Missioni Consolata - Dicembre 1901
190 ]ll eo.,so(ata verina, pur sentendosi tutta rimescolata di santo sdegno e tremante di paura, comprime in cuore le roventi parole che le salgono al labbro, arrossisce ed affretta intanto il passo, sperando di sfuggire ,al suo malnato per– secutore. Ma tutto è inutile: egli ad un certo punto fa atto di prenderla per il braccio. Allora la C., che già si era fervorosamente racco– mandata alla Madonna, certamente da Lei inspirata, con un fare risoluto s'arresta. Fruga nella canestra che portava al braccio, impugna la statuetta della , Vergine, e pun· tandola verso colui, come se fosse un'arma: - Guarda, gli dice, se non mi lasci, c' è questo per te! Il giovinastro indietreggia d ' un passo; china vergognosa la testa, e senza fare un movimento minaccioso, senza proferire più una sola parola, come un cane scottato, ri– prende la strada verso Rivoli. Aveva egli davvero scambiato la statuetta metallica con una rivoltella di corta misura? Oppure la santa Effigie aveva in lui svegliato qualche ricor?.o, capace di intimorirlo salutarmente, di fargli sentire tutta la vigliaccheria del suo procedere, contro una giovane che pro– tetta dalla sua virtù, se ne andava tranquil– lamente pei fatti suoi? Ohecchè 'ne sia, una cosa emerge ben chiara dal fatto; che la Madonna s'era fatto scudo e difesa alla sua divota figliuola. Un bel regalo pel Capo d'anno che z' nostn' lettor'i potrebbero pre– sentare alla Consolata è quello dz' procurare un nuovo abbonato al Suo perz'odz'co. Passare questo a parentz~ amicz~ conoscentz~ é opera dz' carz'tà verso z' medesz'mz~ e un mezzo per merz'tarsz'le ,tJrazz'e della Consolata. de{ $a.,tuario . ~~~ - c razie recanti riferite alla sacrestia dal Santuaria QUADRI VOTIVI PORTATI IN OTTOBRE N. 45 Torino. - MARIA Rosso, una buona e brava madre .di quattro figliuoli, in un giorno freddissimo d'inverno, fu dal marito suo pregata dì segare alcuni pezzi di legno per il focolare, mentre egli attendeva ad altro. La donna, laboriosa e faccendiera, non se lo fece ripetere: puntò uri lungo pezzo di legna solidamente a terra e si mise alla bisogna. Però, malpratica in essa, si appoggiò troppo in avanti sulla sega, mentre la spingeva con tutta forza; cadde di traverso e si fratturò la spalla destra. Si affrettò a chiedere i soccorsi dell'arte. Il dottore dichiarò che la spalla era bensì rotta, ma che le parti dell'osso essendo ri– maste esattamente al loro posto, ' bastava farle combaciare con un ben adatto ben– daggio, perchè esse, nel tempo debito, ~i fos– sero naturalmente rinsaldate. Sia che quel sanitario fosse poco esperto nell'arte sua e sbagliasse la diagnosi, o male facesse il ben– daggio; sia che la buona donna, carica di faccende, non lasciasse la sua povera spalla nel dovuto riposo, fatto sta che questa, lungi dal guarire, col passar~ dei giorni diveniva sempre più dolente. Fitte acutissime tormen– tavano la Rosso giorno e notte, senza che ella più sapesse in qual posizione mettersi in letto per quietare, o come tenere di giorno il suo braccio per non patire i tormenti più crudeli. Frattanto il disgr~ziato braccio era~i fatto duro, immobile; la mano rigida, non più capace di far nulla..... Tre mesi erano passati in questo stato penosissimo; finalmente la povera donna, a,
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