Missioni Consolata - Novembre 1901

172 1a - '2?11solata G&-~-.--~a;--~~~~~~--~ibV~~~--~~~~~~--~~ - ~--~~--~. ~··----~.oo aiere sfilano, seguiti dal clero e da Sua Emi– nenza, cantando il Te Deum e s'avviano alla chiesa parrocchiale d'Avigliana, ove viene impartita dallo stesso Eminentissimo la trina benedizione. - Le feste cristiane hanno in sè un aroma che non si dilegua coll'eco dei sacri cantici; una luce che non si spegne coi ceri dell'al– tare; una gioia che non cessa collo sparire degli addobbi festivi. E noi siamo convinti che la modesta, eppur solenne festa del 13 Ottobre, rimarrà indimÉmticabile nel cuore degli operai del dinamitificio .e segnerà il principio felice di una nuova epoca non piu funestata da sì luttuosi disastri. .,... ~({;SS" o ~eggere l' artt'colo stampato nell't'nterno della coper#na.. LA GOHSOLATA Luigfa Borgiotti e le Suore Nazzarene La Consolata fu detta, con frase felice ed incisi"9'a, la prima Cittadina di Torino; e la frase si appalesa di una Dferavigliosa esat– tezza a. chiunqut' si dia a ricercare amoro– samente l'origine e lo· spirito delle piu belle fra le opere e le fondazioni, che onorano l'au– gusta metropoli .piemontese. Già varie volte ci occorse accennare quali e quante ispirazioni ed aiuti traessero dalla divozione alla Consolata il Venerabile Got– tolengo ,. D. Cafasso , D .. Bosco ed altri ed altri, che si possono con ogni ragione chiamare i piu insignì benefattori di Torino. Oggi ci piace far rilevare ai cortesi nostri lettori la parte grande che ebbe la Consolata nella fondazione di un istituto, il quale, piu che alla modestia del suo impianto e del suo sviluppo, deve il non essere piu generalmente CQllOSCiuto, all'evangelica riservatezza COn cui compie la nobile sua missione di carità cri– stiana e d'utilità sociale. Alludiamo all'Isti– tuto delle Sum·e Nazzarene votate all'assi– .stenza dei ma-lati a domicilio. Quest'Istituto cominciò in Torino il 21 no- vembre 1865, e ben si può dire che sorse per espresso volere divino. Alcune virtuose gio– vani essendo arrivate all'età di uscire dal Ritiro, dove erano state educate alla pietà ed al lavoro dalle Figlie della Carità, si rac– comandarono ad un venerando ecclesiastico, a:ffinchè trovasse una comunità religiosa che volesse accoglierle. Quell'ecclesiastico era il, piissimo Padre Mare'Antonio Durando, Superiore dei Preti della Missione e delle Figlie della Càrità. Devotissimo della Passione di N. S., egli da tempo si sentiva inspirato di fondare una comunità di figlie, che consàcrassero la vita a meditare ed a consolare i ·dolori del Re– dentore. Inoltre, direttore reputatissi!?o d'a– nime, il signor Durando da alcune sue peni– tenti di cospicue famiglie, aveva piu volte udito lamentare che ai ricchi mancasse nelle loro cas·e ciò che i poveri trovano negli ospe– dali, cioè l'assistenza piar esattissima delle Suore. Concil,iando le due cose, il Padre Du– rando pensò che la comunità da lui vagheg– giata avrebbe trovato un adattissimo modo di esplicare il suo amore verso Gesu Crocefisso, ' curjl.ndo le membra sofferenti di Lui in quegli ammalati che ne avessero richiesta l'assi– stenza a domicilio. Nell'umiltà che distingue le anime elette, non pago dei propri lumi, sottopose la cosa a diverse persone di eminente scienza e pietà, tra cui al Cardinale De Angelis, il quale, esule dalla sua diocesi per i torbidi che al– lora turba:vano la Chiesa in Italia, viveva ritirato rreUa casa dei Preti della Missione. Il "progetto avendo ottenuto piena approva– zione, si stabilì che la riunione di quelle pie giovani prendesse il nome di Compqgnia della Passione di Gem Nazzcireno. Ma condizione prima pel retto funziona– mento di una società, è l'avere un capo di– pace di ben regolarla, a fine di condurla a raggiungere l'intento .che si è proposto. Il nascente Istituto fu fortunato- d'aver subito a dirigerlo una persona, di cui non si sarebbe potuto trovare la piu adatta. Fu questa la damigella Luigia Borgiotti, morta in odore di santità 'il 23 febbraio del 1873.· ·

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