Missioni Consolata - Ottobre 1901

,- 152 w eo.,sotata Q -~~- -~ " gianti. D. a• un'ora si combatte così, quando l cui la vittoria sulle acque di Lepanto piegava una palla ferisce -l'amrp.iraglio turco, Aly. decisamente in favore dei cristiani. _ Un soldato spagnuolo, montato sulla di lui . Certo fu ancora davanti alla più volte ric~r- : nave, gli spicca il capo e lo innalza su di f data immagine della Madonna, che S. PiO' V una la~cia. È il segnale della.r~tta de.i Tu~chi. fu is~irato a . rendere ~Ila po~ente. Regina . Essi pèrdòno 30.000 uommi, .224 navi af- del Cielo le dovute grazie coll'msenre nelle fondatè od arse: Ma più dolorosa è- per essi Lit\l-nie Lauretane l;invocazione Auxilium la perdita della riputazionè di invincibili sui · Christiano1·um om r·o nobis, e ad istituire mari, l'umiliazione in faccia alla Cristianità. la ·festa della Madonna del Rosario nella I seguaci della croce han tolto loro 3468 prima domenica d'ottobre. prigionieri e liberati dalla schiavitù 15 mila cristiani. OttomÌla dei no.stri himno lasciato la vita sul teatro della battaglia, ma tutti son morti colla gioia in cuore, . C(m un fiero sorriso sul labbro, martiri di Dio e della pa– tria. Gli stendardi colla croce e coll' imma– gine di Maria han fugato la mezzaluna e gli emblemi del falso profeta. · In tutto il periodo che corse dalla partenza dei confederati cristiani sino al momento della vittoria, il santo Pontefiée Pio V aveva moltiplicati i digiuni e le austerità, e come Mosè sul monte perseverava giorno e notte in orazione; quando poi la necessità del riposo o degli affari ne lo impediva, commetteva ·a persone di esemplare divozione la cura di pre– gare in sua vece. Testimone delle sue ardenti - suppliche .e delle sue lacrime 'era special– mente la predetta effigie della SS. V ergine. Il giorno 8 di ottobre, verso le ore 5 po– meridiane, S. Pio V stava tr.attando di affari col suo segr'etario Bussotti. Ad un tratto in– terrompe l'importante conversazione, s'alza, s'accosta ad una finestra, l'apre e vi rimane alcun tempo coll'occhio fisso, la fisonomia at– teggiata come quella di chi segue attento una scena... Poi profondamente commosso, ritorna al segretario e gli dice: « Non par– liamo più d'affari : non è tempo di ciò ! Cor– rete a render grazie a Dio in chiesa ; il nostro esercito consegue la vittoria ». Dette IJ.ppena queste parole egli si licenzia dagli astanti meravigliati; e non erano peranco usciti, che il santo Pontefice si precipitava lacrimoso, ginocchione nel suo oratorio. Il Bussotti e i prelati, testimoni privilegiati del l fatto soprannaturale riconobbero più tardi che esso coincideva perfettamente colFora in . Ciò che fin qui abbiamo narrato della mira– colosa Effigie, che appartènne già a S. Pio V, e che al presente, come vedremo più innanzi, è oggetto in Roma di grande venerazione, avrà certamente destata nei nostri lettori una pia curiosità, e ci pare di sentirli do– mandare: Qual è quest'Effigie? Come vi è rappresentata la Vergine SS.? Un'occhiata alla fotografia, qui riprodotta, del celebre quadro dirà meglio d'ogni altra prova: « La Madonna di S. Pio V è la Con– solata, la nostra Consolata! »- 0osì è infatti. · La Madonna di S. Pio V ha gli stessi li– neamenti soavi, lo stesso sguardo materno della Consolata; ha lo stesso atteggiamento

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