Missioni Consolata - Novembre 1901
8ortsolata 173 Q Nata in Tòrino il 16 febbraio 1803 dal– l'avvocato Agostino Borgiotti e da Chiara Fiandri, ambedue appartenenti ad antiche e rispettabili famiglie, Luigia ebbe come insita la pietà verso Dio sotto una forma da cui dovevano ih lei, per naturali conseguenze, derivare una tenera devozione verso la Ver– g~ne SS. e lo spirito di abnegazione e di sa– crificio a vantaggio del prossimo. La pratica di religione a lei più cara fin dalla prima infanzia, fu il meditare sui patimenti da Gesù .sofferti nella sua dolorosa Passione e sui do– lori di Maria SS., cercando di seguirli ge– neros~mente nella via del patire; sacrifican– dosi interamente a loro maggior gloria· ed a vantaggio del prossimo, Questo programma, a cui rimase scrupo– losamente fedele sino alla morte, Luigia Bor– giotti ebbe campo ad attuarlo prima nella propria famiglia, addossandosene tutti i pe– nosi doveri, fra cui quello di essere per trent'anni l'infermiera impareggiabile della madre sua, c_ontinuamente a:ffiitta da gravi malattie; poi di due giovani fratelli e del padre, assistendoli tutti fino alla loro morte. E quasi ciò non bastasse, oltre i disagi che incontrava per disimpegnare le mille incom· benze di padrona di casa e per dedicarsi alle opere di pietà, trovava ancora tempo e forza bastant~ per soccorrere i poveri ~oi danaro e coll'opera personale, e di praticare dure penitenze (l). Dall'esposto risulta evidente che alla nuova comunità delle Nazzarene non si sarebbe po– tuta trovare una più degna superiora. Per bene esercitare il suo ufficio, 'Luigia Bor- (1) Brl'flJe ragguaglio della vita e virtù delta Serva di'Dio Luigia BD'rgiotti. Torino - Tip. Speirani, 1877. - Questa Vita sì edificante, scritta dal signor Giovanni Torre, prete della Missione, con tanta unzio:li.e e riservatezza, come cosa di famiglia, sarà presto ristampata con mag– giore sviluppo a pubblica edificazione, sia per far meglio conoscere ed apprezzare la serva di Dio, che fu una vera. perla. nascosta. in mezzo a noi, sia anche per far meglio conoscere l'Istituto delle Suore Nazzarene, quanto modesto altrettanto benemerito, essendo state le Nazzarene le priril.e Suore che in Torino si _applica· ro:li.o all'assistenza degli a'mmalati a domicilio, e con tant"' prudenza e carità che ben presto incontrarono le simpatie di tutti. Un segreto presentimento ci fa anche sperare che Dio, il quale si compiace di esal– tare gli umili, voglia glorificare la sua serva e tirarla fuori dall'oscurità in cui è vissuta e rimasta finora, per farla risplendere come stella brillante fra i santi della Chiesa di Torino. o gi:otti non ebbe che a rifare a pro dell'Istituto quanto aveva fatto in famiglia, allargando · la cerchia dell'operosa sua carità, moltipli– cando col crescere delle responsabilità i santi esempi, fa endo parte alle sue :figliuole spi– rituali della santa sapienza da lei acquistata in ·tanti anni di intima unione con Dio ed alla scuola di Maria SS. Nel giorno stesso in cui si inaugurò la nuova Casa, ella, dopo avere messe quelle prime novizie nelle mani di Gesù Crocifisso, . siccome esse non erano torinesi, P.aSSÒ tosto ad istruirle sull'origine gloriosissima della divozione alla Vergine sotto il titolo della Consolata e sulla ,storia meravigliosa del suo Santuario, che da tanti secoli è baluardo e sorgente di grazie, non solo per la città, ma pèr l'intero Piemonte; e conchiuse raccoman– dando loro i'avere da quel punto la Conso– lata qual Signora e Madre, a cui dovevano ricorrere in tutte le loro necessità, L~ con– dusse poscia al Santuario, come per fare alla Consolata l'offerta e la consegna dL quelle sue :figliuole spirituali, riavendole come in deposito da Lei. Come già aveya fatto in famiglia, così nella Comunità nessuna còsa importante intra– prendeva, senza consultare la Consolata ed ' impetrarne il· patrocinio. Quando una nuova postulante .si presentava, la Superiora dopo averla con discreta soavità interrogata sulle sue disposizioni, se queste le parevano buone le diceva:- Vada a pregare la Consolata, af– finchè le faccia conoscere se veramente è volontà di Dio che ella lo serva nel nostro Istituto; la pregherò intanto anch'io, e poi decideremo.. - E le decisioni prese dopo tali premesse, sempre diedero buon risultato. Una postulante era stata mandata a mutar aria per difetto di sanità, e poichè si trovava migliorata, chiedeva instantemente di essere riammessa. Ma a ciò ostando molte difficoltà, la. Superiora andò espressamente alla Con– solata, affine di ottenere alla buona giovane la grazia che desiderava. E quando questa, rientrata giubilante nella Casa, voleva render grazie alla Madre di averla riaccettata, essa rispose: - Ringrazi la Cqnsolata; io l' hÒ pre-
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