore, s'accorse che l'amatissima sua giovane- sposa, MARIA Tosi, soffriva di un grave malessere. La tormentava un acuto do– lore al petto; una grande inappetenza, toglien– dole quasi la possibilità di nutrirsi, rendeva più r·apido il decrescere delle sue forze, e più difficile la resistenza al male invadente. Questo difatti si impossessava sempre più della povera signora, la quale pallida, svo– gliata di tutto, deperiva a vista d'occhio. Non· assaggiava quasi più cibo, desiderando solo acqua od ·altri liquidi rinfrescanti, ad estinguere la gran sete che la tormentava. Il marito desolatissimo aveva tardato a chiamare il dottore per compiacenza verso l'ammalata, la quale non ne voleva sapere, lusinp;andosi che il suo male fosse cosa pas– seggera. Ma visto che le cose si facevano serie, non volle più oltre temporeggiare, tanto più che si sentiva invadere da un gravis· simo timore. Alla moglie sua già erano morti etici tre fratelli ed una sorella, tutti dai 18 ai 24 anni. Essa ne aveva appena 23, ed i sintomi erano tutt'altro che rassicuranti. Fattala, adunque, accontentare, chiamò a visitarla il valente dottore del paese. Dopo di– ligente esame, questi in segreto colloquio col marito gli disse schiettamente: - Purtroppo sua moglie è etica: tutti e due i polmoni già sono attaccati e compromessi. I rimedi sono ormai inutili; ciò che ancora le potrà allun– gare la vita ·sarà ch'ella vada a respirare l'aria pura delle native montagne, nel suo paese di Cravagliana in Valsesia. Il Farinoni, come egli stesso si espresse nella sua relazione, rimase terrorizzato. Seb– bene avesse. avuto sospetti e timori, mai e poi mai si sarebbe aspettato una così terri– bile sentenza: Doveva egli dunque rasse– gnarsi a veder languire la sua giovane sposa in lenta agonia, tra le interminabili soffe- renze del male che non perdona? · Eppure, pochi gigrni dopo, in una nuova visita, il medico confermò la fatta diagnosi. Era dunque vera l'orribile cosa, evidente, inneg~bile. Ma il cuore non ha la stessa logica della scienza; anzi bene spesso, lungi dall'essere persuaso dai ragionamenti, apertamente vi si ribella, perchè ha bisogno di sperare anche quando, ai criteri della scienza, la spe– ranza è una follia. - La mia Maria deve guarire - dice in cuor suo il Farinoni - deve guarire e guarirà. La condurrò a To– rino da dieci, da venti medici, se occorre; dai primi spebialisti la farò visitare: costi ciò che vuol costare, purchè ella sia salva! Palesa la ·sua idea a sua madre, la quale pienamente l'approva; e, unendosi al figlio, .con bei modi persuade la nuora a lasciarsi condurre a Torino. La Seconda visita del dottore a Caluso aveva avuto luogo il 14 agosto ; il giorno 17 il Farinoni venne colla moglie nella nostra città. Guidato da un amico a lui affezionatissimo, la presenta ad un rinomato dottore. Costui visita, .ausct.lta. diligentemente il petto dell'ammalata, ed al– l'amico, fermatosi apposta dopo i coniugi, ·dichiara che si tratta di cosa grave, di un principio di etisia; Passano da un sècondo

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