Missioni Consolata - Dicembre 1901
182 }l! eo.,solata varie e multiformi che nessun atto di pub– blica, unanime gratitudine giungerà mai ad uguagliarne l'incommensurabile copia. Guardiamo il percorso cammino, o buoni lettori, risaliamone colla mente la via, e quasi aggirandoci 'per vago giardino, vedremo ad ogni passo, a mille a mille spuntare i fiori delle celesti consolazioni, delle grazie impe– trateci dalla Vergine Consolatrice, grazie che il nostro bollettino non può riportare se non in parte minima, ma che i registri della sa· crestia fedelmente segnano con un crescendo quotidiano, continuo, sorprendente. Ora come tanta misericordia di Maria non potrebbe risvegliare in noi adeguata rico– noscenza? Nobile, delicato e puro il sentimento della gratitudine, dote istintiva dell'animo retto, nobilitato col suggello della religione! Ricordare il benefizio riçevuto e baciare la mano che ce lo diede, non è forse un bi– sogno comune ad ogni animo bennato, misura dell'integrità d'un carattere e della bontà d'un cuore, che apre la via a novelli favori, destando in chi benefica un palpito ditene· rezza, d'interessamento e di pietà verso chi ne apprezza l'intenzione e l'opera? Ma se tanto è bella e cara avanti a Dio ed agli uomini la riconoscenza, altrettanto abbietta e triste riesce l'ingratitudine, la bassezza morale che non ha circostanze at– tenuanti. Dai filosofi antichi ai Santi Padri della Chièsa, tutti sono unanimi nell'esecrarla. S. Bernardo dice ch'essa << è la più letale inimica dell'uomo, gli fa perdm·e tutti i beni 1'icevuti ed è di sommo ostacolo a riceverne altri; è un vento ardente che dissecca la sor– gente delle divine misericordie e ottura il ca– nale delle grazie. Quanto è lw·go il Signore de' suoi benefizi verso i riconoscenti, alt?·et– tanto n'è avaro vm·so gl'ingrati». E ciò si capisce, perchè, come dice un pro– verbio francese, un sollecito ringraziamento è una nuova domanda che non resta mai inesaudita. L'ingratitudine all'opposto, funesta di sde– gno il benefattore e lo fa indifferente ad ogni altr~ supplica; e più si considera il grado e le particolari qualità del donatore maggwr– mente si deve abbominare lo sconoscente, simile a chi rifiuta di pagare un debito. I codici delle umane legislazioni non gl'in– fliggono alcuna pena; ma il suo giudice più severo è il cuore istesso conturbato da co– centi rimorsi, tanto · più amari quanto più dolce è stata la pietà del benefattore. Deh! che la rea lebbra· di sì brutto pec– cato non contamini quelli che la Consolata .ha salvati, protet_ti e custoditi all'ombra tu– telare del suo bel manto; ma sì all'incontro il loro animo s'infiammi di gratitudine, ed a Lei sul tramonto di quest'anno, si strin– gano amorosamente dappresso come teneri figli che all'imbrunar della sera cercano ri– fugio nelle braccia della madre. Affidiamo al patrocinio della Vergine la nostra vita, i nostri averi, le.nostre famiglie, i nostri desideri e le nostre promesse per il nuovo anno che albeggia sull'orizzonte del , tempo, e per propiziarcene l'intercessione avvenire cominciamo a ringraziarla dei be– nefizi ottenuti mercè sua, cantando con un solo cuore ed una sol voce l'inno del gaudio e della riconoscenza, il glorioso Te Deum della Consolata. ·Il priqoipB Eugeqio di Savoia-Carignano E LA CONSOLATA Ogni anno per la solenne festività della Immacolata Concezione si suole esporre nel nostro Santuario, presso la balaustra dell'al– tare mal!giore, una preziosa statuetta gra– ziosamente ornata di veli e fiori. A più d'uno fra i frequentatori del tempio sarà sorto il desiderio di avere precise notizie circa quella statuetta, di conoscerne la provenienza e la storia. Ed eccoci a soddisfare la pia e legit– tima curiosità.
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