Missioni Consolata - Ottobre 1901

~ eonsotata 153 GD~~~~~~~~~~~~mz~~~-~~~~~~~~~·~~~j;;-~~~~~,~~~.oo del capo, delle mani, di tutta la sacra ver– ginale persona; e così è della stella sulla spalla, dell~~t foggia e dei fregi del panneg– giamento. Lo stesso dicasi per il Bambino. È poi . un'elementari~sima osservazione di arte, che le copie esagerano sempre certi tratti · e certe pose, che spesso sono difetti dell'ori– ginale, e servono in qualche modo a caratte· rizzarlo ed a farlo distinguere da altre opere rassomiglianti. Nel caso nostro, l'osservazione si può mirabilmente applicare alla posa della mano destri!- della Vergine, posa alquanto sf~rzata nell'originale,.e all'apertura U!J.·poco ecéessiva delle dita del Bambino stesso. Le due cose, certo per mantenere "tale partico– larità, sono esagerate ancora nell'Effigie della Madonna di S. Pio V, e confermano quanto già appalesa la somiglianza generale, cioè che detta Effigie sia un'antica ed accurata CO-pia della Consolata. · Ed in questa convinzione c'inducomo pure le segùenti circostanze. ·n S. Pontefice Pio V nacque a Bosco (ora Boscomarengo) presso . Alessan9.ria, passò i primi anni fervorosis– simi della suà professione religiosa nel chio· stro cp.e i nomeniC!!-ni avevano in quelle vi· cinanze, fu Vescovo di ·Mondovì, dove ancora . · non esisteva il taumaturgo Santuario di Vico. Da piemontese . dotto e piissimo, quale egli . era, dovette per conseguenza conoscere la il ~uadro fosse stato da lui rinvenuto nei · palazzi apostolici. Tutto, dunque, collima a provare che la sacra effigie, la quale a S. Pio V serviva come di mezzo per comunicare diretta,.mente colla Madre di Dio, fosse quella stessa effigie · che noi veneriamo nel nostro Santuario. Quale gioia e quale onore per noi Piemon– tesi il pensare che la Vergine, ritratta sotto 'le stesse sembianze che noi contempliamo, accogliesse· già i supplici sguardi, mirasse già le lagrime con èui il grande e santo Pon– tefice piemontese la pregava per -la Chiesa e per il·gregge commessogli da ·Gesù Cristo! Quale novella e purissima gloria si river– bera sulla nostra celeste Patrona, sempre eguale a sè stessa a Torino ed a Lepanto, vindice qui del buon diritto e là dell' inco- 1-q.mità del mondp cristiano contro la barbarie e l'eUJ.pietà ·mussulmana. Ogni gior~o éhe passa ci disvela una nuova misericordia ed un nuovo trionfo de'lla CoiJ.· solata. Pòssa Ella mostrarsi ancora sull'oriz– zonte del tri~olato· mondo cristiano, come gii!. l3: bianca croce _apparsa a Costantino, prQ· mettitrice e segnacolo di vittoria (l). La Madonqa delJa Salute o la .aoqsolata iq Roll}à . • storia del Santuariq di Torino e le beneme– renze già secolari della Consolata, che non avrà mancato di ven~rare quando passava per la nostra città. Da queste semplici e na- . turalissime considerazi~ni si può argui~e con tutta probabilità che il san~o Potefice fosse desideroso di aver seco a Roma una copia del quadro della nostra Consolata. E l'argo· .mento viene rincalzato da una importantis– sima CÌ!'costanza di fatto. . L'aver egli trasmesso per eredità ai suoi congiunti il' dipinto, proya che esso era di · sua esclusiva privata proprietà, quale og- 1 getto trasmessogli dallà famiglia. Pio V, che mai in ·vita spa n_on volle in .alcun modo gio: varsi della sua .posizione e del suo grado ·per favorire la sua parentela, e che fu giusto fino allo scrupolo, mai npn avre~be ciò fatto se Troppo cari e preziQsi ricordi erano legati ' aÌla taumaturga Imagine venerata da S. Pio.V, perchè essa potesse es~er posta in dimen.ti· canza. Passata, o_per meglio dire tQrn.ata dopo la morte di lui nella pobile famiglia.Ghi– slieri, vi era tenuta in grande venerazione, (l) Le rictirche per le notizie -ed illustrazioni di questi aì-ticoli'sono dovute alla cortese·solerzia dell'egregio Rag._ G: Bianchi-Cagliasi: "all' attivissimo promotori' dell'azione cattoliça.in Roma l'espressione della nostra _sentita riconoscenza. .

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