Missioni Consolata - Dicembre 1901

1ll eo.,solata 1'85 parole all'apparenza semplicissimi, .Ienire le più profonde e cocenti altrui angoscie, Ben lo seppero i suoi augusti parenti di Savoia, che nell'amato cugino trovaro~o in tristissime circostanze l'affetto che scende al cuore, che . a;llevia·il dolore prendendosene realmente una parte. Fu lui che allo sfortunato esule di Oporto portò un' ultima gioia ed un ultimo conforto da1la patria lontana, dalla città della· Consolata. Nè il Principe di Carignano fu meno largo di conforti a qualunque specie di bisognosi. Lo sanno gli istituti di beneficenza di Torino, per i quali egli si adoperò generosamente coll'opera e col denaro. Lo sanno tante fa– miglie decadute, vergognose di stendere la mano, e quanti facevano pervenire all'inten– denza della Casa del Principe suppliche e domande di sussidi. Lo sanno finalmente i po– veri, più o meno veri e discreti, i _quali talora assalivano alla lettera il generoso signore nei luoghi dove sapevàno che aveva a passare. Talora l'intendente più non sapendo come fàr fronte alle liberalità del padrone, glielo rap– presentava francamente e gli faceva osser– vare che i buchi si moltiplicavano nel bilancio. - Eppure, rispondeva il Principe, se doman-.. dano, poveretti, è perchè sono nel bisogno ; via, mandiàmo loro ancora qualche cosa, per questa volta... - E mai non veniva la volta di non mandar più nulla. Nella sua tenera divozione alla Consolata e nei conforti con cui Ella dovette ripagarlo, sta certo il segreto che fece del Principe di . Carignano una di quelle figure austeramente ed amabilmente buone, di cui, purtroppo, si va perdendo lo stampo. Nella lunga e dolo– rosissima malattia che pose termine alla sua esistenza, egli si mantenne sempre sereno, sempre eroicamente rassegnato, meravigliando tutti coloro che per ragione di affetto o di servizio gli erano assiduamente al fianco, e compiendo infine con serenità e generosità d'animo il più doloroso de' suoi sacrifizi, quello della separazione dalla sposa e dai diletti figliuoli. La statuetta votiva, dono giovanile del principe Eugenio ·di Carignano al santuario della Consolata, vi rimane come un pio ri– cordo ed un alto esempio. Offerta molto tempo prima che l' Immacolato Concepimento di Maria SS., s.tato sempre una delle più care e pie credenze cattoliche, fosse dichiarato dal Sommo Pontefice Pio IX dogma .di fede, la statuetta acquistò dopo quella solenne defi· nizione un nuovo pregio. Essa serve da 're– liquiere ad un pezzo di velo della Vergine Santissima, che è la stessa reliquia devota– mente baciata dai fedeli nella prima solen– nissima festa dell'Immacolata celebratasi a Torino con pompa straordinai.-ia il 25 marzo 1855. Speriamo che il pio donatore già possa tributare di presenza le sue lodi a Maria Immacolata, ma lo ricòrdino con una preghiera quanti ammirano il suo dono e sono da lui animati alla divozione· della Vergine Santis– sima coll'esempio. t'Me 'II'J6-""" o NOVITÀ-REGALI V~cte•re Oopert:lr.-.a. L~ OD~SOLATA A OAVORETTO -- Oavoretto, un ameno paesello posto alle porte di Torino e tra il verde della deliziosa ·sua collina, per le moltissime eleganti ville che lo circondano diventa nella bella stagione come una colonia di Torinesi. Nessuna me– raviglia quindi che a Oavoretto si trovi una graziosa cappella dedicata alla Consolata e che ogn.i anno, nel giorno in cui se ne ce– 'lebra la festa, i villeggianti vi accorrano in bel numero, insieme coi buoni paesani, ad accrescerne la devota solennità. Ohi dice to– rinese, dice devoto della Vergine Consolatrice, e chi dice la Consolata può esser certo che dove .essa si trova non possono mancare a corteggiarla i naturali sud figliuoli e devoti. Se non è meraviglia, però, il trovare la Consolata in Oavoretto; è meravigliosa egra– ziosissima la storia della cappelletta ivi ad Essa innalzata. Sorge questa presso la villa dei sign'ori Stavano, una famiglia del vecchio

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