Missioni Consolata - Novembre 1901
]11 8ortsolata QQ.-~~~~~~·~~~~~w-~~~c~~~ ~~~~~~~ tutti quanti hari conosciuto e conoscono la Maria Bevione, che continua da 20 anni ad aver gli occhi sanissimi ed è ora vigile madre di parecchi figliuoli. del garttuario ~~~ Grazi& recenti riferita alla sacrestia del Santuario QUADRI VOTIVI PORTATI IN SETTEMBRE N. 54 Avigliana. -- GrovANNI TABONE, povero contadino di 62 anni, da tre mesi giMeva su di un materasso sul pavimento della stalla, per il gran male che aveva in ·una gamba. Trattavasi di un ascesso in continua sup– purazione; per quante cure sollecite e cari– tatevoli impiegasse il dottore ~urante, non riusciva a domare il morbo maligno, il quale anzi progrediva sempre. Le frequenti cau,te– rizzazioni col nitrato d'argento (pietra in– fernale) non servivano oramai più a lottare contro la cancrena incipiente. La catastrofe l s'avvicinava inevitabilmente, spaventosa..... La moglie del povero paziente, disperata, senza dir nulla in famiglia, parte per Torino; viene al Santuario della Consolata; fa cele– brare una messa e, piena di fiducia nella potenza della Vergine, si fa benedire per il marito. , _Torna al paese riconfortata, con una grande speranza di portar seco una celeste forza sa– natrice, nè la sua . confid~nza nella Madonna è delusa. Durante la breve sua assenza' la gamba malata già aveva risentito un piccolo miglioramento; i dolori si erano fatti meno &cuti; i maligni umori che serpeggiavano nelle carni infette, già parevano aver al– quanto ceduto della loro virulenza. Ed il miglioramento continuò; fu cosi rapido, che in capo ad otto giorni la guarigione era com– pleta; cessata ogni suppurazione fra i tessuti, rimarginata la larga piaga, la gamba capace di riprendere il suo ufficio normale. Il Tabone visse ancora 8 anni, cioè fino al 1900, con– tinuando à star sempre benissimo e conser– v~~;ndo ognor viva nel cuore una tenera ri– conoscenza verso la Consolata. Torino. - ETTORE GARINO, bimbo di di– ciotto mesi, è preso da grave mal di gola: ha il respiro impedito, sibilante, conati di quèlla tosse che è lo spavento delle mamme. Si manda per il dottore : egli viene, esamina e dice: È la difterite. Si tentano subito i rimedi indicati per il caso gravissimo, ma non giovano. Ii medico dà una triste ·sen– tenza: il bimbo non può più guarire. - Ohimè, dovrò dunque perdere il mio angioletto? - geme la mamma desolata. Il babbo, neppur lui, sa rassegnarsi all'idea di veder la sua casa priva del figliuoletto che ne è la gioia, il sorriso. Babbo e mamma difendono disperatamente contro la morte , rapace' il loro tesoro. Vogliono un consulto. Viene il dottore richiesto; ma che cosa può dire se non la verità dolorosa, eppure ineluttabile? - Il povero bimbo è in fin di vita. - Difatti il male terribile giunge in breve all'ultimo stadio: è questione di mi– nuti. Prevedendo che, siccome si tratta di malattia infettiva, il cadaverino non si potrà a lungo custodire in casa, alcuni pietosi vi– cini già prendono le necessarie disposizioni, affinchè la povera salma innocente sia por– tata alla chiesa ed al camposanto con accom– pagnamento di binibi, ornata di candidi panni e di fiori. Il babbo esce di casa e spinto, come disse egli stesso, da un impulso che non sa spie– gare, viene difilato al santuario della Con– solata; ai piedi della venerata Effigie fa voto di offrire un quadro, se la Madonna gl' im– petra la disperata guarigione del figliuoletto . Una battaglia singolare, terribile si com– batte dentro d! lui: da una parte gli tarda di correre a casa, dove lo attira il cuore; dall'altra si sente spinto a fuggirne lontano, perchè la sua ~ente rifugge dall'acquistare la certezza desolante che tutto è finito, che il suo bimbo è volato al Cielo.....
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