Missioni Consolata - Agosto 1901

tp Cort'solata 131 rneningite, clie i medici diedero come perduto. · La mamma non potendosi rassegnare a tale crudele sentenza, promise con voto alla Con– solata di po"rtare un quadro votivo al Santua– rio e di vestire per 6 mesi in azzurro il bam– bino, se esso guariva. E così infatti avvenne in tempo abbastanza breve. Torino. - CATTRO ANGELA, operaia al co– tonificio Bass e Abrate, il 16 maggio 1900, ~u presa nell'ingranaggio di una macchina, e vi si impigliò in modo che quando, arrestato il mecc!J.nismo, si potè togliere la poveretta da quel luogo. di morte, essa era sfracellata, lacera, contusa, così che·pareva già cadavere, ed il dottore accorso, facendola mettere in vettura per mandarla all'Ospedale di S. Gio– vanni, sentenziò che non vi sarebbe arrivata viva. Le coinpagn~ però, vista la Cattro sotto la macchina, l'avevano subito raccomandata di cuore alla Consolata, e la Consolata esaudì le buone operaie tanto di Lei devote. Medicata e cucita d'urgenza al ·s. Giovanni, la sventu– rata vittima del lavoro, per mancanza di letti, fu trasportata al Mauriziano e finì poi la cura all'Istituto di massaggio. Lunghe furono le sofferenze, ma, con meraviglia d'ognuno, la Cattro fu salva. - . .Asti. - MASSARO·BARBERIS TERESA, vota– tasi alla Consolata,. ottiene la guarigione da un'ottite acuta, senza sottoporsi all'operazione ritenuta necessaria dal valente specialista prof. Gradenigo di Torino. S. Colombano. - VIANO RosA presenta alla Consolata l'offerta di L. 10 per la guarigiori.e ch'ella ritiene miracolosa da una grave lesione alla spina dorsale, che le aveva immobilizzate le gìmibe. La guarigione era stata al Policli– nico di Torino dichiarata difficilissima. _ Cumiana. - MATTALIA PAOLO, padre di nu· merosa famiglia ancora in tenera età, si am– malò gravissimamente; una sollecita diagnosi medica constatò l'enfisemapolmonare. Malgrado la cura più sapiente ed amorosa, l'infermo, · ricevuti già i SS. Sacramenti, pareva presso a spirare. La disperata consorte ebbe l'ispira– zione di votare. il marito alla Consolata, e chiamati intorno a lui i figliuoli, anche in loro nome promise di recitare quotidianamente il santo Rosario :Pa quel punto il malato mi– gliorò e la gràzia fu ottenuta. Calamandrana. - I fratelli e sorelle DONDO STEFANO d'anni 9, MARIA d'anni 7 e FELICITA d'anni 4, sono colpiti successivamente dal tifo e tutti in forma piuttosto grave. La mamma. desolata non trovò di meglio che consacrarli alla Consolata, mettendoli nelle di Lei sante mani, e bene gliene venne, chè ebbe in breve tempQ i suoi figliuoletti perfettamente guariti. Torino• ....: DuRANDO STEFANO soffriva atroci _.dolori per la peritonite: Rimedi e cure di ogni genere non si erano risparmiati, ma indarno; la malattia si . prolungava da quattro mesi. Una figlia dell'ammalato, Lucia, divotissima della' Consolata, a Lei votò il suo babbo, portò subito al Santuario L. 10 per meglio impe– gnare la Vergine SS. ad esaudire le ::me pre– ghiere, poi intraprese una novena di fervorose comunioni. In sul finire di essa il Durando incominciò a star meglio ed in breve riacqui– stò la tanto sospirata salute. Torino. - Mtola Maria ved. Pecchio, porta un cuore d'srgento quale attestato di ricono,. scenz~;t alla Consolata, la qu!Lle, implorata con diverse novene, ottenne alla figliuola sua, GIUSEPPINA PECCHIO, la guarigione quasi im– provvisa da ulceri ad ttna gamba, ribelli da due anni ad ogni cura e rimedio. Torino. - INGARAMO FRANCEsco, d'anni 18, aveva all'occipite un foruncolo di natura così maligna, che non lasciavalo quietare nè giorno nè notte. Consultati due medici con esito ne– gativo, capitò provvidenzialmente da un terzo, quanto dotto e perito nell'arte sua, altrettanto buono e religioso. Egli vedendo il male ribelle agli emJ?iastri ed ai tagli come ai rimedi in– terni, consigliò al suo cliente di raccomandarsi con voto alla Consolata, assicura_ndolo di aver già provato efficacissimo tal mezzo anche per propria esperienza. Confortato da così autore– voli parole, l'Ingaramo segue appuntino il suggerimento: colla sua famiglia fa voto di recitare per·9 sere consecutive il santo Rosario, poi, a, guarigione compiuta, di far tutti la santa Comunione al Santuario e di associarsi àl Periodico. Il foruncolo così maligno e ribelle ai rimedi, scompare in breve senza lasciar traccia. Torino. - LUIGIA CASTELLI, presa il18 feb– braio 1901 da polmonite, s'aggravò così che i dottori giudicarono nessun rimedio essere va-· levole .a salvaria. Allora la povera pazi.ente, non potendo col labbro, incominciò col cuore una novena di preghiere alla Consolata. In quattro giorni si trovò fuori di pericolo. Torino. - BONATTI SERAJ<'INA, di 16 anni, educanda nell'Istituto Barolo, era gravemente affiitta dal cosidetto ballo di S. Vito, sicchè do– vette essere ricoverata all'ospedale di S. Gio– vanni. Le cure più sollecite non valendo an arrestare il male, che sempre più s'imposses– sava della povera giovanetta, le suore e la famiglia di lei la raccomandarono alla Conso– lata, e contro tutte le previsioni dei medici, ella fu guarita. Mondovì. - DOMENICA DEL CARRETTO nel maggio del 1900, in un momento di suprema angoscia, ricorrendo alla Consolata con viva fede, ottenne per intercessione di Lei la gua– rigione del marito, ed una grazia spirituale per una persona della sua famiglia. Nell'otto– bre dello stesso-anno, ricorse nuovamente per interessi particolari e fu .pure esaudita. Offre L. 15 promesse. · l Gassino Torinese. - Alla Tagazzina RATTI GrovANNA, di anni 5, si era storta malamente la gamba destra; il ginocchio si era voltato

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