Missioni Consolata - Gennaio 1902
non ,si fosse alquanto rixpesso. Partito in sul . finir.e di ottobre, morì in ,Lione il 28 dic~m- . bre, ~di rit.< >rl.lo ,da un viaggio, ad .A vig~ç>~e, dov~ a v~ va acço~pagnat~ i priiJ,cipi.,di Savoia [t v1sitare il re L-qigi XIII. Molte , persone i~ Torino si . ricordavano ancora di averlo conosciuto, quando da Roma uscì la Bolla di sua canonizzazione, il che fu nell'anno 1661, scorsine appena .39 d~lla morte. Così si era avverato ben presto il· de~to del Salesio, il quale ragionand_o un giorno delle virtù dei santi Francesco Zaverio, Francesco da Paola e Francesco d'Assisi, infervorato esclamò: - N e andrà la mia vita, ma voglio diven– tare un quarto S. Francesco! * * * Nella ;nostra città rimangono del santo Vescovo di Ginevra diversi preziosissimi ri– cordi. Primo fra questi, il Monastero della Visitazione, sacra favilla del suo spirito, alla cui presenza propiziatrice Torino de~e chissà quali e quanti celesti segreti favori. Nello stesso monastero si conserva una copia fedele dell'unico ritratto di S. Francesco di Sales, fatto lui vivente, e di cui noi abbiamo la consolazione di presentare la riuscitissima, fedele fotografia ai nostri lettori. Se mai una fisionomia fu specchio di un' anima, ben si può dire che ciò succede nel nostro Santo. :):;a nobiltà dei lineamenti e dell'aspetto,l'ampia fronte serena, l'occhio limpido, la bocca che anche · chiusa sorride benigna, l'insieme di . mae~tosa e candida bontà, d'interna soavis– sima pace che emana dall'espressione di tutto il viso, fa dire a chi guarda il ritratto del Salesio: - Sì, egli deve essere stato vera– mente quale ce lo fanno ~onoscere la storia della sua vita ed i suoi scritti. · M~moria preziosissima è pure una ricca pian~ta che si custodisce gelosamente nel nostro Santuario. È un regalo fatto da una principessa di Casa Savoia al santo Vescovo di Ginevra, il quale, dopo averla adoperata le molte volte nel celebrare la S. Messa al tempo della sua permanenza presso la Conso– lata,- ne fece dono ai religiosi Fugliensi. Ogni .anno, il 29 gennaio, nella ricorrenza della festa del Santo, il S\\Cro paramento si suole indo_ssa~;e dal celebrante p,er la Messa com– , memorativa. ILPadre G. B. Semeria riferisce .a ~~ propo!'i~~ della pianeta di S. Francesco un ·graziosÒ ane<l,doto: «Venuti, egli dice, al prin– cipio di questo secolo i commissari francesi per portarsela via, aperta la cassetta dove si custodiva, quantunque fosse esposta sotte gli occhi ' loro, non la videro, . e 1a: vedeva frattanto, fra Giorgio, laico cisterciense nel– l'atto medesimo: il qual buon religioso rac– contava a me stesso l'àvvenimento prodigioso dieci anni fa; e quanti si ricordano di lui, sanno per certo che non era capace di men– tire ». Valgano le visibili vestigia che tra noi lasciò .il Santo della dolcezza e della carità a richiamarci a queste soavi virtù, per cui egli trionfò della protervia degli eretici e tanto bene arrecò alla società del suo tempo, bisognosa come la nostra, di essere tratta soavemente e fortemente a Dio. Uq piloqe votivo della Goqsolata IN VIATT OSTO D'·AST I . Nelle campagne del nostro Piemonte, che da tanti secoli custodisce, quale avito tesoro, il Santuario della Consolata, s'incontrano spesso piloni a Lei dedicati. Queste rusticane costruzioni però, se rendono una commovente testimonianza alla pietà delle nostre forti popolazioni, nulla hanno d'ordinal"io che attiri l'attenzione del viandante, per la ricchezza del materiale o per l'arte con cui fu disposto. Ciò non si può dire del pilone eretto su d'un ameno colle dell'Astigiano, in Viattosto d'Asti, per la pia riconoscenza del cav. Gi1,1- seppe Bellia. Gli intelligenti d'architettura già poterono ammirare un .:&nito modello di questo pilòne, il quale figurò all'Esposizione
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