Missioni Consolata - Novembre 1901

1a - eo.,so.lata 179' QQ-~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~·we~~~·~~*~· ~~~---ao voto, offrendo un cuore d'argento ed un cero ~ in ringraziamento. · Cumiana.- Alla bimba di 4 anni, BOLOGNESE CESARINA, nel marzo 1901 si manifestò un f ascessp tu6èrcoloso sotto la pianta del pie_de sinistro. Il male crebbe , cosi che la povera Cesarina più non poteva !ll~ttere il piede a terra. Condotta per la visita al Mauriziano e poi all'Ospedaletto Maria Vittoria, dal primario . di questo i genitori intesero che era necessaria un'operazione per guarire il piedino malato. Ma la mamma prima di permetterla volle in– cominciare una novena all'altare della Conso– lata in Cumiana, e nel tempo della' pia pratica venne a fare le sue dìvozioni al nostro San--" tuario, conducendo seco la piccina, che aveva votata alla Vergine SS. Là piccola Cesarina prendeva viva,parte alle preghiere e ricordava ella stessa quando era l'ora di far la novena. Alla fine di questa la bimba potè calzare la scarpina al piede malato, da cui in breve scom– parve completamente l'ascesso tubercoloso. 'Venaria, - RUBBA CRISTINA d'anni 33, nel settembre 1900 fu colpita da grave polmonite, in un tempo in cui si trovava già in grande debolezza per .altro disgraziato accidente oc– corsole, I dottori giudicando il ·éaso gravis– simo, furono all'ammalata amministrati gli ultimi Sacramenti. Ma la .Rubba senza per– dere speranza nellà Consolata, incominciò_una novena per impetrare la guarigione. La ma– lattia volse tos,to in meglio, ed ora la guarita porta un quadro votjvo: · Torino. - GIACCONE MARIA da dué anni e mezzo soffriva crudelmente per continui do– lori neUa schiena, d~ cui era impedita d'at– tendere alle sue occupazioni. Consultò d~versi dottori; pz:ovò quanti rimedi le furono sugge– riti, ma non trasse da essi che passeggero sollievo. Infine si votò alla Consolata, intra– prendendo una novena. Colla novena inco– minciò un miglioramento, il quale andò rapi• damente progredendo, cosicchè ora, passati tre mesi, non sente più alcun dolore, e può liberamente attendere ai lavòri della casa èd ai doveri del suo stato. Torino. - O~tPELLIN:O-SAcco ISABELLA, in seguito ad una gravissima malattia, per cui gi~ era data perduta dal dottore, è colta da nefrite che la tiene due mesi e mezzo in letto all'ospedale di S. Giovanni; per colmo di'sven– tura s'aggiunge la bronchite. -In tutte le mie necessità e tribolazioni - dice l'Orpellino - · come. nelle cose di difficile riuscita, sempre ho ricorso con fiducia alla Consolata, ed Ella sempre mi ha esaudita. Anche questa volta, dunque, ricorro alla mia solita Protettrice :-· Si vota alla Consolata, promettendole un ricordo se l'avesse guarita Subito si· nota un miglioramento nelle condizioni generali del– l'ammalata; le funzioni organiche ripigliano man mano il loro regolare andamento, e la giovane donna può di cuore ringraziare la Vergine e compiere il suo voto. l . Torino. ~ «Nei primi giorni di febbraio di quest'anno, fui colpita da gravissima polmo– nité e malattia di cuore. I dottori disperavano di salvarmi; già avevo ricevuti tutti i con– f\)rti religiosi, compreso l'Olio Santo; mi si erano lette le preghiere degli agonizzanti. In quell'estremo mi fu S]lggerito di raccoman: dar.J11i alla Madonna della Consolata, promet· tendo di rendere pubblica questa grazia. Oggi, perfettamente guarita, adempio la mia pro· messa, offrendo alla ·Vergine SS. un cuore di argento. (( MARGHERITA BIGLIETTI ». Torino. - PANATTERO EuGENIA 'porta un· quadro, per l'ottenuta completa guarigione da un'artrite nelle ga1J!be che da tre mesi la tri– bolava, senza che potesse trovarvi un'efficace rimedio. I dolori artritici scomparvero dopo un tridu.o di preghiere alla Consolata. · Torino. -:- MOLINARI GIUSEPPINA da un mese &offriva di gastrite con febbri acute; varii rimedi suggeriti dal dottore nulla giovavano, cosicchè la povera malata deperiva a vista d'occhio e minacciava di soccombere. Invocò corne uuica speranza la Consolata, chiedendole di guarire, -se ciò era spediente all'ani a sua. Due giorni appena dopo l'invocazione, sentì un gran miglioramento ed in breve temp(} riacquistò forza e salute. _. ·· . Cavour. -La maestra CATERI,NA BELTRAMO, già stremata di forze per grave nevrastenia, era stata portata a debolez21a· estrema da as– soluta· dispepsia, cosicchè era impotente ornai a resistere all!L tuber.colosi,. di cui il dòttore aveva riscontrati i sintomi forieri. Una domenica l'ammalata giaceva abban– donata su di un'ottomana; la circondavano le sorelle desolatissime. Conscia d~l suo male, ella ad un tratto esdama:- Sia fatta la volontà di Dio! - Le sorelle scoppiano in pianto. Ed ecco dalla parete si stacca casualmente una immagine della Consolata e si posa sull,e spalle della paziente. Ciò pare un avvertimento del Cielo, un lieto presagio. Una delle sorelle, Elisabetta, mossa da un'interna ispirazione, corre alla chiesa ad ascoltare la S. Messa in onore della Consolata; piange e prega fervi– damente per la guarigione della so:rella ama– tissima, promettendo di far celebrare una. messa al Santuario di Torino. Ritorna a casa piena di santa speranza. Sulla soglia le si. fà incontro sorridente la Caterina, poco prima quasi impotente ,a dare un passo. I;a nevra– stenia era cessata istantaneamente, e anche gli altri malanni in breve scomparvero, co– sicchè, pochi giorni dopo, col ·consenso dei · medico, ella potè riprendere le sue lezioni in iscuola.; Torino. - I bimbi MARIA e 0RESTE GA– LIZIA sono ·colpiti entrambi di difterite. Il dottore, vista la gravità del· male, non osa pronunziarsi. La loro mamma chiede alla Con– solata che le guaris~a le sue creature; fa subito un'offerta, ne promette un'altra unita ad un bel cuore. In otto giorni la piccola Maria è

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