Missioni Consolata - Settembre 1901
134 . ' J1l e o f) sola t él oQ.-~~~~~~ ~ ~~~~~~~~w~n· ·essi -gémentlo e lacrimando di dolore è di fiducia~ insieme raccolti in uno stesso pensiero. Quale indimenticabile vista l Quale edi– fiean~e spettacolo l Tutte le disugua– glianze deila nascita, dell'età; della for– tuna, del grado, erano scomparse: tutti erano fratelli in uno stesso /slancio di fede che li parificava, unendoli, intorno alla ·Madre di Colui che solo è grande, che solo è potente! Intanto passavano i giorni e scorre– yàno .i mesi... Le sortite degli assediati ·riuscivano a sconfitte micidiali, e gli as– ~edÙi:nti . :più · dappresso r.inserravano la s~~~t~-~~t.a Tor~noin una cerchia di ferro, quotidianamente riversando su di essa una pioggia .di fuoco, -una grandine di ignivo'mi . co~pi; ormai ie forze er-ano stremate, .e i piemontesi, disperando di umano 'soccorso, più frettolosi correvano àppiè dei sacri altari; animandosi vicen– devolmente al culto divino ed alle fer- . venti supp11cazioni. ; Ma, ·guidato dalla Provvidenza, ecco giungere il Principe Eugenio di Savoia– Carignano, il condottiero dell'esercito èonfederato, · il cavaliere di Maria che ·portava la ·Consolata · scolpita sul suo . scudo, ed incontratosi col cugino VittÒrio · ·a Carmagnola, recargli n.ella tenerezza 'dell'amplesso, il presagio della vittoria. ·.· Era il l o settembre. · · Sulla sera del 3, i tòrinesi videro con sorpresa brillare sulla vett~ ~el vicino . ·colle di Sopèrg'a alcune fiammate e . le interpretarono coine fodere di prossima liberazione..... Nè mal s'apponevano_: 'dalll:!> benedetta altura, che la pietà del Duca tramutava in altare, p'ronu'nziando il celebr~ voto, era giùsto dovesse ·d– 'splendere il primo segno di gioia. · All'alba del giorno seguente le armate · al comando di Eugenio e di · Vittorio levavano il campo da. Villastellone, pas- . savano con miràbile ordine il Po tra Carignano e Moncalieri, il Sangone; e la Dora presso Alpignano, volgendo a :Pia'" nezza ed alla Veneria. I Gallo-ispani-, · in numero di oltre 60.000, appena informati dalle vedetté sulle inopinate mosse del nemico si pre– pararono a battaglia, seguendo gli or– dini dei generali Sain,t-Frémènt, La , Feuillade, Duca d'Orléans e· Maresciallo Marsin, radunatisi in consesso a poca distanza dalla Madonna di Campagna, sotto un altissimo pioppo che · rit'enne _ il titolo di albero del consiglio. Il 7_settembre 1706,,. ~j.lle ore 8 del mattino, s'ingaggia la battaglia, una delle più feroci e terribili che mai sia,no sta t~, lungo le .trincee . dell'accampa– mento francese, che si ergevano quattro piedi da terra, ed · eran quasi · inacces– sibili pel fosso ·che avevano davanti, alto sei piedi e di pari larghezza. · L'urto è tremendo; fra lo scoppio furente delle artiglierie . e il minàccioso boato dei cannoni, le membra dei mo:r:tL e ·dei moribondi colmano il fossato. Tre volte respinti i nost~i, tre volte più ~u riosamente tornano· ali~ riscossa, e ·la ertiènta mischia fra , le' gfid~, . i 'ràntoli, i'la'r:Ìlentì; si luqieggi~ aena:·sinistra luce d'incendio che river1Ìera dal castello di . Lucento ròs~eggiante~;ifi 01'-rida vampa, ment'ré il campo s'iq;poq)ora di rivoli ·di sangue·:.. · · · Alle _tre dop~. mezzogiornò, _fugati i francesi e glJ spagnuoli, la v~ttoria era dei ' nostri, che r!llias.ero .i-n possesso di un immenso bottino di guerra e; di otto– mila prigfonie'ri. ·. ,· ' ' · ' · · · ~- : . Giubilanti' per. lo sttepito~o evento, sui~om'QattilÌi solchi ove giàcev'ano, vin– citori ò vin~i, quasi 'quàttromila cada– veri, i dqe Principi s'inginocchiarono e l
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=