Missioni Consolata - Settembre 1901
1a - eo.,solata 145 La speranza nell'aiuto di Maria SS.• Con– solatrice, così dolce e così naturale a chi si trova, anche per poco, presso il Santuario d'onde continuamente partono tante grazie, non può che accrescersi nel cuore della tri- . boiata, alle savie ed autorevoli parole dello stimatissimo specialista. , Persuasa che la Madonna sola può rido– narle l'occhio, oram'~i perduto, Rosa Cena si fa accompagnare ai piedi della taumaturga Immagine; con profonda confidenza prega; fa voto di far celebrare una messa appena ottenuta la guarigione. Era il giorno cinque febbraio ultimo passato. Già al 27 marzo ella ritorna al Santuario, non più triste, col cuore desolato all'idea di sofferenze che l'aspettano, di deformità palliata da .un ·occhio · artificiale e di vista difettosa. e debole· in perpetuo, ma ilare e giuliva. I suoi due occhi sono egualmente vivi e brillanti per la' dolcé commozione del– Eanimo; tutti e due limpidi e chiari, discer· · Ùono egualmente bene gli oggetti circostanti ~ si fissano con profonda rico~ciscenza sulle · celesti sembianzie della soave Immagine della Consolatrice divina,. che si è dimostrata v'e– ramente Lnme dei ciechi anche nel seriso materiale. ~elazioni oo~pendiabe di grazie reoenti DELLE QUALI fU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE Vercelli. - BENNA TERESA si prese un forte raffreddore, in seguito al quale si manifesta– rono la bronchite e quindi la polmonite, con abbondantissimi e frequenti sbocchi di sangue. Dichi_arata in fin di vita d al dottore curante, ancora si riebbe alquanto, ma per peggiorare di nuovo ben presto, cosicchè per ben otto mesi continui dovette stare in letto. Per colmo di sventura la diagnosi medica riscontrò- al– lo:t:a .i ,terribili principii della tubercolosi. Co– nosèiuto il gravissimo suo stato, Ja povera Benna si gettò nelle · braècìa materne della Coilsòlata votandosi a Lei, per ottenere dai rimedi cèlesti quella salute che più non spe– rava dai terreni. Abbandonò questi comple– tamente, e pregò con tutto l'ardore dell'anima. Dopo il ·voto cessarono gli sbocchi dì sangue, dapprima frequenti, ritornarono gradatamente le forze, ed in un mese,· totalmente guarita, la Benna potè venire al Santuario a compiere il suo voto. ' Chivasso. - Acns TERESA aveva tre anni 1 quando fu presa dàlla malattia infantile detta volgarmente ruffa. ·Scomparse le croste che ne sono la caratteristica,_restò alla bimba un forte mal d'occhi, per guarire il quale s'ado– perarono, a varie riprese, diversi dottori. Ma i rimedi a nulla giovando, il m11.le 'CreMeva e si faceva disperato: un occhio, invaso da infe– zione, già pareva irremissibilmente perduto. Ma la.mamma della piccina non si seppe ras– segnare a tanta sventura..Confidando oramai solamente nei rimedi celesti, votò la sua Te– resa alla Consolata. Il male prese a decre– scere; s'arrestò il processo infettivo, e da cieca che era divenuta, la bambina riebbe intera la vista, rimanendole solo una piccola macchia sull'occhio che fu più ammalato, senza pe:.;ò darle alcun disturbo. ' Torino.- ANNA FERRARIS da 9 mesi pativa per, una nefrite acuta; per tre mesi intieri stette piombata in letto La lunghezza della malattia, !''insensibile progresso nella guari– gione, avevano messo nel cuore della pove– rina un profondo scoraggiamento e una grande d:iffidenza di tutti i rimedi. Si raccomandò perciò alla Consol!!-ta, ponendo in -Lei sora Iit sua speranza. In venti giorni ripigliò le forze, il suo corpo tornò alle funzioni normali ad alla prima salute. Torino.- .«· Negli ultimi giorni di febbraio del 1900 mia: sorella Clementina veniva; col– pita da grave pleurite;· all'alba del sabato 3' marzo successivo· il male pigliò una piega così minacciosa, che i dottori curanti dedi– sero di praticare in quel giorno stesso la costp– tomia, come unico rimedio chB ancora lascias~e qualche speranza. L'ammalata fu intanto ml,!l- nita de' SS. Sacramenti. ; «In -tale frangente dolorosissimo, io che fin dal primo manifestarsi del male avevo affi– dati al cuore materno della. Consolata i m1e1 t fmori e le ·mie speranze per la vita dell'amata sorella, a Lei con più trepida e fervente e costante preghiera ricorsi. E fui ascoltata. Là Vergine SS. fece sì che l'operazione riu– scisse felicemente , nonostante lo stato gra– vissimo e la estrema debolezza dell'inferma, e la trasse infine a· piena guarigione. « EMMA SOLDATI ». Torino.- ELIA ANNA, colpita da {ebb1·i tifoi– dee a cui si aggiunsero poi la risipola ed unçt cistite, all'ospedale di s. Giovanni, dove fu portata, venne giudicata· in istato assai peri– coloso. Per suggerìmento di un cugino sacer– dQte, si cominciò per l'ammalata una noven!l– alla Consolata. Durante la medesima il male restò stazionario, ma appena terminata, la febbre cominciq a diminui,re, ed in un mese l'Elia uscì dall'ospedale guarita.
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